27-10-2023

Buon Champagne day 2023! I trucchi per degustarlo come un professionista (e fare bella figura)

I passi per trasformare l'assaggio dello champagne in un momento rituale e in un'esperienza plurisensoriale, anche restando comodamente a casa...

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Quanta passione ci suscitano le Bollicine del Mondo! Oggi ancora di più visto che il quarto venerdì di ottobre, in tutto il mondo, si festeggia lo Champagne Day.

La ricorrrenza è nata nel 2009 su iniziativa di un un blogger e wine tutor californiano, Chris Oggenfuss. Nel corso degli anni, sempre più amanti del vino in tutto il mondo hanno partecipato allo Champagne Day, che è diventato l'evento universale per gli amanti dello Champagne. Chiunque può far parte delle celebrazioni: si può partecipare a un evento programmato in un ristorante (li trovate qui), godersi un abbinamento cibo-vino a base di champagne con gli amici o le persone più care o semplicemente versando un calice per sè, brindando alla vita.

Il Comité Champagne, organo ufficiale interprofessionale che raggruppa i professionisti della filiera dello champagne, suggerisce di degustare il "vino dei re" attraverso un piacevole percorso a tappe capace di coinvolgere i 5 sensi per un’experience complessa ed immersiva. Scopriamolo insieme.

1.L’udito, a cui comunemente non si pensa, è invece il primo senso che viene stimolato. Si presta attenzione al rumore del tappo, che può essere un “soffio” oppure un botto, come si faceva un tempo, per sancire l’inizio della festa (un po’ come accade con i fuochi d’artificio). Dopo il momento del “pop” dell’apertura, arriva il momento di versare lo champagne e, anche qui, si sente il vino che scoppietta, crocchia e crepita, mentre le bolle esplodono, mormorano, balbettano e si spengono.

2. La seconda tappa è visiva, con le bolle che si muovono e si rincorrono in un balletto infinito. Una dietro l’altra, formano catenelle, chiamate perlage. Sono uniche e sempre diverse, perché l’effervescenza si esprime in modo diverso a seconda della personalità e dell’età del vino.

Immergendo lo sguardo nel bicchiere si noterà un colore che può andare dai gialli più pallidi all’oro antico, fino a sottili riflessi rossi che richiamano i vitigni neri. Nello specifico, un colore giallo con riflessi verdi più o meno marcati, indica una maggiore presenza di Chardonnay o la giovinezza del vino. Se si scorgono riflessi aranciati può essere sia per una composizione maggioritaria di vitigni neri, che per una vinificazione più lunga o per una maggior proporzione di vini di riserva (oppure per più caratteristiche insieme). L’oro antico indica in generale vini complessi, di grande maturità. Si può continuare all’infinito, tra mille sfumature di rosa salmonato, rosa fragola (tipico del vino ottenuto per macerazione), rosa lampone (macerazione più lunga con le bucce dei vitigni Pinot noir o Meunier).

3. C’è anche il tatto nella degustazione dello champagne, basti pensare al contatto delle mani sul calice, idealmente a forma di tulipano, che si appanna leggermente a dimostrare la freschezza del vino che contiene. Freschezza che si percepisce sia sulle dita che in bocca, visto che il “vino dei re” andrebbe servito tra gli 8 e i 10 gradi.

4. E’ il momento del naso a fare da protagonista. Innanzitutto bisogna attendere che il vino si apra, per poi percepire profumo di fiori bianchi, per poi sentire scorza d’arancia, bacche selvatiche e molti altri aromi, a seconda della personalità, dell’età e dell’evoluzione del vino. Le bollicine agiscono come amplificatore, dal bicchiere al naso.

5. Momento clou, fine del percorso e inizio di un nuovo viaggio. Lo champagne è un’esplosione di sapori che possono essere ricondotti al mondo della tavola, della natura, fino al tabacco e ai pellami.

L’uva bianca Chardonnay, ad esempio, dà via a vini con note di fiori bianchi (biancospino, caprifoglio, tiglio, acacia, gelsomino, fiore d’arancio), agrumi (come limone e pompelmo) e frutti esotici (litchi, ananas) ma anche mela, pera, spezie, fino aa note mentolate. Al gusto la struttura è leggera, con una buona mineralità (un misto tra acidità e salinità).

L’uva nera pinot noir rivela note di frutta a polpa bianca e gialla (pesca, albicocca, prugna)ma anche frutti rossi (fragola, lampone, ciliegia) e neri (mora, mirtillo), di agrumi (mandarino, arancia) di frutti esotici (mango, frutto della passione), punte floreali (rosa, peonia e violetta) e talvolta spezie (cannella e chiodi di garofano). Al gusto il pinot noir offre corpo e potenza allo champagne.

L’uva nera Pinot Meunier rivela note simili al pinot noir ma con la differenza gustativa che riesce a regalare rotondità, morbidezza e golosità.

6. L’ultima tappa è l’emozione che regala lo champagne, con scoppi di risate e allegria, senso di vicinanza e voglia di condivisione. Un aspetto sensoriale che è fatto di amicizia, affetto e vicinanza umana.

Buon Champagne day a tutti voi e condividete i vostri momenti felici con l'hashtag #champagneday

 

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Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Annalisa Leopolda Cavaleri

giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore

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