Stefano Guizzetti
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Catia e Mauro Uliassi: nel 2020 festeggeranno trent'anni di attività del loro ristorante. I prossimi ospiti delle interviste di Paolo Marchi alle 16 su Instagram saranno: Giovedì 14 maggio Alfonso e Mariella Caputo Venerdì 15 maggio Bruno Vespa Sabato 16 maggio Pietro Zito Domenica 17 maggio Nicola Di Lena
Catia e Mauro Uliassi: nel 2020 festeggeranno trent'anni di attività del loro ristorante.
I prossimi ospiti delle interviste di Paolo Marchi alle 16 su Instagram saranno: Giovedì 14 maggio Alfonso e Mariella Caputo Venerdì 15 maggio Bruno Vespa Sabato 16 maggio Pietro Zito Domenica 17 maggio Nicola Di Lena
Quando compaiono nello schermo dello smartphone, diviso a metà con Paolo Marchi, Mauro e Catia Uliassi sono insieme, con alle spalle uno sfondo inconfondibile per chi ha frequentato il loro ristorante sulla banchina di Levante di Senigallia. Sono stati gli ospiti di mercoledì 13 maggio in quello che è ormai un appuntamento fisso, tutti i giorni alle 16 sul canale Instagram di @identitagolose, con le interviste in diretta del direttore e ideatore di Identità. Il risultato è stata una conversazione di quasi un'ora, piena di aneddoti e ricordi di trent'anni di attività, coronata con le meritate tre stelle Michelin arrivate l'anno scorso. Di questa lunga chiacchierata, riportiamo alcune degli estratti più interessanti (ma se leggete questo articolo prima delle 16 di giovedì 14, fate ancora in tempo a rivederla tutta su Instagram!).
Ciao Catia e ciao Mauro: come state? Come avete affrontato queste settimane? Mauro: In questo momento c’è molta incertezza, perché non sappiamo bene cosa dobbiamo fare per il prossimo futuro. L’unica consolazione che abbiamo è che, da quando è stato stabilito che i ristoranti riapriranno, poi vedremo se sarà il 18 maggio o il 1 giugno, abbiamo subito avuto delle richieste. C’è un grande movimento di telefonate e di gente che vuole sapere come prenotare, e questo ovviamente ci fa ben sperare per la ripresa. Tutto ovviamente è subordinato alla riapertura delle regioni, dobbiamo capire se ci si potrà muovere tra un posto e un altro di Italia, se il pubblico che ci potrà raggiungere sarà soltanto quello delle Marche evidentemente sarà tutto un po’ più complicato.
Quanto vi siete spaventati all'inizio di questa crisi? Mauro: Un po' ci siamo spaventati, ma soprattutto perché le prime due settimane di questa emergenza hanno coinciso con una nostra influenza. Io avevo fatto dei lavori insieme a Moreno Cedroni alla Elica, e mi sono beccato questa febbre. Telefonando alla Elica ho scoperto che anche lì c’erano alcuni influenzati, allora abbiamo iniziato ad avere qualche pensiero. Poi mia moglie, che lavora nella sanità, era anche lei influenzata. E ancora uno dei nostri dipendenti è andato proprio KO: per un attimo ci siamo preoccupati di essere stati tutti contagiati, poi però abbiamo fatto il tampone e abbiamo capito che non era nulla. Ma un po’ di apprensione c'è stata. Catia: Io invece sono stata sempre bene, ma devo dire che inizialmente non mi aspettavo che questa crisi durasse così a lungo, ero più ottimista. Diciamo che ne abbiamo approfittato per stare a casa, per rilassarci un po’ e ricaricare le energie.
Foto Lido Vannucchi
Avete mantenuto i contatti con i vostri clienti in queste settimane? Catia: Sì, ci hanno scritto subito in tanti per sapere come stavamo e ci ha fatto molto piacere, abbiamo ricevuto tante mail, telefonate, messaggi, sono cose che scaldano il cuore. E anche adesso continuano a chiamarci per sapere quando riapriremo e in che modo. Ci sono sempre stati vicini.
Pensando alla riapertura, e alle voci che circolano sulle misure precauzionali che si dovranno mettere in atto, ci sono cose che non vorreste proprio vi venissero imposte? Mauro: Dovremo vedere che cosa ci verrà detto di fare. Sicuramente abbiamo abbastanza spazio per tenere distanziati i tavoli: al chiuso dovremmo avere la possibilità di arrivare a 20 coperti, con altri 20 all’esterno senza grandi problemi, volendo c’è anche lo spazio sulla spiaggia. Il problema per noi non è lo spazio, insomma. Invece dovremo capire quale sarà l'affluenza: ad esempio ad aprile ho fatto un giro di telefonate tra alberghi e agenzie che affittano case. Sono tutti quanti fermi. Catia: Infatti. Molti alberghi a Senigallia ci dicono che per ora probabilmente non riapriranno. Mauro: Gli alberghi per noi sono fondamentali, è la base per ricevere i clienti. Ad esempio: probabilmente faremo la scelta di lavorare soltanto a cena, anche per riuscire a concentrare il lavoro della nostra brigata. Ma se non hai gli alberghi che ti supportano, è difficile che qualcuno si muova per venire a cena da noi, perché poi non ritornano a casa dopo la cena, facendo chissà quanti chilometri. Ci saranno diversi problemi che si manifesteranno gradualmente, questioni che magari in questo momento non abbiamo nemmeno realizzato. E' un gran peccato, perché eravamo partiti a razzo quest’anno, già l’anno scorso dopo la terza stella era andata molto bene, ma quest’anno sarebbe stato una bomba. Eravamo molto richiesti noi, ma non solo noi: tutte le Marche sarebbero state estremamente gettonate quest'anno.
Catia con Filippo Uliassi, figlio di Mauro e in sala al fianco della zia
Qualche tempo fa, Enrico Crippa raccontava che quando ha preso la terza stella la sua clientela è diventata più difficile, più esigente, più critica. Per voi come è cambiato il pubblico dalla prima alla terza stella? Mauro: E' cambiata soprattutto la clientela straniera: quegli stranieri che partono apposta per venire da te. C'erano giornate l'anno scorso in cui, pieni a pranzo e a cena, potevamo avere anche 30 clienti esteri al giorno. Li riconosci per le chiavi della macchina a noleggio. E ci meravigliava molto vedere arrivare coreani, venezuelani, americani, ricordo anche un gruppo di belgi arrivato con l’aereo privato: situazioni che prima non si verificavano. Poi abbiamo un bellissimo zoccolo duro di clienti nazionali, e locali, che ci seguono da sempre, e che quando abbiamo preso la terza stella ci hanno chiamato tutti per festeggiare. Poi c’è un altro pubblico bellissimo che è quello degli addetti ai lavori: brigate intere di altri ristoranti che vengono a mangiare da noi. E sono brigate di tutti i tipi, da quella del ristorante importante a chi invece lavora in una pizzeria e ha messo da parte i soldi per venire da te. Sono probabilmente i clienti, perché leggi nei loro occhi il sincero desiderio di stare lì e di godere della tua cucina. E allora dai loro tutto quello che puoi dare. Anche perché ci ricordiamo molto bene che abbiamo fatto la stessa cosa, siamo andati per anni negli altri ristoranti per vedere come lavoravano e per cercare di imparare.
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare
Da sinistra, il presentatore (macellaio, giornalista e volto televisivo) Fabrizio Nonis, che ha condotto brillantemente questa edizione di Identità di Formaggio 2023, Alessandro Mandrioli, sous-chef del ristorante Il Clandestino, a Portonovo (Ancona) - altra creatura di Moreno Cedroni, che troviamo al suo fianco e subito dopo, Luca Abbadir con il quale condivide la creatività della Madonnina del Pescatore, a Senigallia, e due membri della grandiosa squadra di cucina Foto di Brambilla / Serrani
Da sinistra, il presentatore (macellaio, giornalista e volto televisivo) Fabrizio Nonis, che ha condotto brillantemente questa edizione di Identità di Formaggio 2023, Alessandro Mandrioli, sous-chef del ristorante Il Clandestino, a Portonovo (Ancona) - altra creatura di Moreno Cedroni, che troviamo al suo fianco e subito dopo, Luca Abbadir con il quale condivide la creatività della Madonnina del Pescatore, a Senigallia, e due membri della grandiosa squadra di cucina
Foto di Brambilla / Serrani
Moreno Cedroni e Luca Abbadir sul palco dell'Auditorium a Identità Milano 2023 mentre presentano al pubblico 8 piatti inediti dal nuovo menu del ristorante la Madonnina del Pescatore, Segnali di Fumo
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