06-07-2018
Si tiene domani sera, sabato 7 luglio, nel comune astigiano "Il Canelli e i colori del vino". Per informazioni e prenotazioni, cliccare qui
Siamo nel cuore del Monferrato, nelle cattedrali sotterranee delle cantine canellesi che, nel 2014, hanno ottenuto il riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità dall’Unesco. Dati storici confermano che già nel 1600 si produceva un vino bianco dolce e vivace, poi identificato come Moscato Bianco di Canelli. Dal 2011 al 2017 la produzione del Moscato d'Asti Docg, sottozona Canelli, è passata da 95mila a 410mila bottiglie, un’impennata vertiginosa se si pensa che la coltivazione è concessa a soli 23 comuni compresi tra Sud Astigiano e Langa. Le aziende che lo producono sono in tutto 17: la loro associazione crea eventi d’esaltazione del vino dolce, cercando di sfatare il cliché di prodotto da dessert, abbinandolo in maniera piacevole a pietanze salate, cibi orientali o anche semplicemente alla cucina di tradizione piemontese. Un percorso enogastronomico attraverso le pietre che pavimentano le strade della sternìa (“sterne” in piemontese significa “selciato”) arriva, tappa dopo tappa, fino al cuore del borgo di Villanuova. Intervistando i produttori protagonisti della manifestazione, si evince che i primi millesimi di Moscato sottozona Canelli furono 2011 e 2012, prodotti figli dall’entusiasmo corale di chi trasforma l'uva in vino per un pubblico attratto dalla tipicità che questo Moscato rappresenta.
Gianmario Cerutti, presidente dell'Associazione Produttori Moscato Canelli
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Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione