18-07-2021
Lo chef Federico Ferrari con uno dei suoi fornitori, in questo caso si tratta di Alessandro Boccaccio, produttore di zucchini, pesche e fiori di zucca a Rivalta Bormida. Queste piccole produzioni innervano l'idea di cucina territoriale, ma contemporanea, che lo chef porta avanti al suo Mirepuà, ad Acqui Terme (Alessandria)
A volte veniamo assaliti da un dubbio: ma ha senso la nostra battaglia? O siamo come dei Don Chisciotte, destinati a sbattere contro la realtà? Ossia: ha senso raccontare - e quindi propagandare - i luoghi del gusto dove si fa cucina di qualità; dove s'innesta un rapporto virtuoso col territorio; dove si selezionano grandi materie prime, che poi vengono rispettate in cucina; dove ci cerca di onorare la tradizione, apportando però tutti gli accorgimenti necessari per crearne una nuova? O deve valere la logica dei grandi numeri, stile all you can eat? Ci si arrovella. Poi ci si ritrova in posti come il Mirepuà, e tutte le incertezze vengono spazzate via.
Mirepuà sta, dal 3 aprile 2019, a Il Cascinone, una delle principali tenute dell'Acquese. Siamo sulle colline dell'Alto Monferrato, l'azienda conta centodue ettari in corpo unico, dei quali 45 vitati, all’interno del comune di Acqui Terme (che però dista più di 8 km), in una delle zone più vocate alla produzione di Barbera d’Asti. Attorno, solo campagna.
Tavolo con vista sui vigneti
A parlare è Federico Ferrari, di professione chef, che con la socia Gaia Fassone, genovese classe 1989, ha appunto creato Mirepuà. Federico è a sua volta genovese e classe 1989. Si è diplomato all’Istituto Alberghiero Nino Bergese di Sestri Ponente, dove la sua passione per la ristorazione ha iniziato ad assumere concretezza: «Mia nonna aveva un'osteria a Genova, con la zia di mia mamma. Ho insomma sempre mangiato bene a casa, e la tavola mi ha sempre affascinato. All'inizio non pensavo al fine dining. Ma poi ho preso a lavorare in Versilia, in Liguria, dopo anche all'estero...». Neiprimi anni è stata fondamentale l'esperienza da Cesare Giaccone, dove Ferrari ha imparato l’arte della tradizione e della semplicità e ha capito inoltre l’importanza fondamentale della selezione degli ingredienti e del rapporto con i fornitori locali. Poi Londra, la Danimarca, gli stage da Enrico Crippa, Riccardo Aiachini, Matias Perdomo...
Gaia Fassone e Federico Ferrari
Ferrari è molto bravo, specie su un punto: riesce a modellare la tradizione piemontese in modo estremamente convincente, insieme golosa e raffinata. Voglio dire: oltrepassa il limite senza arroganza; innova, senza assumere le vesti dell'innovatore a tutti i costi, per discrezione sua propria. Prendiamo Ritorno al futuro, la versione maison dell'insalata russa (con gel di peperoni, verdure fermentate e non, tataki di tonno). O Arrosto crudo, altra reinterpretazione dei classici. Sono - ci perdonino i puristi - migliori dei modelli originali, perché la creatività in cucina significa esattamente far meglio del già visto, altrimenti non avrebbe senso.
Lo chef al lavoro
Il dato di fondo è: al Mirepuà - come dall'esimio Davide Palluda, tanto per azzardare un paragone - non si gusta una cucina piemontese museale, ostaggio di sé stessa. Ma una sua interpretazione contemporanea assolutamente convincente.
E ora vi raccontiamo il nostro pasto, grazie alle foto di Tanio Liotta.
Macaron con paté di trota e le sue uova
Ciliegie marinate in aceto di vino
Ritorno al futuro: "insalata russa", gel di peperoni, verdure fermentate e non, tataki di tonno. Un'interpretazione davvero convincente di un classico piemontese
Asparago, cervella, carbonara. Il finto asparago è di mousse di cervella al limone con glassa di asparago, poi salsa carbonara (pecorino, tuorlo marinato, guanciale, panna), salsa olandese al limone e timo, tuorlo marinato, asparago crudo
Arrosto crudo, siamo ancora nel campo della reinterpretazione dei classici: qui un carpaccio di fassona marinato nell'olio di arrosto e con tartufo nero estivo. L'approccio di Ferrari è sempre molto rispettoso della tradizione, ma dritto sulla contemporaneità
Anima mia: animella di vitello, crema di zucchine, curry verde, menta, fondo bruno, zucchine marinate
Eccellente questo Bon-Bon: gnocchi di zucchine trombetta al vapore, gamberi crudi di Mazara del Vallo, limone candito, ristretto di pesca allo zafferano e pomodoro
Il Plin del vicino: è plin vegetale (ripieno di sedano, carote, cipolle, melanzane, zucchine) con un fondo vegetale tirato secondo tradizione
Alti livelli con Madame Faraona: il petto farcito con guanciale e salvia, la coscia in panura aromatica, il suo fondo, la brûlée di fegatini, il collo ripieno alla genovese. In quest'ultimo elemento l'unico problema, altrimenti sarebbe un piatto perfetto: la pelle è un po' troppo cruda
Sorprendente l'Impepata di coppa, una coppa di maiale con salsa al pepe, uva e friggitelli. Godibilissimo, pulito, armonico, azzeccato
Limone cioccolato: cupola di limone e lime, cuore di cioccolato fondente 100%, polvere di cioccolato 78%, limone fermentato
Notti al Bar Dante: semifreddo alle arachidi salate, biscotto al cacao, namelaka di Ivoire Valrhona e lime, gel al Campari
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Federico Ferrari, chef del Mirepuà di Cremolino (Alessandria), presenta il suo carrello dei salami
Carlo Scanferla, classe 1982 da Stra (Venezia) è tornato alla guida dei fornelli del Bistrot Cavour nell'hotel Alli Due Buoi Rossi di Alessandria, dove già aveva lavorato a metà degli anni Dieci sotto Andrea Ribaldone
Il maestro francese Yannick Alléno firma (con il suo resident Francesco Marchese) la carta del ristorante Fre, al Réva Resort di Monforte d’Alba, provincia di Cuneo. Ovviamente - siamo in Langa - questo è il periodo ideale anche per il tartufo...