20-02-2018
Floriano Pellegrino e Isabella Potì (foto Madrid Fusión Manila)
Cena dai Bros a Lecce, l’altra sera. Al tavolo, con chi scrive, una sorta di spremuta della migliore giovane cucina, non solo tricolore: Gabriele Boffa, neo-executive della Locanda del Sant’Uffizio, sotto la toque di Enrico Bartolini (leggi: Bartolini apre in Piemonte con Gabriele Boffa); poi Martino Ruggieri da Parigi, è l’ospite d’onore della prima edizione di Ego, in programma proprio oggi (Ego a Lecce, martedì il festival della formazione gastronomica); quindi Curtis Clement Mulpas, belga classe 1996, commis dello stesso Pavillon Ledoyen dove Ruggieri, da Martina Franca, è head chef (entrambi hanno vinto, nelle rispettive categorie, la selezione italiana del Bocuse d’Or (Martino Ruggieri: chi è e perché ha vinto). Li rivedremo a Torino per la finalissima l'11 e il 12 giugno); infine Floriano Pellegrino e Isabella Potì a far la spola con la cucina.
Foto notturna a Lecce: Floriano Pellegrino, la giornalista Monica Caradonna, Isabella Potì, Martino Ruggieri, Gabriele Boffa e Curtis Clement Mulpas
Viene in mente che Floriano&Isabella saranno chiamati sul palco di Identità Naturali, sabato 3 marzo (ore 14,10, sala Blu 2). Parleranno, allora, di carote? «No, pensavamo di proporre una lezione sulla pasta… “naturale”. Questa lavorazione della carota la porteremo invece a Madrid Fusión Manila». Troppo distante, vogliamo saperne di più, raccontateci. Pellegrino come sempre è una scossa di adrenalina, ma la sua risposta è raggelante: «Per fortuna che c’è Sant’Ippazio!».
Carota, mandarancio
Il concetto al fondo è quello che abbiamo già sviluppato raccontando la “Nuova Cucina Mediterranea” dei Bros (leggi: Da Bros le prove tecniche di una Nuova Cucina Mediterranea). Ossia, «rimodulare, impastare di nuovo quello che c’è già, dare un volto e un accento diversi a quanto è fissato nella nostra tradizione. E poi certificarlo, per lasciarne una traccia scritta, che non possa più andare perduta». Salvare dunque dall’oblio la pastinaca di Tiggiano, ma anche le tante altre chicche dimenticate del mondo verde.
Cipolla, ribes
Cambia la stagione e si modifica anche l’interpretazione del medesimo piatto, «usiamo in queste settimane una cipolla di Montoro, più dolce e morbida. La bruciamo e la mettiamo sotto sale. Poi lampascioni acidulati a crudo, caroselle (ossia fiori di finocchi selvatico, ndr) a loro volta acidulate, le stesse cipolle acetate a crudo, il loro brodo, olio di sponsali, perle di aceto, tapioca».
L'anatra dei Bros
Linguine Monograno Felicetti, latte di pistacchio e liquamen: ossia il liquido di fermentazione che si ottiene dalla produzione del garum
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale