Il cibo è una commodity, ossia qualcosa che di massivo, standardizzato, che va valutato secondo le regole degli altri beni di consumo? È insomma qualcosa di funzionale al semplice soddisfacimento di un’esigenza, «ho fame, quindi mangio»? Oppure è qualcosa di più? Specie in Italia, a questa domanda la risposta corretta (ossia: «No, il cibo non è una semplice commodity, ma qualcosa di più») fa parte del patrimonio valoriale collettivo; ma certamente fino a qualche anno fa non avrebbe goduto di esplicazione così inequivocabile come si è avuta nei due giorni preparatori, a Roma, della Giornata della Ristorazione italiana, terza edizione che si svolge proprio domani, sabato 17 maggio, in migliaia di ristoranti di tutto il Paese.

L’edizione 2025 della Giornata della Ristorazione è dedicata all’uovo, simbolo di creazione, rinascita e unità, scelto come icona per raccontare la ricchezza simbolica, culturale e produttiva della ristorazione italiana. Proprio per celebrare il tema dell’edizione annuale, il piatto della manifestazione l’Ovetto croccante con asparagi scottati, fonduta di blu del Moncenisio e tartufo nero d'Alba dello chef Lorenzo Leggero del ristorante Celestino di Piobesi Torinese
Eravamo (siamo) nella capitale, dunque, perché in vista dell’evento di domani, la
Fipe -
Federazione Italiana Pubblici Esercizi, cui si deve la realizzazione della
Giornata della Ristorazione, ha organizzato nella capitale diversi momenti di confronto. Dai quali è emersa l’evoluzione ormai netta nella nostra percezione di concetti come cibo, cucina, ristorazione, quasi una presa di coscienza speriamo definitiva e consolidata. La ristorazione italiana è un settore strategico, dicono tutti, con 328mila imprese, 1,5 milioni di occupati e un valore aggiunto di oltre 59 miliardi di euro; ma è «fondamentale anche per i comparti agroalimentare e turistico, nonché per la promozione dei nostri valori sociali e culturali» (
Lino Stoppani, presidente
Fipe). «È un unicum nel panorama mondiale» (
Marco Bolasco, editore di
Antologia della Ristorazione Italiana, testo presto disponibile nel quale «abbiamo voluto raccontare la bellezza, la complessità, la ricchezza» di tale ambito). «Per noi è scontato che la ristorazione sia cultura, ma abbiamo faticato a farlo passare come logica generale» (
Eleonora Cozzella, direttrice del
Gusto di Repubblica). «La ristorazione è parte integrante di quella cucina che vogliamo sia proclamata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, il prossimo dicembre» (
Maddalena Fossati, direttrice de
La Cucina Italiana). «Quello nella ristorazione è il lavoro migliore al mondo, perché ti consente di accogliere le persone e regalare loro momenti di felicità» (
Antonio Santini, vicepresidente
Fipe e patron de
Dal Pescatore). «La ristorazione è un motore di filiera anche - direi soprattutto - dal punto di vista sociale e ambientale» (
Barbara Nappini, presidente
Slow Food)... Potremmo andare avanti ancora a lungo.

L'incontro di giovedì nel Teatro Salone Margherita di Roma

Un momento dei dibattiti che si sono tenuti stamane, nella prestigiosa sede della Camera di Commercio di Roma – Tempio di Vibia Sabina e Adriano, nell'ambito della terza edizione della Giornata della Ristorazione
Dunque, ecco pure l’esigenza di festeggiare una realtà così importante per l’Italia con un momento annuale, sentito, celebrato, come la
Giornata della Ristorazione. Ecco l’opportunità di far diventare questa celebrazione, da evento organizzato dall’associazionismo di settore, un appuntamento riconosciuto ufficialmente attraverso "l’istituzione di una Giornata della Ristorazione, con ricorrenza annuale ogni terzo sabato del mese di maggio", prevista nella proposta di legge numero 1672, primo firmatario l’onorevole
Luca Squeri, attualmente incardinata a Montecitorio (dovrebbe avere il via libera entro l’estate, poi passerà a Palazzo Madama. E
Stoppani giovedì si è incontrato col presidente del Senato,
Ignazio La Russa, anche per promuovere la rapida calendarizzazione nell’altro ramo del Parlamento, per il disco verde definitivo).
Intanto, però, godiamoci questa
Giornata della Ristorazione che, in attesa della sua istituzionalizzazione, è ancora “autoprodotta” - diciamo così - ma davvero condivisa.
Fipe fa sapere che sono più di 10mila i ristoranti aderenti a questa edizione, in Italia e all’estero, e oltre 100 gli eventi celebrativi su tutto il territorio nazionale, con il coinvolgimento di ristoratori, istituzioni, associazioni, rappresentanti del mondo culturale ed economico, scuole.
Scuole? È una delle novità di quest’anno: sono stati pianificati circa 40 incontri fra ristoratori e bambini delle scuole primarie, per valorizzare i valori della cucina italiana ed educare i più piccoli all’importanza del cibo e dell’educazione alimentare. Poi, come già accennato, altra novità è stata la presentazione, nel Teatro Salone Margherita, dell’Antologia della Ristorazione Italiana, presto disponibile, edita da Topic e a cura di Marco Bolasco, che promuove un nuovo racconto del settore, ampio e aggiornato ai tempi e alle sfide del presente, e che mira a entrare nei programmi scolastici degli Istituti Professionali del Paese.

Presentazione dell'Antologia della Ristorazione Italiana con Antonio Santini, Marco Bolasco, Eleonora Cozzella e Maddalena Fossati
Infine, la creazione di un premio
Fipe-Giornata della Ristorazione, presentato da
Davide Rampello e la cui realizzazione è scaturita dalla collaborazione tra Camera di Commercio di Milano e Triennale. È nato così
Vesta, ideato da
Tipstudio: consiste in una scultura prodotta in una serie limitata di esemplari, un’edizione esclusiva che fonde estetica, simbolismo e maestria artigianale. Il riconoscimento è stato assegnato ad
Aboca, Caritas Italiana, Ferrari-Trento,
Carlo Petrini, Luca Squeri e
Sveva Sagramola, per aver contribuito alla valorizzazione della ristorazione italiana nel loro specifico settore.
Che altro aggiungere? Dell'altro riconoscimento ottenuto da noi di Identità Golose insieme a MAGENTAbureau (anche quest’anno abbiamo collaborato con Fipe per la migliore realizzazione dell'evento) abbiamo già scritto qui, van anche citate le parole di Stoppani che ha espresso riconoscenza per il nostro lavoro, «uno dei nostri obiettivi e puntare sempre più sulla coesione e associazione tra i soggetti che operano in questo settore, come appunto Identità». Chiudiamo allora con le parole di Oscar Farinetti: «La ristorazione italiana non è mai stata così forte nel mondo. Si basa su concetti semplici, su pochi ingredienti d’eccellenza, perché nasce ai fornelli delle nonne, nelle loro ricette, è lì che attinge l’Artusi, mentre la cucina francese è già un’elaborazione professionale» figlia dalle nascita della prima ristorazione borghese transalpina. «Bisogna dunque aiutare, tutelare, rendere sempre più riconoscibile la rete delle osterie e dei ristoranti italiani, censire quella che è la ristorazione “vera”».

Come dice
Stoppani, «la
Giornata della Ristorazione nasce per affermare con forza il valore culturale e imprenditoriale del nostro comparto, che è tra i più riconosciuti e apprezzati al mondo. Ma è anche un’occasione per ribadire l’urgenza di politiche che sappiano sostenere davvero il settore, ancora oggi privo di un disegno strategico, e di difendere le nostre imprese da una concorrenza sleale sempre più insidiosa. È arrivato il momento di evolvere dal concetto di Made in Italy a quello di Sense of Italy, che unisca bellezza, competenze, tradizione e innovazione in una visione generativa capace di dare prospettiva al Paese».
Speriamo che la politica, piuttosto latitante in questa due giorni preparatoria (era previsto l’intervento del ministro Lollobrigida, ma non si è fatto vedere. Il ministro Urso ha giusto mandato un videomessaggio) prenda appunti e, soprattutto, ne tenga conto.