È un momento di straordinaria vitalità quello che sta vivendo la città di Matera. Un gioiello di storia e di bellezza incastonato tra le gravine lucane, in un territorio che dialoga molto intensamente anche con la vicina Puglia. Un luogo che nel corso di settant'anni è passato da "vergogna d'Italia", come la definirono Togliatti e De Gasperi in una visita del 1949, a custode (dal 1993 con i suoi Sassi) di un Patrimonio dell'Umanità Unesco.
In questi giorni però, attraversando vie, strade e vicoli della città lucana è evidente il fermento crescente, l'energia che si sta liberando in vista del 2019, anno in cui Matera sarà Capitale Europea della Cultura. Una straordinaria occasione per sviluppare ancora di più le economie del territorio particolarmente legate al turismo, all'ospitalità, alla gastronomia e, appunto, alla cultura.
Non è allora un caso che in questi giorni si sia svolto proprio a Matera un Festival di Cultura Alimentare, chiamato Cultural, organizzato da un operatore appassionato e competente come Mauro Bochicchio. Il format di Cultural non è però nato in queste settimane: l'evento è anzi arrivato alla sua quarta edizione, ma si era sino ad ora tenuto a Parigi, dove Bochicchio vive e lavora. Ma senza mai dimenticare le sue origini, italiane e lucane.

La bellissima sala di Casa Cava: sul palco Pietro Zito, del ristorante Antichi Sapori di Montegrosso di Andria, presentato da Danilo Giaffreda
Cultural nasce così come occasione per promuovere fuori dai nostri confini l'identità e la ricchezza della cultura gastronomica italiana: in questa sua nuova incarnazione a Matera invece, l'obiettivo degli organizzatori si è concentrato maggiormente sul Sud Italia, fino a far diventare l'appuntamento qualcosa di molto simile a degli “Stati Generali” della cucina meridionale.
Il tema della due giorni, svoltasi il 18 e 19 settembre, era infatti “Il ritorno alle radici”: non però come operazione in qualche modo nostalgica o conservatrice, caratterizzata da un recupero acritico della famigerata tradizione. Le radici sono patrimonio e ricchezza condivisa soprattutto quando diventano lo spunto e lo stimolo per far crescere nuove piante, realtà genuinamente libere di svilupparsi seguendo la fantasia e la creatività di chi le incarna.
Perfetto esempio, anche visivo, di questa idea era il luogo dove si è svolto il piccolo Festival:
Casa Cava, inaugurata nel 2011, è un complesso ipogeo di 900 mq costituito da un’antica cava a pozzo di origine post medievale, riscoperto, restaurato e diviso in 10 ambienti scavati nel tufo nel cuore della città antica, nei pressi della Chiesa di San Pietro Barisano. E' stato concepito come spazio per eventi creativi e ha al suo interno un Auditorium che può ospitare circa 140 persone, in perfetto equilibrio tra storia e contemporaneità, tanto da ricevere nel 2013 il Premio Internazionale Architettura in Pietra.

Cristian Torsiello dell'Osteria Arbustico di Valva (Salerno), presentato sul palco da Sonia Gioia
L'idea di portare
Cultural a Matera viveva da qualche anno nella testa di
Bochicchio, ma ha avuto bisogno di tempo per maturare e concretizzarsi: lo ha fatto con un programma di circa trenta chef, quasi tutti legati a doppio filo con la terra del Sud. Sapori e identità di Lucania, Puglia, Calabria e Campania in particolare hanno trovato dei perfetti narratori in persone ispirate come
Caterina Ceraudo,
Pietro Zito,
Angelo Sabatelli,
Peppe Guida,
Cristian Torsiello e ancora molti altri, alternatisi sul palco della manifestazione per presentare due piatti da loro creati, uno dei quali appositamente per l'occasione, avendo come materia prima principale il pane di Matera, vero simbolo della città lucana.
Proprio la giovane
Caterina Ceraudo, premiata l'anno scorso come miglior chef donna dalla
Guida di Identità Golose, ha direttamente ringraziato gli organizzatori per la possibilità offerta da
Cultural di ritrovarsi in un bellissimo luogo del Sud per parlare di Sud: ognuno esprimendo una propria genuina declinazione di questa terra viva e ricchissima, rappresentando un fermento decisamente esaltante, una voglia orgogliosa di rinascita e di rilancio.
La stessa
Caterina, insieme ad altri giovani calabresi come
Nino Rossi,
Luca Abruzzino,
Antonio Biafora e
Gennaro Di Pace, incarna con l'associazione
Cooking Soon una realtà già solida, ma altrettanto piena di margini di ulteriore crescita. Un esempio luminoso di come si possa, nonostante tutte le difficoltà, storiche e stratificate, credere nella propria terra e lavorare per la celebrazione dei suoi prodotti e dei suoi sapori.

Uno dei circa sessanta piatti presentati durante Cultural: una lettura moderna e completamente vegetale della Pasta alla Norma, firmata dal siciliano Paolo Barrale, chef di stanza in Irpinia, al Marennà di Sorbo Serpico (Avellino)
Così colonne della gastronomia di qualità nel Sud Italia come
Zito,
Zullo o
Sabatelli possono pensare di passare il testimone a dei giovani coraggiosi e veramente appassionati, pieni di voglia di sfidare anche le difficoltà di proporre una cucina che punta più sulla qualità che sulla quantità in territori non abituati a un simile approccio.
A fianco di questa interessante carrellata di chef e di piatti, una selezione di produttori, anche questi circa una trentina, a rappresentare la ricchezza straordinaria che producono queste terre, e quel mix vincentissimo che si manifesta in un luogo come Matera, che unisce in modo proficuo e armonico le tradizioni e i sapori lucani e pugliesi: olio extravergine, pomodoro, salumi, pane, pasta. Veri simboli di una cultura gastronomica dalle radici molto solide e dal futuro più che promettente. Come speriamo possa averne anche una bella manifestazione come
Cultural.