04-06-2023
Simona Balia e Federico Durzu, rispettivamente 27 e 28 anni, entrambi sardi, hanno vinto la Tuna Competition al Girotonno 2023 conquistando la giuria tecnica e quella popolare con il piatto Testa di tonno in cassetta
Può un singolo piatto far emergere già da solo l’inatteso talento di chi l’ha prima pensato e poi preparato? Probabilmente sì, a patto che sia un boccone fulminante, di quelli dei quali ci si innamora immediatamente per autenticità della materia prima, eccellenza di costruzione, armonia al palato, chiarezza di concetto. Come questa Testa di tonno in cassetta che ancora ci coccola le papille e ha vinto poche ore fa la Tuna Competition, ossia la tradizionale sfida tra nazioni a colpi di tonno rosso local alla diciannovesima edizione del Girotonno che si sta chiudendo a Carloforte, isola di San Pietro, Sud-Ovest della Sardegna.
Alcuni membri della giuria tecnica: da sinistra Roberta Garibaldi, Gavino Sanna, Cristina Viggè e Carlo Passera
CHI SONO I VINCITORI
Simona Baila e Federico Durzu in tenuta da mare davanti a una barca di Carloforte Tonnare
Lei è Simona Balia, classe 1995, originaria della vicina isola di Sant’Antioco. Studiava Biologia a Sassari quando è stata folgorata dalla passione per la cucina, iscrivendosi così alla Coi - Accademia Enogastronomica fondata da Roberto Petza a Baradili. Da lì esperienze varie, come a Palazzo Doglio del Forte Village, al bistrot cagliaritano Babeuf, persino in un ristorante giapponese-autentico sempre sull’isola, ma l’indirizzo più blasonato è stato il Qafiz sull’Aspromonte, con Nino Rossi, cinque anni fa. Ora è rientrata a casa, lavorerà presto con Achille Pinna al Da Achille proprio a Sant’Antioco.
Balia, selezionata per rappresentare l’Italia a questo Girotonno 2023, ha pensato di farsi affiancare da un collega quasi coetaneo, che aveva conosciuto quando era allievo, come lei, all’Accademia Coi. E ha chiamato allora Federico Durzu («Perché? Perché è bravissimo!»). Lui, cagliaritano classe 1994, attualmente è responsabile della panificazione al Reale Casadonna con Niko Romito, «ma d’accordo con lo chef mi son messo in ferie lunghe. Sto cercando un posticino nel capoluogo per aprire un locale tutto mio, anche piccolo perché voglio fare tutto da solo, e mettermi così alla prova. Penso a una cucina povera, semplice, di prodotto sostenibile e stagionale: pochi piatti ben eseguiti, per una tavola accessibile a tutti». Anche in questo caso è un torrare a domu, dopo aver tanto girovagato: nel suo curriculum non c’è solo l’Abruzzo di Niko, ma anche Londra e Berlino, persino il Messico, oltre che la Alghero di Cristiano Andreini.
IL PIATTO
Testa di tonno in cassetta
Ma, al di là delle mandorle, che sono già una chicca preziosa a dare croccantezza e rotondità al piatto, quest’ultimo si caratterizza per altri tre tocchi davvero magistrali. Il primo, il fondo ristretto di cipolle che va a glassare la terrina, deriva dalla tecnica romitiana dell’Assoluto di cipolle (dunque cipolle cotte sottovuoto in soluzione di sale, aceto, vino, olio e zucchero, poi strizzate e filtrate. Da 20 venti chili di ortaggi, 200-300 grammi di liquido, in sostanza la loro pura essenza), una sventagliata di dolcezza aromatica all’inseguir l’umami; poi, ancor di più, l’insalatina di erbe fresche di campo (nasturzio, finocchietto, rucola selvatica, germogli di carota selvatica…) che regala freschezza vegetale e note amarostiche, condita poi – per un’acidità rotonda e fruttata - con una vinaigrette di aceto di melograno e sapa di fico d’India, rarissima da trovare, «c’è l’ha fornita Achille Pinna da Sant’Antioco». Infine, il terzo tocco brillante: il piatto prevede anche un trancio di panfocaccia realizzato con farina tipo 1 e grano saraceno, con prefermento di biga con 24 ore prima e poi ulteriori 48 ore di lievitazione, «volevamo ispirarci alla focaccia carlofortina, che poi è quella genovese (i legami storici tra l’isola e Zêna son ben noti, no?): quindi impasto molto idratato, con olio evo, e il saraceno per dare profumo in più».
La terrina è stata idea di Simona, i condimenti e il pane di Federico: l’esito è unitario, un piatto armonico, territoriale, raffinato, intelligente, persino pratico da realizzare (han dovuto impiattarne oltre 150 porzioni in pochi minuti, tra giuria tecnica e giuria popolare del Girotonno). Non sfigurerebbe in un due stelle. E inneggia anche alla sostenibilità.
ALTRE BONTÀ 1: ULTERIORI ASSAGGI ALLA TUNA COMPETITION
Degustazione del piatto di Roberto Okabe, secondo classificato
I concorrenti di Girotonno 2023: rappresentavano Italia, Marocco, Giappone, Messico, Argentina e Portogallo
Piatto buonissimo, con un unico difetto: la ricchezza di sapori del “contorno” si mangiava un po’ il tonno. Al contrario, il Tonno tangia con crema di melanzane affumicate valorizzava al massimo il tonno rosso di Carloforte, in filetti belli spessi e cotti alla perfezione, ossia poco, uniformemente e con perfetta scottatura esterna, poi la nota croccante della pastilla sbriciolata e l’aromaticità del limone in conserva, del cumino e dello zafferano – infusi in una salsa di pesce - ma tenuta a bada, dosata per ottenere il giusto bilanciamento. Problema: la crema di melanzane affumicate? Non pervenuta al palato. Gli autori? M Bark Belmissi e Jawad Sarih, entrambi in forza al Four Seasons Resort di Marrakech. (Nota bene: la tangia è un recipiente di argilla per la cottura, tipico di Marrakech e qui usato per la preparazione della salsa di pesce; è da non confondere con la tajine).
ALTRE BONTÀ 2: IL TONNO STAGIONATO 25 ANNI (E PiÙ)
Luigi Pomata mostra un suo tonno invecchiato 25 anni ancora nella latta appena aperta e sgocciolata
ALTRE BONTÀ 3: IL TONNO ROSSO DI CARLOFORTE TONNARE
Le antiche tonnare di Carloforte
La Carloforte Tonnare Piam perpetua i riti della “tonnara fissa”, che lavora con metodo artigianale; non c’è più l’antica e cruenta mattanza, bensì sistemi mutuati anche dai maestri giapponesi per ottenere un prodotto ineguagliabile. Qui vengono trattati solo magnifici tonni rossi “di corsa” pescati direttamente a meno di un miglio di distanza dalla costa; in parte vengono poi commercializzati freschi all’alta ristorazione e in tutto il mondo, ma il fiore all’occhiello sono gli inscatolati – tonno rosso, ventresca, tarantello, briciole e buzzonaglia, si acquistano qui – che sono vera prelibatezza (non è sbagliato dimenticare la ventresca in cantina per anni e anni: non fa che migliorare, come dimostra Pomata). La migliore materia prima in assoluto, pescata e confezionata con il miglior metodo in assoluto.
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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