20-11-2017
Domenico Iavarone, 35 anni, chef del ristorante Josè di Villa Guerra a Torre del Greco, Napoli, +39.081.8836298 (foto villaguerra.it)
Altissimi svettano i pini nel viale d'ingresso dell'elegante Villa Guerra. In alto c'è San Gennaro. E' l'unica dimora della borghesia vesuviana dell'Ottocento in cui lo sguardo del santo non è rivolto al Vesuvio, bensì al mare. Non è vero ma ci credo e Domenico Iacovone, chef campano, devoto e superstizioso, ha scelto di crederci. Non solo al santo patrono, ma all'intero progetto di ristorazione proposto dalla famiglia Confuorto.
Amanti del bello e del buono, la coppia di imprenditori campani ha sposato l'idea di un professionista, accogliendo le ispirazioni e le esigenze di uno chef giovane che vanta una fittissima esperienza e una valente competenza. Insieme salpano in questa nuova avventura ai piedi del Vesuvio e dalla primavera del 2017 il vento nuovo del cambiamento soffia sul Miglio d'Oro.
Seppur sita al centro di Torre del Greco, la tenuta è lontana dal frastuono cittadino: si distingue pulito il cinguettio di passerotti e delle upupe, gli uccelli protetti del Parco Nazionale del Vesuvio, mentre si sta immersi nel verde rilassante degli alberi da frutta, dell'orto biologico e dei due ettari di prato che abbracciano la villa che ogni giorno, al calar del sole, si veste della luce dei più bei tramonti del Golfo di Napoli.
Il giardino di Villa Guerra
Così nasce il ricco benvenuto, da toccare con mano e mangiare in senso orario, allegro e goloso. Forte di una grandissima materia prima, tutta locale, con mano dinamica e sicura, Domenico firma piatti dalla rotondità coinvolgente, come gli Spaghetti con trippe di baccalà, ceci, limone e caffè: il gusto corposo del caffè chiude un cerchio che il limone torna ad aprire con la sua acidità.
Tante coccole piacevoli, come il tovagliolo servito freddo, o caldo a seconda della stagione, e profumato alle spezie; o la consegna in anteprima di un piccolo menu che recita i piatti che lo chef ha selezionato per il nostro percorso di degustazione, lasciandoci liberi di dare una sbirciatina o di lasciarci sorprendere. È un posto dominato dalle suggestioni, di dirompente tradizione sospesa fra sacralità e arte del convivio, spesso attraversata dalla narrazione dei piatti che furono cari a Giacomo Leopardi, come la crema fritta che lo chef ripropone in chiusura e che segue la ricetta originale dello scrittore che abitò questa terra e, come molti, se ne innamorò.
Tonno e ciliege: la stagionalità regna sovrana nei piatti di Domenico Iacovone
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Classe 1985, una laurea in Lettere e Filosofia e un master al Gambero Rosso di Napoli, ha una grande passione per le identità culturali e la memoria gastronomica mediterranea
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.