17-09-2024
Carmelo Trentacosti, Giuseppe Costa, Bartolo Galati, Nino Ferreri, Tony Lo Coco e Patrizia Di Dio
Durante il periodo della dominazione araba in Sicilia, Palazzo dei Normanni a Palermo, oltre ad avere funzioni politiche, era luogo di incontro per cuochi e pasticceri provenienti da diverse parti del Mediterraneo. Gli Arabi avevano introdotto molti ingredienti nuovi sull’isola, dalle mandorle allo zucchero di canna, dagli agrumi alle spezie, e non perdevano occasione per esibire la loro passione per la gastronomia e i dolci.
Si racconta che un giorno, nella Sala dei Venti, una delle più suggestive del Palazzo, si riunirono i migliori cuochi e pasticceri dell’epoca per una competizione indetta dall’Emiro, desideroso di trovare un nuovo dolce che simboleggiasse la ricchezza culturale e gastronomica della Sicilia. Un pasticcere arabo, ispirato dai profumi della sala e dalla combinazione di ingredienti locali e importati, decise di mescolare insieme ricotta di pecora, zucchero, mandorle, agrumi e un po’ di liquore di rosa. Racchiuse poi il tutto in una crosta di pasta di mandorle, decorandolo con frutta candita. Il risultato fu un dolce unico, che racchiudeva l’essenza della Sicilia: la cassata.
Il tavolo lungo 130 metri allestito da Galati Catering
La Cena dei 400, organizzata da Confcommercio Palermo e dal suo presidente Patrizia Di Dio per festeggiare gli 80 anni della confederazione, è stato un evento pensato in grande in uno dei luoghi iconici della città, simbolo dell’itinerario arabo-normanno e prima tappa del percorso del carro di Santa Rosalia, patrona della città, a cui l’associazione ha dedicato un devoto omaggio nell’anno del quattrocentesimo Festino in onore della Santa.
Una lunga tavola di 130 metri, allestita nel grande piazzale del Palazzo, ha accolto gli invitati in un’atmosfera di grande fascino, dove cucina e cibo hanno rappresentato elementi aggreganti tra storia e presente.
Tony Lo Coco, chef e patron de I Pupi di Bagheria (Pa) e presidente de Le Soste di Ulisse
Lo Coco ha coordinato l’attività delle cucine: «Palermo è ricca di tradizione gastronomica – ha commentato lo chef di Bagheria – e ricca di contaminazioni culturali, risultato delle varie dominazioni dell’isola. Al momento in città la ristorazione è in fermento e credo sinceramente che pochi luoghi abbiano una varietà di offerta food come quella che è possibile trovare qui, nelle strade e nei locali. Il fatto poi che, tra la città e la provincia, ci siano cinque stelle Michelin, risultato mai raggiunto a Palermo, è la conferma che anche l’offerta fine dining stia facendo un buon lavoro».
Cuore di papà di Carmelo Trentacosti: pomodoro cuor di bue fermentato, sgombro affumicato, maionese di tenerumi, maionese lavorata con gli scarti del pomodoro e acqua di vegetazione del pomodoro con spezie (Le foto dei piatti sono di Federica Raccuglia)
«Non è oro tutto quello che luccica – ha voluto precisare il presidente de Le Soste di Ulisse – Il rapporto FIPE fa riferimento a tutto il comparto, dal fast food alla pizzeria, dall’osteria al locale tristellato. È ovvio che gli ospiti dei ristoranti fine dining debbano essere persone con alta capacità di spesa e, ora che i cittadini russi hanno poche possibilità di movimento, i nostri clienti migliori restano gli americani, ma se The New York Times pubblica un articolo in cui evidenzia la siccità della Sicilia, è chiaro che il cittadino americano escluderà la nostra regione dalle sue mete di vacanza».
Tortelli e polipetti di Nino Ferreri: tortelli ripieni di provola madonita con ristretto di polipetti murati e spuma di patate al limone verdello
Zuppetta di trippa di mare e tenerumi di Giuseppe Costa: zuppetta di trippa di baccalà con tenerumi, pomodoro, vitello e zucchina fiscarella
Mousse di vaniglia di Tony Lo Coco: mousse di vaniglia con salsa di yogurt al gelsomino, coulis di menta e di anguria e cialda al cacao amaro di Modica
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
classe 1974, sommelier, assaggiatore di caffè e verace uomo del Sud, è alla costante ricerca di sole e cieli azzurri. Nato a Vico Equense e cresciuto a Castellammare di Stabia, ama la cucina quando è innovativa e ha solide basi. Epicureo di cuore e palato, vive e scrive a Palermo, ma mangia e beve ovunque. Collabora con Identità Golose dal 2016
La squisita Cipolla di Giarratana al bbq con pere facci bedda allo zafferano, pannocchia sgranata, cremoso di pecorino ed erbette che abbiamo assaggiato al Casu Osteria Contemporanea di Giarre (Catania)
La Spick & Crock di Saccharum