15-12-2015
Andrea Galanti, eletto un mese fa Miglior Sommelier d'Italia 2015, ci racconta in tre puntate i migliori abbinamenti enologici per le feste natalizie. Iniziamo oggi con gli spumanti
Abbiamo voluto realizzare una panoramica sugli spumanti Italiani che tocca varie regioni, ciascuna con espressività territoriale e vena “artistica” (l’enologia è un’arte, no?) diversa, dove il produttore rende autentico con il proprio stile ogni suo prodotto.
Partendo dalla Valle d'Aosta, ecco un metodo classico a base di Prié Blanc, il vitigno più alto d'Europa, che si è ambientato alle pendici del Monte Bianco. Si chiama Extreme Brut, della cooperativa Cave du vin blanc de Morgex et de la Salle, grande freschezza e piacevole sapidità per un millesimato che permane sui lieviti almeno 30 mesi.
In Franciacorta diverse sono le espressioni di eccellenza, il territorio è tra i più vocati per produrre metodo classico. Antica Fratta realizza un brut diretto e intenso a base di Chardonnay (almeno 80%) e saldo di Pinot Nero, assemblaggio di varie annate: regala sempre freschezza e delicata struttura.
Sul Carso, l’eroico Edi Kante, dell'omonima cantina, ealizza un metodo classico affascinate: KK. Assemblaggio di Chardonnay e Malvasia istriana con permanenza sui lieviti di almeno 30 mesi, esprime terroir fin dalla prima olfazione; sapidità inebriante accompagnata da una tagliente freschezza e note sul finale che richiamano frutta e fiori ancora giovani.
A Santo Stefano di Valdobbiadene, patria della Glera, il Prosecco extra dry Pianer di Le Colture della famiglia Ruggeri esprime autenticità, piacevolezza e ricche note di mela e pera tipiche del vitigno.
Spostandosi in Emilia, Cantina della Volta con il suo rosé millesimato a base di Lambrusco di Sorbara dona un'interpretazione emozionante del vitigno. Christian Bellei, un genio della rifermentazione in bottiglia, realizza uno spumante che comunica note di pompelmo rosa, freschezza e sapidità, e non teme gli abbinamenti gastronomici. Anzi, sorprende sempre.
Nella mia Toscana, terre di grandi vini rossi, svetta un metodo classico "storico". Fattoria Montellori con il suo pas dosè millessimato, 100% Chardonnay piantato nel 1976 a circa 300 metri nella zona dell'Empolese, esprime cremosità, eleganza, freschezza sempre marcata e una buona struttura.
Infine sull'Etna, il vigneron Murgo interpreta il Nerello Mascalese metodo classico in modo veramente interessante, nella versione extra brut. Sapidità e freschezza sono sempre ben evidenti e si alternano tra di loro accompagnate da buona struttura. Il vino è ideale anche per abbinamenti complessi.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Classe 1984 («Fu un’annata pessima per i vini», scherza), fiorentino, è stato eletto Miglior Sommelier d’Italia al 49° congresso Ais, nel novembre 2015. Lavora all'enoteca-gastronomia Galanti di Firenze, aperta nel 1960 da nonno Aldo