19-06-2023
La sala di Aürt, con i tavoli dietro i quali gli chef della brigata completano i piatti sotto gli occhi dei clienti. I due cuochi raffigurati nella foto sono anche quelli che ci hanno serviti: Marc Cano, chef di cucina, e Xavi Romero, secondo chef di cucina
Aürt è un ristorante di Barcellona, aperto dallo chef Artur Martìnez nel febbraio del 2019, un ristorante che in pochi anni di attività si è conquistato una posizione di primo piano nel panorama gastronomico della città catalana, sempre molto vitale e ricco di opportunità per i buongustai. Per raccontarne l'identità, conviene partire dall'inizio. Dal significato di una parola, che poi è Aürt: come si spiega anche nel sito del ristorante, questo lemma ha infatti un legame piuttosto forte con le idee dello chef.
E' una parola apparentemente esotica, pur essendo assolutamente catalana. Poco nota, poco utilizzata, ma anche breve, si distingue per la sua immediatezza e incisività: significa scontrarsi con forza contro qualcosa. Un termine che ha origine nel XIII secolo, con radici incerte che probabilmente risalgono alla cultura pre-romana e indoeuropea, influenzate significativamente dalla tradizione celtica. Queste origini linguistiche hanno una certa analogia con le origini di Martìnez, il cui nome è composto dalle medesime lettere. La dieresi che si trova sulla u, infine, vuole simboleggiare, si spiega sempre nella presentazione del ristorante, una mentalità 2.0, in sintonia con l'ossessione dello chef di evolversi costantemente.
Artur Martìnez è un figlio d'arte: i suoi nonni avevano fondato nel 1952 El Buen Gusto, un bar a Terrassa, vicino a Barcellona, che poi hanno preso in gestione i suoi genitori. Dopo aver concluso gli studi all'alberghiero e aver fatto un po' di esperienze di cucina in prima persona, Artur e il fratello decisero, nel 2002, di trasformare il vecchio bar in un piccolo ristorante gastronomico chiamato Capritx. Nonostante le risorse finanziarie limitate e una cucina piccolissima, trovarono modi creativi per distinguersi, fino a ottenere una stella Michelin nel 2010. Ma abbiamo citato prima l'ossessione di evolversi come una delle caratteristiche di Martìnez: lo portò nel 2017, nonostante un grande successo, a concludere l'esperienza di Capritx. Due anni dopo, ecco la nascita di Aürt, che ha già ritrovato la stella Michelin, e anche due soli dalla guida spagnola Repsol.
Artur Martìnez
Tornando al significato della parola che dà nome al ristorante, è utile ripartire dal concetto di "apparentemente esotico". Infatti nella cucina di Artur Martìnez si trovano diverse ispirazioni che arrivano da altri luoghi del mondo. Ma queste fascinazioni esotiche diventano apparenti quando vengono portate in Spagna, in Catalogna, nel modo più coerente possibile: utilizzando dunque ingredienti locali, trovando così nuove sfumature sia di gusto che di concezione di questi piatti. Un esercizio felice, riuscitissimo, che dà a questo ristorante un fascino notevole. Un esotismo di prossimità, come si legge nel menu che viene dato ai commensali.
Martìnez con tutto il team di Aürt
E ancora: il Curry verde mediterraneo è davvero una sorpresa per il palato. Ha il profumo di un curry verde, con le giuste sfumature aromatiche ed erbacee, la freschezza, la cremosità che fa pensare al latte di cocco. Ma negli ingredienti non si trova nulla che arrivi dall'India, il ruolo del latte di cocco è stato affidato ad esempio al latte di chufa (in italiano zigolo dolce), un piccolo tubero da cui in Spagna si produce l'horchata, bevanda tradizionale molto apprezzata nei mesi estivi. La parte aromatica che più ricorda al palato il curry arriva invece dal tronco di una lattuga, che viene così utilizzata interamente.
Si potrebbe quasi pensare a un chawanmushi mangiando la Royal di cipolla: alla base si trova infatti un flan di cipolla molto cremoso, dal tono dolce, che trova poi il suo equilibrio in un brodo di cipolla molto caramellata, semi-bruciata. Un altro piatto che si ricorda con grande piacere. Da "circoletto rosso", per citare il buon Rino Tommasi, anche il Piccione marinato in civet freddo di olive nere. In questo caso le carni del piccione vengono prima marinate in una salsa di soia...che chiaramente non è fatta con la soia, ma con ingredienti locali. Poi il civet viene preparato secondo tradizione, ma con l'utilizzo anche delle olive nere sempre locali, a completare il piatto con una nota amaricante molto piacevole.
A rendere ancora più piacevole l'esperienza, c'è proprio l'accomodarsi a un tavolo che è anche una postazione di cucina. Dialogare con gli chef della brigata e con gli altri commensali aumenta esponenzialmente la possibilità di poter cogliere tutti i passaggi di ogni ricetta, notando anche come si tratti sempre di piatti composti da pochi ingredienti, alla ricerca di una concisione espressiva che fornisce un altro elemento di fascino per il progetto di Artur Martìnez. A cui si può solo augurare di proseguire con la sua costante evoluzione, visti i risultati esaltanti.
Il pranzo si apre sempre con il Pane, servito con olio extravergine catalano, e con un Brodo di anguilla affumicata, pinoli e dragoncello
Tonno con mayo-miso di fagioli del Ganxet
Tartare di seppia con salsa tartara e croccante di seppia
Tuorlo al timo con brodo di gallina
Curry verde mediterraneo
Il tronco di lattuga che si usa per aromatizzare il curry verde
Royal di cipolla
Gambero di Palamòs con mojo delle sue teste
Asparago bianco cotto al microonde, con salsa olandese al burro di kefir
Piccione marinato con civet freddo di olive nere
Ali di razza in escabeche di faraona
Agnello di Berguedà e crema di aglio
Coppa di maiale in salsa bbq e scorzonera
Fragole in escabeche
Polpa di pastinaca con gelato di kefir e alloro
Nespola con erba luisa e il suo nocciolo
Mochi gelato alla carrubba
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
Albert Raurich, classe 1970, è stato chef de cuisine di elBulli dal 1999 al 2007. Nel 2008 ha aperto a Barcellona Dos Palillos
(La foto è stata scattata dalla fotografa catalana Marta Bacardit)
A Barcellona, al 187 di calle de Balmes, si trova questa insegna. Potrebbe sembrare un locale normale, ma non lo è
Per l'edizione 2024 della World's 50 Best Restaurant, il miglior ristorante del mondo è Disfrutar, a Barcellona.
In seconda posizione, un'altra insegna spagnola, Asador Etxebarri, Axpe - Atxondo. Il terzo posto è occupato da un ristorante di Parigi, Table by Bruno Verjus