19-12-2018
Il 7 dicembre scorso è venuto improvvisamente a mancare Gianni Frasi, maestro della torrefazione. Rocco Catalano, con penna lieve ed elegante come sempre, ne tratteggia la figura originale, o per meglio dire unica.
Ho scoperto l’esistenza di Gianni Frasi una decina di anni fa, per caso, cercando e leggendo nel web alcune cose su Guénon, sulla cosmologia, l’alchimia e le filosofie esoteriche di cui sono appassionato lettore.
M’incuriosì molto quest’uomo sebbene non avessi immediatamente chiaro chi fosse e di cosa si occupasse, ma le prime tracce mi portarono al Laboratorio Torrefazione Giamaica Caffè. Il nesso tra caffè e le scienze filosofiche continuava a non essermi chiaro, ma l’esoterismo, si sa, vuole così.
Ricordo la telefonata con cui ci presentammo e chiedemmo a Frasi di voler acquistare il suo caffè. Seguì un diniego e qualche improperio; non capimmo, perseverammo, lui acconsentì ma a condizione di andare a Verona nel suo laboratorio di torrefazione perché avrebbe dovuto conoscerci per valutare se ne fossimo degni.
Dopo qualche settimana eccoci a Verona. Nella casa-laboratorio il tempo sembrava sospeso tra l’aroma del caffè e da una storia che inizia nel secolo scorso con la famiglia Prando per proseguire col loro socio Giovanni Erbisti (zio di Frasi), al quale è tuttora dedicata l’unica miscela prodotta dal Laboratorio Giamaica, e poi con Franco Frasi (padre di Gianni) che prima di occuparsi della torrefazione fu uno dei calciatori simbolo del Verona Hellas degli Anni 50.
Tutto faceva da cornice al luogo in cui Simone Fumagalli, erede di Frasi e da lui considerato un predestinato, era intento a svuotare i sacchi di iuta nella caldaia per la tostatura a fiamma viva sottoponendo i chicchi “al battesimo del fuoco”.
Il laboratorio di torrefazione a Verona
«Questa è la rappresentazione della fine del ciclo cosmico, l’aspetto occulto del caffè, che per la sua capacità di attrazione è stato definito bevanda dell’intelletto. Chi non capisce il senso del caffè non può capire niente di nessun’altra cosa al mondo».
Alcune delle citazioni di Frasi che appuntai sulla mia moleskine durante quell’incontro e che custodisco gelosamente.
«Bisogna riconoscere dignità a quest’opera che prevede la freschezza senza eccezioni. Come ogni vita, anche quella del caffè comincia a decadere 36 ore dopo la tostatura e termina inesorabilmente dopo 60 giorni».
L’incontro evidentemente non è stato semplice per chi pensava, come me, di voler solo acquistare un ottimo caffè per la propria attività. Ci ha catechizzati immediatamente con il suo tono di voce alto e penetrante, le sue argomentazioni difficilmente eccepibili e accompagnate da un motivetto ammaliante, durante le pause, come il suono di una sirena.
Finì così quella parte della lezione, con la bevuta di un caffè di cui ho perfettamente ancora impresso i sentori e l’intensità e la qualità del colore, quindi uscimmo. Ricordo il suo profumo di qualità artigianale e la sua sciarpa di seta sempre al collo, gli stivali a punta, la sua andatura decisa.
In macchina inserì un cd, disse che era l’ultimo disco dei John Papa Boogie, feci finta di sapere chi fossero rapito dalla voce potente che dava inizio al primo brano, mentre cercavo, invece, di nascosto notizie con Shazam.
Frasi cantante
Cantare per Haiti, la terra che ha fatto della contaminazione tra la cultura woodoo e quella dei canti missionari francesi la magia del canto nero per eccellenza, era la sua missione (Gli incassi dei concerti della JPB, infatti, erano devoluti alla popolazione locale attraverso la Fondazione Francesca Rava – N.P.H Italia Onlus).
Gianni Frasi non era solo caffè, piuttosto il caffè era la sua essenza; in quel chicco era condensata la sua vita. Forte, buono, caldo. Proprio come recitava il motto appeso con un cartello nel suo laboratorio di torrefazione. Io aggiungerei profumato, intenso, ricco, magico.
Prosit e serenità.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Nato "a Sud di ogni Sud" (cioè a Potenza), romantico assaggiatore e narratore di vini e storie di cibo. “Camminare la terra” alla ricerca di storie e di prodotti è la sua passione, che poi vorrebbe essere anche una professione. «Sin da bambino un sacco di parole girovagano indisciplinate nella mia mente, e fin quando la pigrizia non mi ha sopraffatto le ho messe assieme in un blog che si chiama: Vino e Utopie, la fantasia al bicchiere»
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.