09-04-2023
Lo chef Mirko Gatti con la compagna Sara Pau, che gestisce la sala: sono le anime del Radici di San Fermo della Battaglia (Como), per noi un grande ristorante di cucina contemporanea di ricerca
Mirko Gatti è uno dei pochi chef che hanno molto da dire e da dare nella (ri)definizione di una cucina contemporanea del Nord Italia, e per Nord intendiamo di quella fascia tra Prealpi e Alpi caratterizzata anche da boschi, acqua dolce, pascoli. Ci riesce splendidamente per esperienza professionale (ha lavorato a lungo tra Londra e Copenaghen: Jason Atherton, Nuno Mendes, Relae, Noma. Si vede) e per imprinting personale, lui è un comasco classe 1981 che "sente" la sua terra (a maggior ragione da quando vi è tornato, sul finire del 2018, per aprire appunto il Radici) e ne vuole esaltare le peculiarità.
Procede per ondate, concentrandosi su vari aspetti che poi innervano i menu degustazione Habitat: a rotazione c'è quello dedicato alla foresta, quello al lago, quello al mare, là dove lo chef affronta una materia prima "aliena" rispetto al proprio focus principale, ma la declina nell'abbraccio con gli ingredienti che sono invece pienamente suoi: bacche, erbe aromatiche, fieno, frutti di bosco, funghi, radici... Sono percorsi intensi, originali e con sapori forti ma anche equilibrati.
Gli scriventi hanno assaggiato piatti in momenti diversi, afferenti dunque anche ad Habitat diversi, in particolare quello delle foreste - autunnale - e quello marino - invernale -, mentre è appena stato varato il nuovo percorso primaverile, invece dedicato ai prodotti del lago (interessantissimo, con piatti come Germogli di esquiseto e anguille cieche, oppure Aglio selvatico preservato, anatra e lumache, o ancora Castagna di lago, ortiche, trota fermentata e samare d'olmo, Gambero di fiume, resina di ciliegio selvatico e rabarbaro e Collare di luccio perca alla brace, pesto di radici selvatiche e calendule. Con l'aiuto di pescatori, allevatori e studiosi, Mirko cerca di riscoprire varietà ittiche ormai dimenticate, esaltandole e utilizzandone ogni parte, sempre con il dovuto rispetto).
Ventresca di bottarice nella cera d'api, garum, shoyu, centocchio e fiori d'aneto. Foto Tanio Liotta
Trippa al latte affumicato e uva spina. Foto Tanio Liotta
Animella di vitello cotta nella betulla, jus di vitello, olio di ginepro, uova di trota. Foto Tanio Liotta
Lingua di bruno alpina marinata con "carciofo nordico" (pigna di abete rosso fermentata nel koji e poi messa sott'olio e accompagnata da una bottarga di albicocca), vino di rabarbaro, pera cotta sotto la brace e alga dulse. Foto Tanio Liotta
Sorbetto di abete douglas e acetosella, cioccolato di grano saraceno e neve di mela verde. Foto Tanio Liotta
Ci siamo tornati più di recente, accolti come sempre da Sara Pau, la bravissima e molto preparata compagna dello chef, che spiega sempre in modo impeccabile tutti i piatti. Focus questa volta su Habitat Mare, menu che è stato disponibile fino all’inizio della primavera perché è il periodo in cui le acque del mare sono più fredde e ricche di nutrienti e i pesci danno quindi il meglio di sé (la stessa cosa vale per le alghe, le erbe costiere e così via).
La cucina del Radici è un viaggio multisensoriale nella natura che viene raccontata anche attraverso le fermentazioni, le cotture sulla brace a fuoco vivo e le affumicature. Particolarmente sfizioso il juice pairing, da provare. Noi lo abbiamo fatto. Ecco i nostri assaggi.
