Paco Roncero
Gambero marinato con angostura, mela e cavialedi Fabio Barbaglini
In cantina Le sfumature di bianco di Monte del Frà
Angelo D’Amico, a destra, con il sous chef Giuseppe Di Gioia. Sono la parte golosa di Locanda Radici, interessante indirizzo a Melizzano, in provincia di Benevento, nel cuore del Sannio, a due passi da Telese Terme
Siamo andati a Melizzano, in provincia di Benevento. Nel cuore del Sannio, a due passi da Telese Terme, circondati da borghi e luoghi in cui il tempo scorre lento. Poche anime in giro, montagne, fiumi, vigneti, verde a perdita d’occhio. Nell’aria si respira magia, qualcosa che non riesci a decifrare, ma che in quelle vallate affonda radici profonde. Con un pizzico d’immaginazione, sembra di scorgere le tribù di una volta, piccole comunità organizzate tra i monti, pionieri di usi e costumi indelebili. Nel Sannio ci si resta per scelta. Facile emigrare, coraggioso restare, eroico fare la differenza. Quando incontriamo Angelo e Giuseppe D’Amico sappiamo di essere al cospetto di due guerrieri sanniti. Guerrieri buoni, ça va sans a dire. Con la loro semplicità, gli occhi pacificatori, le parole accomodanti. La loro mente corre veloce su progetti di accoglienza e rilancio del territorio, ma il manierismo è lento. Nessuna intenzione di rinunciare a uno scorcio di Monte Matese, a un incontro con i produttori di zona. In generale, c’è una voglia irrefrenabile di farci sapere che il Sannio è una terra che merita molto di più.
E così ci siamo immersi, li abbiamo persino accompagnati nella spesa mattutina fatta di uova, carni, ortaggi locali. Spesa che diventa una chiacchierata tra amici, lo chef e i suoi preziosi “spacciatori”. I produttori locali con il loro portavoce combattente. Infine siamo andati a cena da Locanda Radici, la loro “casa” del gusto, dove sapori e colori del Sannio trovano un senso concreto. Ci accoglie una radice simbolo: una pianta di Aglianico recuperata dopo l’alluvione che piegò il beneventano nel 2015. I D’Amico l’hanno posizionata all’ingresso del ristorante, appesa al contrario in senso di rinascita. Lunga e nuova vita al Sannio.
La struttura
La sala
Optiamo per il menu degustazione Radici. Come prima volta, doveroso iniziare così, nonostante una carta densa di tentazioni, ci sono anche i piatti del cuore tra cui la Cacio e Pepe omaggio a quell’Antonello Colonna che, a Labico, ha scritto con Angelo D’Amico pagine di una formazione importante. Scorrendo il curriculum dello chef, si schizza da Enrico Derflingher ad Anthony Genovese. Da Carlo Cracco a Raymond Blanc, fino ad Alain Passard. Ma c’è anche l’agriturismo di Berardino Lombardo e, come già accennato, gli anni di grande concretezza con Colonna. Tutto questo, oggi, è diventato un messaggio diretto, semplice, sostenibile. Angelo D’Amico, con il sous chef Giuseppe Di Gioia, esprime una ristorazione libera dalle mode, mai ruffiana, sempre credibile. Canto e controcanto, verità e poesia insieme.
Il maître sommelier Giuseppe D’Amico, fratello dello chef Angelo
Uovo croccante, tartufo nero e mozzarella di bufala
Cappellacci allo scarpariello 2.0 e pomodorini alla brace
Siamo al secondo e quindi Vitella del Sannio allo spiedo, con rucola, Parmigiano e funghi di stagione. Ci toccano i porcini, evviva. Chiediamo una cottura al sangue e la cucina ci accontenta con un esercizio di stile celebrativo di una spesa, ancora una volta, locale e grandiosa. Per forza di cosa, cresce la potenza del sorso con la cantina Torre a Oriente, nella sua interpretazione dell’Aglianico del Taburno, per noi del 2014.
Vitella del Sannio allo spiedo, con rucola, Parmigiano e funghi porcini
Lasciamo Locanda Radici con il saluto della piccola pasticceria e già sappiamo che ci mancheranno questi sapori intensi così come il senso di pace profonda. Sentiamo che torneremo, del resto ci sarebbe anche una certa Cacio e pepe da assaggiare.
classe 1977. Nata ad Ischia, gli ultimi quindici anni li trascorre a Roma collaborando con le più note scuole di cucina della capitale. Esperta food&wine, collabora con riviste del settore scrivendo di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare
Rosanna Marziale, chef de Le Colonne di Caserta con il resident chef di Identità Golose Milano Edoardo Traverso. La cena è prenotabile anche per questa sera – mercoledì 2 marzo – cliccando qui
Rosanna Marziale chef del ristorante Le Colonne di Caserta sarà ospite l’1 e il 2 marzo all’hub di Via Romagnosi 3 a Milano. Tra le specialità, La Palla di Mozzarella ripiena di tagliolini mantecati alla crema di basilico, impanata e fritta, adagiata su una salsa di piselli e salsa di pomodorini del Piennolo grigliati. Menu degustazione a 78 euro, abbinamento vini incluso. Per prenotare clicca qui
Lo staff del Contaminazioni a Somma Vesuviana. Da sinistra Piero Campanale, Fabio Viano, Valentina Mottola, Roberto Lettieri, Luigi Angelina e infine lo chef-patron Giuseppe Molaro
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