Uno si è tatuato sulla pelle un carciofo per ribadire la sua romanità, il secondo fa parte di un team interdisciplinare, il terzo ha assaggiato il suo primo gamberone a 19 anni quando ha abbandonato il suo “nido sui monti”. Questo variegato trio è composto da Bernardo Paladini, chef ventiseienne che ha aperto insieme a Michele Castelli e Virginia Caravita ha curato l'apertura del Ristorante Italia a Istanbul, Semi Hakim, membro del collettivo Gastronomika della capitale turca, e Ben Hofer, maestro di sala e di vini che ha lavorato al Claridge’s di Londra e con Nuno Mendes.
Questi tre talenti, soprattutto, daranno vita al prossimo Postrivoro in programma il 12 e 13 dicembre a Faenza, nel Chiostro della Chiesa della Commenda (Borgo Durbecco), per una cena e un pranzo indimenticabili e irripetibili.
Bernardo Paladini è nato 26 anni fa a Roma, secondo di cinque fratelli. «Sono cresciuto tra i fornelli, la curva sud e la voglia di viaggiare. Si può dire che sono un’economista mancato avendo iniziato l’università dopo la maturità classica». Alla fine ha preferito fare della passione per la cucina il suo lavoro. Nelle sue cuffie scorrono spesso i Clash, Johnny Cash e Fabrizio De Andrè e proprio al “Faber” sono dedicati due dei suoi tatuaggi. Tra gli altri ha anche un carciofo, il simbolo delle sue inossidabili radici romane. Dopo alcune esperienze in trattorie romane, ha passato tre anni nello stellato Acquolina per poi approdare all’Osteria Francescana per cui ha curato nel 2014 l’apertura del Ristorante Italia a Istanbul. «La ricetta perfetta non esiste, è come un tema musicale che un cuoco intelligente può suonare ogni volta con una variazione dettata dall’ispirazione».

Semi Hakim dopo la laurea alla
Haliç University Tourism di Istanbul nel 2010 ha iniziato la sua formazione in cucina alla
Culinary Arts Academy. Da lì la sua strada verso l’Europa ha toccato la Spagna con un’esperienza da
Sergi Arola a Madrid e poi da
Martin Berasategui. Al suo rientro in patria ha iniziato a lavorare per
Enstitü, coordinando i progetti di cultura gastronomica. Nel 2012 con
Engin Önder e
Cem Aydoğdu ha dato vita al progetto
Gastronomika con l’obiettivo di dare una nuova identità alla cucina anatolica con un team interdisciplinare che comprende oltre agli chef anche designer, architetti e storici.
Ben Hofer è cresciuto in un piccolo villaggio delle Alpi Austriache e ha iniziato a lavorare nel settore quando era adolescente. «Al tempo non ero particolarmente avventuroso per quanto riguardava il cibo, visto che ero cresciuto in un’area in cui la dieta era principalmente carne e le patate». Si è rifatto durante gli anni successivi grazie a numerosi viaggi e occasioni di lavoro all’estero. «Ho iniziato a sviluppare un forte interesse verso tutti i tipi di cibo e bevande. Non mi ritengo un esperto in nulla, non sono uno chef e non sono un sommelier. A volte servo i piatti da sinistra e altre da destra, qualche volta servo le donne alla fine ma mi piace dare ai miei ospiti un’esperienza autentica». Ha lavorato in molti posti: il
Berkeley Hotel e il
Claridge’s, sempre a Londra con
Pierre Koffmann,
Simon Rogan e ultimamente con
Nuno Mendes e
Konstantin Filippou a Vienna. In più ha lavorato con
Massimo Bottura nella breve esperienza di pop up restaurant da
Sotheby’s e con il
Noma nel pop up restaurant del 2012.
Il
Postrivoro porterà i portatori di queste tre diverse esperienze a incontrarsi tra poco più di un mese a Faenza, per un menu che resterà segreto fino all'ultimo momento, svelato solo a chi avrà la fortuna di accomodarsi a tavola. Come da tradizione
Postrivoro è organizzato in due eventi: una cena, la sera del 12 dicembre, e un pranzo il giorno seguente. Entrambi solo per 20 ospiti.
Le prenotazioni apriranno il 4 novembre alle 11.00 e si potranno effettuare direttamente dal sito
www.postrivoro.it. Gli eventi sono riservati ai soci dell’associazione
RAW Magna e hanno una quota di partecipazione individuale di 95 euro. La location è la sede di Borgo Durbecco di Faenza, in Piazza Frà Sabba, 5.