Il venerdì, primo giorno del Merano Wine Festival, è dedicato come tradizione a bio&dynamica, una selezionata rassegna di cantine che praticano viticoltura biologica e/o biodinamica, giunta quest’anno alla dodicesima edizione.
Helmuth Köcher, presidente del Merano Wine Festival, ci racconta che «la manifestazione nacque nel 2005, la selezione dell’edizione 2016 ospita 120 aziende provenienti da tutta Italia». Una scelta di vini molto complessa dove il fattore “tempo” è essenziale per una corretta valutazione del prodotto bio: sono vini naturali, quindi come impone il ritmo della natura medesima, occorre dedicare più tempo per decretarne le caratteristiche dei migliori produttori vocati per coltivare le loro vigne e produrre i loro vini lavorando con l’obiettivo primo di salvaguardare e valorizzare il territorio attraverso l’adozione di una viticoltura sostenibile e rispettosa della natura. Novità di questa edizione è l’aver inserito la presenza di alcuni produttori stranieri nella sezione “Wine International”.

La raccolta dei Vignaioli Contrà Soarda a Bassano del Grappa
I
Vignaioli Contrà Soarda di Bassano del Grappa hanno presentato un Vespaiolo 2014 in purezza “
121 b.C. ossia before Christ”, massima espressione di un territorio, un Carmenere Veneto Rosso Igt 2013, naso esplosivo di frutta rossa e sfumature speziate, oltre all’outsider Pinot Nero 2013 Vignacorejo, eleganza allo stato puro, quel vino che berresti all’infinito.
Certo la Puglia con il Nero di Troia 2014 di
Valentina Passalacqua ci fa riflettere sull’evoluzione dei vini del sud per bouquet e struttura solida ma raffinato. Insolito un vin cotto marchigiano dell’azienda agricola
David Tiberi di Loro Piceno, non distante da Macerata, zona colpita dal recente terremoto.

Crama Basilescu: una delle aziende romene selezionata per l'edizione 2016
Fondatori dell’associazione produttori vin cotto del Piceno, i loro vigneti di circa un ettaro vantano vigne di Verdicchio, Malvasia, Montepulciano, Trebbiano e Sangiovese. Un vino naturale dove il fico caramellato e le note di miele permettono una degustazione paradisiaca ammirandone un colore ambrato con sfumature di oro antico.
Sugli stranieri tante certezze come il Pinot Nero 2013 di
Marjan Simcic dalla Slovenia e piccole curiosità dalla terra Rumena con
Crama Basilescu e un ibrido taglio bordolese dove il Cabernet Sauvignon e Merlot s’integravano all’autoctono Feteasca Neagra con il Golem 2013.

L'enologa di Domaine de Wardy
Tappa interessante tra i Domaine libanesi con un bianco Beideh del
Domaine de Wardy dove l’enologa
Diana Salamé crea da una vigna a 1200 metri un vino di grande struttura. Sempre in Libano interessante il blend Cabernet Sauvignon, Syrah, Carignan e Maurvedre di
Chateau Kefraya, un tocco molto francese con il loro Kefraya 2012.
Ciascun produttore metta in mostra, in un’anfora trasparente, sul banco di assaggio, la propria terra che il degustatore può ammirare e annusare per cercare di riscoprire un collegamento olfattivo con il calice. La filosofia bio è quella d’aspettare il momento giusto e mai come quest’anno i vini sono stati, all’unisono, in perfetta forma.