13-09-2012
Daniel Humm, chef svizzero dell'Eleven Madison Park di New York, +1.212.8890905, si disseta dopo una corsa in mountain bike, sua grande passione fuori dai fornelli (foto di Mimi Ritzen Crawford per il Wall Street Journal). Humm è il miglior cuoco straniero per la Guida ai Ristoranti di Identità Golose 2013 (di prossima uscita), autore nella stessa di un racconto sulla sua New York del cuore e sarà tra i relatori di Identità Milano, 10-12 febbraio 2013
«Sono arrivato a New York da San Francisco, dov’ero rimasto 3 anni dopo aver lasciato la Svizzera. Cercavo nuove sfide, nuovi stimoli. Mi era parso subito chiaro cosa fossero gli Stati Uniti: due coste lontane quasi 6mila chilometri, in fondo la stessa distanza che divide l’Europa dall’East Coast americana. Due mondi separati. Anzi, la realtà è che New York è proprio un mondo a parte».
È l’attacco del pezzo che il cuoco svizzero Daniel Humm, 36 anni, dedica alla città che gli ha dato la fama. Un viaggio tra i migliori bagels con cream e i pastrami della Grande Mela, i ristoranti asiatici e le insegne napoletane. Uno dei dodici racconti contenuti nella sesta edizione della Guida ai Ristoranti d’Italia, Europa e Mondo di Identità Golose, in libreria a fine settembre.
La Tartare di carote dell'Eleven Madison Park (foto Joshua Bright per The New York Times)
Eravamo a fine luglio scorso, a chiusura dei lavori di redazione. Una vita fa perché Humm, mountain-biker ma anche maratoneta newyorkese, corre alla velocità del suono, con le gambe (l’ultima 42 chilometri-e-rotti l’ha completata in 2 ore e 51 minuti, un cronometro olimpico) e con la testa. Avrebbe potuto infatti cullarsi sugli allori delle 3 stelle Michelin, delle 4 del New York Times, del 10° gradino della World 50 Best, del premio di chef dell’anno ricevuto dalla James Beard Foundation. Degli osanna dei foodies e di una critica pressoché compatta nel venerare il suo stile relaxed but dynamic. Ma si è rimesso di nuovo in gioco, al motto caro al pittore Willem De Kooning: "I have to change to remain the same". Ritrovarsi solo nel mutamento perpetuo.
Daniel Humm, classe 1976, in tenuta da lavoro
Uno spostamento del baricentro creativo concepito assieme a Will Guidara, general manager e partner di Humm, anche lui sulla trentina e co-partner tra l'altro di NoMad, la seconda insegna gestita a Manhattan. Sono entrambi concordi nel pensare che i grandissimi ristoranti di oggi – Noma a Copenaghen, Osteria Francescana a Modena, Mugaritz e Celler de Can Roca in Spagna, Alinea a Chicago - «devono vendersi come recipienti di arte astratta, diventare cantastorie sperimentali».
La copertina della Guida ai Ristoranti d'Italia, Europa e Mondo di Identità Golose, 19 euro, nelle librerie a partire da fine settembre
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt