13-08-2021
Angelo D’Amico, a destra, con il sous chef Giuseppe Di Gioia. Sono la parte golosa di Locanda Radici, interessante indirizzo a Melizzano, in provincia di Benevento, nel cuore del Sannio, a due passi da Telese Terme
Siamo andati a Melizzano, in provincia di Benevento. Nel cuore del Sannio, a due passi da Telese Terme, circondati da borghi e luoghi in cui il tempo scorre lento. Poche anime in giro, montagne, fiumi, vigneti, verde a perdita d’occhio. Nell’aria si respira magia, qualcosa che non riesci a decifrare, ma che in quelle vallate affonda radici profonde. Con un pizzico d’immaginazione, sembra di scorgere le tribù di una volta, piccole comunità organizzate tra i monti, pionieri di usi e costumi indelebili. Nel Sannio ci si resta per scelta. Facile emigrare, coraggioso restare, eroico fare la differenza. Quando incontriamo Angelo e Giuseppe D’Amico sappiamo di essere al cospetto di due guerrieri sanniti. Guerrieri buoni, ça va sans a dire. Con la loro semplicità, gli occhi pacificatori, le parole accomodanti. La loro mente corre veloce su progetti di accoglienza e rilancio del territorio, ma il manierismo è lento. Nessuna intenzione di rinunciare a uno scorcio di Monte Matese, a un incontro con i produttori di zona. In generale, c’è una voglia irrefrenabile di farci sapere che il Sannio è una terra che merita molto di più.
E così ci siamo immersi, li abbiamo persino accompagnati nella spesa mattutina fatta di uova, carni, ortaggi locali. Spesa che diventa una chiacchierata tra amici, lo chef e i suoi preziosi “spacciatori”. I produttori locali con il loro portavoce combattente. Infine siamo andati a cena da Locanda Radici, la loro “casa” del gusto, dove sapori e colori del Sannio trovano un senso concreto. Ci accoglie una radice simbolo: una pianta di Aglianico recuperata dopo l’alluvione che piegò il beneventano nel 2015. I D’Amico l’hanno posizionata all’ingresso del ristorante, appesa al contrario in senso di rinascita. Lunga e nuova vita al Sannio.
La struttura
La sala
Optiamo per il menu degustazione Radici. Come prima volta, doveroso iniziare così, nonostante una carta densa di tentazioni, ci sono anche i piatti del cuore tra cui la Cacio e Pepe omaggio a quell’Antonello Colonna che, a Labico, ha scritto con Angelo D’Amico pagine di una formazione importante. Scorrendo il curriculum dello chef, si schizza da Enrico Derflingher ad Anthony Genovese. Da Carlo Cracco a Raymond Blanc, fino ad Alain Passard. Ma c’è anche l’agriturismo di Berardino Lombardo e, come già accennato, gli anni di grande concretezza con Colonna. Tutto questo, oggi, è diventato un messaggio diretto, semplice, sostenibile. Angelo D’Amico, con il sous chef Giuseppe Di Gioia, esprime una ristorazione libera dalle mode, mai ruffiana, sempre credibile. Canto e controcanto, verità e poesia insieme.
Il maître sommelier Giuseppe D’Amico, fratello dello chef Angelo
Uovo croccante, tartufo nero e mozzarella di bufala
Cappellacci allo scarpariello 2.0 e pomodorini alla brace
Siamo al secondo e quindi Vitella del Sannio allo spiedo, con rucola, Parmigiano e funghi di stagione. Ci toccano i porcini, evviva. Chiediamo una cottura al sangue e la cucina ci accontenta con un esercizio di stile celebrativo di una spesa, ancora una volta, locale e grandiosa. Per forza di cosa, cresce la potenza del sorso con la cantina Torre a Oriente, nella sua interpretazione dell’Aglianico del Taburno, per noi del 2014.
Vitella del Sannio allo spiedo, con rucola, Parmigiano e funghi porcini
Lasciamo Locanda Radici con il saluto della piccola pasticceria e già sappiamo che ci mancheranno questi sapori intensi così come il senso di pace profonda. Sentiamo che torneremo, del resto ci sarebbe anche una certa Cacio e pepe da assaggiare.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1977. Nata ad Ischia, gli ultimi quindici anni li trascorre a Roma collaborando con le più note scuole di cucina della capitale. Esperta food&wine, collabora con riviste del settore scrivendo di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare
Cannolino di peperone e tonno è il Piatto dell'estate 2023 di Angelo D'amico, chef del ristorante Locanda Radici, a Melizzano (Benevento)
La Panella di mare di Alfonso Crisci, executive chef del ristorante Oltremare dell’hotel Due Torri di Maiori (Salerno)
La brigata del Volta del Fuenti ai Giardini del Fuenti di Vietri sul Mare (Salerno), qui ritratta però al pass dell'altro indirizzo goloso della struttura, il Riva del Fuenti al beach club. Da sinistra Fabio Ciccarelli, Carmine De Filippo, Federico Di Domenico (junior sous chef), lo chef Michele De Blasio, Chiara Stabile, Claudio Pellegrino (sous chef), Ivano Ferrara, Gioacchino Trombetta, Giovanni Ferrara