03-04-2015

Il nuovo D'O sul Wall Street Journal

Il popolare quotidiano dedica un servizio a Davide Oldani. Svelando particolari sul trasloco

Il titolo del servizio pubblicato sul Wall Street

Il titolo del servizio pubblicato sul Wall Street Journal del 30 marzo scorso: "Davide Oldani del ristorante D'O espande il suo impero". Il nuovo D'O, rivela l'autore Jay Cheshes, aprirà a Cornaredo entro l'estate

È passato un po’ in sordina, in questi giorni frenetici dedicati a Expo, un bel dossier pubblicato il 30 marzo scorso sul magazine del Wall Street Journal, testata newyorkese a lungo best seller degli Stati Uniti nella sua categoria, quella del quotidiano. Il protagonista del pezzo è lo chef Davide Oldani che, leggiamo nel titolo “espande il suo impero”.

Il cuoco del D’O di Cornaredo vive un momento d’oro fuori dai confini: dopo la lezione ad Harvard del novembre 2013, quella recente al prestigioso Hec di Parigi e l’imminente apertura del ristorante Food all’hotel Shangri-la di Manila, nelle Filippine, ecco il dossier firmato da Jay Cheshes. Il giornalista americano loda le caratteristiche che in oltre 11 anni hanno reso cult l’insegna: il rapporto qualità/prezzo tra i più vantaggiosi, l’attesa per avere un tavolo che arriva fino a 8 mesi, lo sforzo del cuoco di mantenere «i prezzi non bassi, ma corretti».

Soprattutto, viene svelato per la prima volta anche qualche dettaglio relativo alla nuova ambiziosa location, la famosa “Ferrari” che tanti addetti ai lavori invocano da anni. Il nuovo ristorante, leggiamo sul WSJ, dovrebbe aprire nel bel mezzo dell’estate. È un progetto dell’architetto modernista Piero Lissoni, sarà grande due volte quello attuale e ospiterà quasi 50 coperti, con una test-kitchen nel seminterrato.

All’Expo, Oldani dirigerà un piccolo caffè che servirà piatti dolci e salati, preparati con ingredienti della tradizione milanese, secondo il noto stile di Cucina Pop. Questa primavera uscirà il suo primo libro in lingua inglese ma, ciò che colpisce ancora Cheshes è che il cuoco «vanta più sponsor di un pilota di Formula Uno: Samsung, Mercedes… E Giorgio Armani è talmente innamorato della sua cucina che l’anno scorso l’ha prelevato con l’aereo per fargli preparare una cena per 480 ospiti in una sera al Palais de Tokyo».

«Oldani», procede il giornalista, «pensa come un designer industriale: cerca soluzioni innovative a problemi che cuochi e clienti non notano neppure», citando l’ormai celebre Passepartout - le 3 posate in una -, i bicchieri concepiti per S.Pellegrino, il cucchiaino di caffè Lavazza e i piatti per Kartell.

Il pezzo si chiude con il percorso del cuoco, dall’apprendistato con Gualtiero Marchesi all’apertura del primo D’O, nell'anno 2003. «Ma c’è ancora molto da fare», tiene a precisare Oldani in coda, «la filosofia Pop non è marketing; è qualcosa di serio. Un progetto che riguarda anche l’alta qualtià accessibile a tutti».


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