09-12-2023
Matteo Fronduti, classe 1980, chef e patron di Manna (foto Maurizio Camagna)
«Questo ristorante l'ho aperto quando avevo 29 anni, ero un giovane cuoco con pochi soldi e troppo testosterone. Ho investito tutto quello che avevo nel progetto, al massimo delle mie capacità. Oggi sono un più pacato uomo di mezza età, un imprenditore con 15 anni di esperienza e maggiori possibilità economiche. E anche questa volta ho investito tutto, al massimo delle mie capacità».
Racconta così Matteo Fronduti, riconfermando la passione e l'impegno totale per il suo lavoro, qualche giorno dopo aver rialzato la claire del ristorante milanese Manna, nel cuore di Turro. Un locale che dal 2008, anno di inaugurazione, ha raccolto un meritato successo in città per come ha saputo, quando ancora non lo facevano in molti, proporre una cucina d'autore spogliata di formalismi e rigidità, a prezzi accessibili, servendo piatti caratterizzati da diversi spunti creativi e da uno spirito scanzonato, spiritoso, dinamico. Sempre goloso.
Manna non aveva riaperto dopo la pausa estiva, per affrontare un restyling piuttosto radicale: inizialmente sembrava che per ottobre dovesse essere tutto pronto, poi...si sa come vanno le ristrutturazioni. Per ritrovare il ristorante e conoscerne le novità si è dovuto attendere fino al primo giorno di dicembre. Ma perché l'esigenza di questo rinnovamento?
Le nuove sale: una nota di merito va alle luci, precise e intense sul tavolo, soffuse nel resto dello spazio (foto Maurizio Camagna)
Il terzo menu degustazione, il più lungo e ambizioso, è invece un discorso a sé (e non può essere modificato): si chiama Porcherie e qualcuno potrebbe ricordarsi che era successo, in alcune occasioni, che Fronduti organizzasse nel suo ristorante delle serate speciali usando questo titolo.
«Il concetto alla base di Porcherie è una versione estremizzata dell'idea che sta alla base di Manna: fare tutto quello che sarebbe sbagliato fare, dimostrando invece che può dare molta soddisfazione. Nella versione precedente di Manna dovevo adattare questo spirito all'esigenza di proporre al pubblico anche piatti più tranquilli e rassicuranti. Ora posso invece dedicare un menu a chi ha voglia di assaggiare i nostri errori più golosi e divertenti».
Un piatto fuori dal percorso Porcherie, assaggiato durante la nostra visita. Riso, mortadella di milza, marsala, caciocavallo e pane tostato: esempio perfetto della cucina di Fronduti, da mangiare a grandi cucchiaiate
L'unico vero inedito, per ora, è Animelle, spinaci e ostriche: accostamento certamente inusuale, il cui senso diventa però evidente al primo boccone. La grassezza tenera e dolce delle animelle, fritte, si sposa perfettamente con quella sapida e iodata dell'ostrica, semplicemente arrostita. La crema di spinaci è la comoda alcova scelta per il rendezvous. Merita una menzione anche il Gelato di tè hojicha, bottarga di muggine e pepe di sichuan: potrebbe sembrare un pre-dessert, mentre invece è un intervallo in un menu in cui il dessert non c'è. E' in ogni caso delizioso e fa divertire il palato con misurati picchi di aromi e profumi.
A concludere il menu c'è infatti lo Spaghetto in bianco, che evidentemente strizza l'occhio a una piccola moda per questo comfort food entrato nei menu di alcuni ristoranti contemporanei. Per chi scrive, complici forse delle radici campane, il piatto di pasta rassicurante, che ricorda emozioni fanciullesche e di casa, è fatto con olio, pomodoro e basilico, dunque questo recente revival di pasta-burro-parmigiano non scatena grandi entusiasmi: la golosità del piatto non si può però discutere, in una interpretazione classica e perfettamente cremosa, che completa con una carezza un menu fatto di scossoni e saporoni.
Il bancone del nuovo Cocktail bar (foto Maurizio Camagna)
Mattia Mizzi, responsabile del bar (foto Maurizio Camagna)
Il benvenuto: pane, spuma di burro affumicato al legno di quercia, brodo di cavolo nero
Battuta di cuore, nocciole, senape e erba ostrica: un piatto che Fronduti ha già proposto in diverse occasioni, il più rassicurante del menu Porcherie
Seppia cruda, limone bruciato, midollo e melissa: piacevole la consistenza mantecata della seppia cruda, intensa e molto rinfrescante, con una bella nota amara, la gelatina di limone bruciato
Trippa, cozze e fagioli: dai sapori alle consistenze, tutto di questo piatto dice "gola"
Animelle, spinaci e ostriche
Grasso di manzo arrosto, sgombro marinato, leche de tigre e arachidi
Gelato di tè hojicha, bottarga di muggine e pepe di sichuan
Rognone, ricci, gin e prezzemolo
Spaghetto in bianco
La piccola pasticceria, da Manna, è una porzione di frutta di stagione
Manna Piazzale Governo Provvisorio, 6 Milano 02.26809153 Chiuso la domenica Il Cocktail bar apre dal martedì al sabato, dalle 18 alle 20 per l'aperitivo, fino all'1 per i cocktail Menu degustazione 76, 94 e 112 euro Prezzi medi: antipasti 17, primi 18, secondi 25, dolci 10 euro
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
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Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.