24-06-2021
Dario Pandolfo, Marco Calabrese e Michele Ainis, rispettivamente chef, patron e pastry chef del Ngonia Bay, bellissima struttura dell'accoglienza e del buonmangiare a Tono di Milazzo
Debbo confessare la mia ignoranza: fino a non molto tempo fa, Milazzo per me - sono milanese - era giusto il luogo per una buona cena (da Giacomo Caravello, torneremo presto a parlare del suo Balìce) o tutt'al più il luogo dal quale salpare verso le Eolie. Niente di diverso, niente di più: arrivando da Catania/Messina, dunque a Oriente del promontorio di Capo Milazzo, si è accolti da un panorama caratterizzato dalle raffinerie, che portano lavoro ma certamente non favoriscono il turismo; poi il porto, i traghetti, gli aliscafi, e la partita era chiusa.
Merito quindi di Marco Calabrese, imprenditore di successo nel campo dell'edilizia, quello di avermi fatto scoprire la parte occidentale della città, bellissima: col promontorio a schermare la vista sull'Est delle industrie, lo sguardo spazia invece su una natura affascinante, sul castello (anzi: è la cittadella fortificata più grande di Sicilia), sul mare limpido, sulle spiagge ben tenute. C'è la vecchia tonnara, i cui spazi sono ora adibiti al turismo, sia per il pernottamento che per la ristorazione; ci sono le basse casette tipiche di quello che era un borgo di pescatori, Tono si chiama, davvero delizioso... Qui Calabrese ha edificato nel 2017 un piccolo gioiello dell'accoglienza, proprio di fronte alla spiaggia della baia del Tono, ossia prima che il monte Trino s'imponga e renda scoscesa la costa trasformandola da lingua di sabbia a sequenza di scogliere a picco sul mare, tra le quali si aprono grotte e insenature, splendida la piscina naturale dedicata a Venere, proprio sulla punta del Capo Milazzo. E insomma, abbiamo scoperto questa Milazzo sorprendente godendocela dal Ngonia Bay.
Vista sul golfo di Milazzo, a Ovest del promontorio. Il Ngonia Bay è la prima struttura in basso
Da Street View: quando il Ngonia Bay non c'era
Ngonia Bay da diversi punti di vista
Dario Pandolfo
Che dire invece della cucina di Pandolfo? È di territorio, di cuore, di testa. Racconta certamente le origini dello chef e i luoghi circostanti; è sincera, vera, senza troppe sovrastrutture; declina anche concetti ormai davvero necessari per un giovane chef contemporaneo, il no waste, l'attenzione alla sostenibilità, l'idea stessa di una certa consonanza con la natura.
Crudo di mare
Tagliata di tonno con cipolla in agrodolce e biete ripassate
La sera invece, si sale in terrazza per il fine dining del ristorante principale. Considerazioni: lo chef è bravo e ha ulteriori ottime potenzialità di crescita, perché è tipicamente nella fase in cui sta trovando il fil rouge personale tra le varie esperienze pregresse face to face con quella attuale. Non ha ancora elaborato del tutto una sintesi finale ma è solo questione di mesi, settimane, giorni. È poi nel posto giusto, che gli garantisce materia prima eccellente e anche crescenti spazi per seminare i propri orti, letteralmente. Scommettiamo quindi sul suo avvenire... a patto che si decida a imporre una minore cottura del pesce, sempre un po' oltre il punto ideale.
Vi raccontiamo quindi il nostro pasto, le foto sono di Tanio Liotta.
Sfera di insalata di pomodoro liquida e acciuga
Rigatoni alla norma e ricotta infornata
Panino alla zucca spinosa in conserva, coppa di testa e prosciutto crudo
Mare di plastica, per denunciare l'inquinamento marino: finta plastica di pelle di latte essiccata, burro montato al limone e colatura di alici
Tacos di tonno e guacamole
Sandwich di gamberetto di nassa e maionese del suo corallo
Anguria marinata, cipolla in agrodolce, gambero rosso di Sicilia, formaggio fresco di capra
Seppia aglio olio e peperoncino, crumble di pane al nero
Delizioso questo piccolo assaggio, potente, intenso...
...è una Cozza alla marinara in air bag di pane al nero
Merluzzo alla pizzaiola, la sua pelle soffiata, latte di mandorla, riccio di mare, olio alla melissa
L'impronta nordica di Pandolfo, che deriva dalle sue esperienze, emerge in questo Carota, panna acida e finocchietto selvatico (quattro tipi di carota, ossia bianca, arancione, gialla e viola, poi estratto di carote e aceto di mele. La nota acetica è fin troppo sottotraccia)
Ventresca di tonno rosso arrosto, insalata di erbe aromatiche, salsa ristretta di melanzane
Cernia, sedano, cetriolo, nepitella, salsa di cernia, vino bianco e burro
Anolini alla ricotta di pecora, crema di nasturzio, spuma al limone, briciole di pane alle acciughe e bottarga di tonno
Spaghetto al pomodoro in bianco, gamberi rossi e la sua salsa
Ricciola arrosto, cipolla fondente all'aceto di mele, spuma di mandorle e polvere di cappero. Un minuto di cottura di troppo
Assolutamente squisita questa Costata di manzo di razza modicana, pomodori verdi fritti e carbone vegetale, qui il punto di cottura è perfetto. Lo chef seleziona vacche a fine carriera e le consegna alla brace dello yakitori, per poi condire con polvere di funghi e cipolla
Granita di rapa rossa e mirtilli, gelato al finocchietto selvatico
Una bella idea di Ainis: riscoprire la manna
Eccellente il Giardino di Sicilia: cremoso di pistacchi e mandorle, gel al liquore di manna, polvere di spugna al pistacchio, gelato di ricotta di pecora e manna, chips alla vaniglia
Bavarese di nocciole, cremoso di mascarpone, sorbetto di limone e bergamotto, chips alla vaniglia
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Lo chef Michele Lazzarini di Contrada Bricconi, Oltressenda Alta (Bergamo)
Michele Lazzarini, da poco al timone di Contrada Bricconi, Oltressenda Alta (Bergamo), qui nella lezione di "Identità di Pasta" 2023, costruita in collaborazione con Felicetti. Accanto a Lazzarini, il suo ex pigmalione Norbert Niederkofler (foto Brambilla/Serrani)
Dall'alto a sinistra, in senso orario: Juan Camilo Quintero Merchan, Michele Lazzarini, Gianmarco Ferrandi, Giacomo Devoto e Dario Pandolfo
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale