27-06-2017
Roséxpo, Salone internazionale dei vini rosati, la cui quarta edizione è stata organizzata da di deGusto Salento a Lecce nei giorni scorsi, è stato un ottimo osservatorio per capire le tendenze del vino rosato in Italia (tutte le foto sono di Vito Gallo per Roséxpo)
Rosé né carne né pesce. Rosé come compromesso al ribasso. Rosé come medietà-mediocre tra rosso e bianco. Rosé come intruglio dei questi stessi ultimi, ben più nobili. Rosé come prodotto di risulta, utile per disfarsi delle rimanenze. Quanti pregiudizi contro il vino rosé! Eppure è in ascesa: un po’ meno in Italia, ma anche in Italia. E Roséxpo, il salone internazionale dei vini rosati nato da un'idea di deGusto Salento, associazione leccese dei produttori di Negroamaro, ha riunito proprio nella città pugliese esperti e produttori per fare il punto di un mercato en rose non privo di stimoli, ma anche di contraddizioni.
Una risposta al quesito di Giavedoni è giunta da Federico Graziani, direttore della campana Feudi di San Gregorio:«C’è sempre maggior interesse a fornire più interpretazioni di questo tipo di vino. Ciò consente di muoversi su più fronti», ossia a fornire molteplici vesti al rosé, «che rappresenta oggi, perfettamente, l’esigenza di piacevolezza del consumatore». Il quale rimane nondimeno disorientato da un’offerta non ancora sufficientemente strutturata e resa accessibile nonché comprensibile: «Il rosé deve essere valorizzato dai vari territori come vino doc a sé stante» ha proposto Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio Valtènesi, ammiccando alla stessa esperienza del Valtènesi Chiaretto, nonché del Bardolino veneto, sponde opposte del sistema Garda: «Anche il Salento potrebbe farcela, perché non creare una denominazione specifica?». Il brand c’è già ed è forte: Salento, appunto. Ma sul punto i pareri sono controversi.
Dunque il rosato è di moda, ma questa rischia di essere effimera e low level. Infatti il rosa non gode di ottima immagine: «E’ percepito come vino di seconda o terza linea» spiega Enrico Pierri, patron de Il Sanlorenzo di Roma, dove accanto a piatti a base di grandi materie prime di mare un rosato sarebbe una scelta spesso appropriata, ma disertata dai più; al che Pierri: «I nostri produttori devono ispirarsi al modello Provenza: fare grandi vini e poi saperli comunicare, ricostruendo l’emozione del gusto». «Vedo orrori nella comunicazione di questa tipologia di bottiglie» ha aggiunto Vincenzo Russo, direttore scientifico del Master in Food and Wine Communication allo Iulm di Milano.
E Massimo Maccianti, direttore generale di Vino & Design: «Deve andar oltre i propri confini attuali. Il Chiaretto si vende sul Garda e poco oltre, succede come da noi a San Gimignano, dove produciamo 5 milioni di bottiglie che vengono praticamente esaurite dai 3 milioni turisti». Vino souvenir, dunque, «poi nei supermercati i rosé sono tutti freschi, beverini», faciloni, «bisogna invece portarli nei maggiori ristoranti». Problema complesso: servono qualità, immagine, capacità di penetrazione dei mercati. Domanda rivolta alla platea dei produttori a Roséxpo: «Come si chiama il responsabile dell’acquisto vini degli Alajmo?». Silenzio. «E allora, se voi non conoscete lui, perché lui dovrebbe conoscere e comprare il vostro vino?».
Focus sulla comunicazione, dunque, per superare l’idea di un vino stagionale e locale, legato all’estate e alle vacanze, in definitiva una via di mezzo non raffinata, frivola, femminile. Pregiudizi peraltro ormai smentiti dai fatti: il vino rosato non è più “donna”, ma piace a tutti, dice un’indagine condotta da Nomisma Wine Monitor, secondo la quale comprano rosè le donne per il 73% e gli uomini per il 67%. Altri numeri li ha forniti Tannico, uno dei leader italiani nella vendita on-line. Ha evidenziato Marco Magnocavallo, ad dell’azienda: «La vendita dei rosati inizia a liberarsi dalla naturale stagionalità e registra un picco di vendite per i vini di Provenza (20%) ai quali seguono proprio quelli della Puglia (17%)». I rosati, sempre dallo studio dei dati di Tannico, sono il vino delle fasce più adulte. Lo acquistano poco i giovani utenti dello shopping on line; mentre è più presente nel carrello virtuale di chi ha più di 55 anni.
Ilaria Donateo, presidente deGusto Salento
Chiuso, intanto, il bilancio della quarta edizione di Roséxpo, già si delinea il progetto per il 2018. «Vogliamo confrontarci sempre più con l’estero», ribadisce la Donateo. Quindi, appuntamento dal 15 al 17 giugno 2018 a Lecce con la quinta edizione del Salone internazionale dei vini rosati.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.