Limone di mare al naturale e scorzonera maturata e Dumpling di medusa e tamari di piselli gialli
Dumpling di medusa e tamari di piselli gialli Questo è il piatto che ci ha sorpreso di più e che abbiamo più apprezzato per il suo sapore e, soprattutto, per le diverse consistenze molto interessanti. La medusa è il polmone di mare, una razza aliena senza predatori naturali che quindi è anche un bene pescare. I polmoni di mare non sono urticanti e quindi vengono pescati con le mani e lavorati subito con il sale. Hanno un corpo molto grande e possono arrivare a pesare fino a 10 kg. Mirko, come sempre, ne utilizza tutte le parti, dalla testa al corpo fino ai tentacoli. Con la testa vengono realizzate delle sfoglie per fare i dumpling dentro ai quali vengono posti i tentacoli: gioco di consistenze morbido-croccante. Il dumpling viene condito con una salsa di cavolo rapa fermentato e con un garum fatto con le meduse stesse. Viene infine accompagnato da una salsa con un sciroppo di betulla e un tamari di shoyu di piselli gialli. Lo chef non utilizza la soia, ma preferisce usare altri ingredienti come in questo caso i piselli gialli. La salsa ha un sapore agrodolce e si abbina perfettamente al gusto umami del raviolo di polmone di mare. Sara abbina un succo di mela cotogna selvatica.
Noodles di seppie e olivello spinoso e Cetriolo di mare e verza rossa
Cetriolo di mare e verza rossa Le foglie di verza rossa vengono grigliate e farcite con la parte interna della verza, a sua volta grigliata, tagliata a julienne e condita con una salsa di pesce fermentato. Nel cuore del raviolo troviamo invece il cetriolo di mare che viene tagliato in quattro parti e farcito con una pasta fatta dalle parti rimanenti del cetriolo stesso. In un ramekin (piccola ciotola) viene servita la salsa realizzata con le interiora del cetriolo di mare; ha un intenso sentore di crostacei e completa in maniera perfetta il piatto. Il “raviolo” è ovviamente da intingere nella salsa. Nel calice, un succo di kiwi a km zero e bergamotto.
Fegato di rana pescatrice, pelle di latte affumicato e tè di alghe brune, Abalone, cardoncelli e salicornia e Trippa di merluzzo e kimchi
Abalone, cardoncelli e salicornia L’abalone (o orecchia di mare) arriva dal Mediterraneo e, una volta pulito, viene brasato in un brodo di anatra, alghe e funghi. Viene quindi porzionato e finito con cardoncelli, grasso d'anatra e salsa di pernice. Il tutto viene terminato al tavolo con della salicornia risottata. Il piatto è davvero molto godereccio e la salsa risulta avvolgente, ricca di umami. La salicornia risottata apporta croccantezza ed esalta la sapidità del piatto. Abbinamento: kombucha di corteccia di betulla fermentata.
Trippa di merluzzo e kimchi La vescica natatoria del merluzzo viene ripulita e tagliata a listarelle che vengono poi scottate velocemente con koji di riso lactofermentato e miso di fiori di sambuco. Il tutto dona al piatto un’acidità delicata e naturale. A parte viene servito il consommé di kimchi molto speziato, leggermente piccante e umami. Sara abbina al piatto un succo di acetosella molto rinfrescante.
Mandorla di mare, mussoli e frutti selvatici preservati e Capasanta e cavolfiore
Capasanta e cavolfiore Le capesante vengono pescate a mano dai sub, pulite, selezionate e scottate con il flambadou (un cuneo di ghisa incandescente nel quale viene inerito del grasso che scende allo stato liquido e cauterizza le capesante donando loro un sapore ricco e leggermente affumicato e una consistenza più croccante all’esterno). A parte viene servita una ciotola con purea di cavolfiore, fiori di cavolfiore sottaceto e salsa areata di capesante. Pairing: kombucha di zenzero speziata e con una nota piacevolmente piccante.
Lattume di cernia bbq e salsa di tuorlo fermentato nel garum
Ali di razza glassate e aglio orsino
Cinghiale, aglio nero fermentato, koji d’orzo e castagne
Alghe, whisky e koji di grano saraceno
Betulla, composta di ribes neri fermentati, foglia di shiso caramellata e koji di grano saraceno
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
sono rispettivamente buongustaio-collaboratore di Identità Golose il primo, coordinatore della medesima testata il secondo
Acetosella, mela nera e cioccolato di Koji: il piatto del 2021 di Mirko Gatti
Mirko Gatti e Sarah Pau, insieme guidano il ristorante Radici
Lo staff del Radici a San Fermo della Battaglia (Como): al centro si guardano lo chef Mirko Gatti e la compagna, Sara Pau, che coordina la sala. Con loro, da sinistra, Marco Manenti, Vito Di Mondo e Damiano Torturo