Manuele Senis
Al Contadino non far sapere…di Stefano Deidda
IG2020 on the road Pillole di Max Alajmo: cos'è la cucina, chi è lo chef (o, meglio, il cuoco). E come costruire un nuovo futuro
Dylan Watson-Brawn, originario di Vancouver, classe 1993, al lavoro da Ernst a Berlino, Germania, 118° nella World's 50Best 2019 (foto andershusa.com)
To be or not to be Ernst? E’ il dilemma di fronte al quale, a ogni latitudine, si trova ogni giovane cuoco. Dilemma spazzato via solo dalla vocazione, senza la quale il mestiere non può arrivare a oltrepassare una certa soglia. Dunque essere "serio", "onesto" (earnest, …o ernst, com’è in tedesco, appunto). Con se stessi, col prodotto, con la cucina, con l'ospite. La vocazione di Dylan Watson-Brawn è stata molto precoce, a 16-17 anni, e dal natio Canada si è resa viva, in modalità inusuale, volgendosi a Oriente. Fino, giovanissimo, a farlo rapidamente arrivare alle cucine del Ryugin di Seji Yamamoto. Per diversi anni scuola durissima quanto straordinaria. Quindi un passaggio nelle cucine del Nord-Europa e a soli 24 anni l’apertura di un proprio ristorante a Berlino. Immediato il successo.
Il bancone da 12 posti (foto instagram/Ernst)
Nella dispensa, solo prodotti pristine, "incontaminati" (foto instagram/Ernst)
Ligure, appassionato di arte e gastronomia, nell'attesa di ciò che mangerà talvolta scrive di ciò che ha mangiato: buono da scrivere, buono da mangiare
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose