05-02-2021
Il box "Street food siciliano" del Terrammare a Milano, che bontà. Qui si vedono i fritti, eccellenti: Sarde alla beccafico, Calzoncini fritti prosciutto e mozzarella, Crocché di patate, Panino e panelle, Sfincione palermitano, Arancina al ragù, Arancina al burro con prosciutto. Poi ci sono anche Parmigiana di melanzane e Caponata siciliana. Noi abbiamo anche ordinato due Cannoli alla ricotta
Ora che le prospettive della ristorazione paiono farsi meno difficili e che i locali, pur a macchia di leopardo e con orari limitati, cominciano poco a poco a riaprire al pubblico, non è giusto dimenticarci di quello che è uno degli esiti migliori dal punto di vista gastronomico di questi ultimi 11 mesi così complicati: la crescita di un delivery e/o asporto di qualità. Abbiamo visto chef cimentarsi in piatti di fine dining, consegnati a casa con nostra soddisfazione; altri virare su proposte più tradizionali, da vecchia gastronomia italiana, ma di gran gusto e altrettanto successo; altri ancora inventarsi formule tutte nuove, così riuscite che rimarranno nel tempo. Vi vogliamo però raccontare un altro caso, diverso, avviato da pochi giorni, che ci è piaciuto perché coinvolge con la sensibilità dell'alta cucina un universo in espansione che è quello dello street food; poi perché esporta - in questo caso a Milano - un'anima territoriale che era già presente qui, ma non a questi livelli; infine perché ha esiti davvero convincenti, deliziosi, golosi, quasi "consolatori". Parliamo del box "Street food siciliano" proposto da Terrammare (in delivery con Uber Eats o in take away prenotando allo 02 41402774).
Fin qui, l'elenco. Poi, il gusto. Con una premessa. Chi scrive ha un pregiudizio negativo sui fritti, semplificano troppo le cose nel fine dining, dico in generale e non in questo caso specifico. Nel quale la perplessità stava semmai nella scelta in sé: son pazzi a proporre dei fritti in delivery? Li mangi molti minuti dopo la preparazione... Che disastro sarà? Invece: croccanti, non unti, diversificati nella tecnica con intelligenza e know how. Viatico all'equilibrio complessivo del box: chiaro che non sarà un pasto light, è nell'ordine delle cose, ma l'insieme è equilibrato, non stucchevole. In una parola: davvero ben realizzato.
Peppe Barone
Dicevamo all'inizio: questo delivery/asporto di qualità è uno dei lasciti più belli della pandemia, nel mondo del cibo. Ecco: quando tutto sarà finito, val la pena non accantonare l'iniziativa, questo box "Street food siciliano", perché sarebbe un vero peccato (e infatti, a quanto mi risulta, si stanno organizzando in questo senso).
Stefania Lattuca e Ninni Radicini con il box "Street food siciliano". La foto è di Paolo Marchi
Sarde a beccafico: semplicemente magistrali, le migliori che abbia mai mangiato, armoniose, persino eleganti. Spiega Radicini: «La panatura è con una pastella di acqua e farina, poi passata nel panko. Il ripieno è con pan grattato, olio, succo d'arancia, sale, pepe, battuto di acciughe, pinoli e uvetta». Da mangiarne 50.
Crocché di patate: ottimamente riuscite, saporite, con un che di etereo. Stessa panatura delle sarde, con il panko, dentro patate schiacciate, sale, pepe e prezzemolo. Semplice semplice, buono buono.
I fritti fuori dal box
Panino e panelle: poco da dire, comme il faut. La panella è saporita, il pane maison, sempre di Russello e Maiorca ma in proporzioni uguali, 50-50.
Sfincione palermitano
Arancina al ragù e Arancina al burro con prosciutto: gli unici appunti che possiamo fare. La panatura è perfetta (pastella di acqua e farina, poi pan grattato), all'interno avremmo invece voluto un poco di condimento in più, per rendere il tutto maggiormente succulento. Poi c'è il tema del riso: da milanesi preferiamo le versioni "contemporanee" delle arancine con il Carnaroli, che rimane più sgranato, al dente; Radicini segue invece la tradizione, quindi «riso Arborio con un po' di parboiled, che non è nobile ma mi serve per tenere meglio la cottura». Nulla da obiettare, questione di gusti.
Parmigiana di melanzane
Caponata siciliana
Cannolo alla ricotta
Ovviamente Terrammare ora non è più solo delivery, il locale ha riaperto per il pranzo, che è sempre di gran soddisfazione, come vi abbiamo già raccontato. Però, ecco, questo box va segnalato, perché è da dieci.
(Nota bene 1: Parmigiana e Caponata fan parte del box, ma possono essere anche ordinate come piatti singoli, unitamente ad altre proposte, come il Timballo del Gattopardo, gli Involtini di pesce spada alla messinese o le Polpette di seppia alla ghiotta, l'elenco cliccando qui su Uber Eats).
(Nota bene 2: la Caponata siciliana ci è piaciuta così tanto, che abbiamo chiesto a Radicini di regalarci la ricetta. La trovate di seguito).
Radicini mentre impiatta la Caponata siciliana
Procedimento Tagliare le melanzane a quadrettoni e mettere sotto sale per 3-4 ore, preparare un battuto grossolano di sedano e cipolla (quadretti la metà delle melanzane) e fare rosolare in casseruola con un filo d’olio d’oliva, aggiungere il concentrato di pomodoro e le olive. Allungare con acqua fino a raggiungere il doppio del suo volume, fare restringere fino ad ottenere una salsa densa.
In un pentolino mettere l’aceto e fare sobbollire, aggiungere lo zucchero, mettere lo sciroppo nella salsa precedentemente ottenuta, sistemare di sale e pepe. Friggere le melanzane (una volta bene asciugate) in olio di semi di girasole a una temperatura di 170 gradi circa, scolare in carta assorbente quando sono ben dorate. Assembleare le melanzane insieme alla salsa, aggiungere ancora un goccio di aceto in purezza, se è gradito, e spolverare con cacao amaro. Lasciare riposare per mezza giornata
Consiglio: per assaporare il piatto al meglio, servirlo a temperatura ambiente.
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Le protagoniste dell'iniziativa
Stefania Lattuca, Giada Botarelli,Peppe Barone -Foto: Annalisa Cavaleri
Carla e Francesca Barone, figlie dello chef Peppe Barone, al comando rispettivamente di sala e cucina nel ristorante Fattoria delle Torri a Modica (Ragusa)
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale