25-11-2020
Paolo Marchi ed Enrico Bartolini poco prima dell'inizio della registrazione dell'intervista. Si può ascoltare per intero iscrivendosi a Identità on The Road (per informazioni: iscrizioni@identitagolose.it, telefono +390248011841, interno 2215)
Lo chef più stellato d'Italia, nove macaron in tutto con l'ultimo conquistato proprio oggi, grazie al "suo" Juan Camilo Quintero del Poggio Rosso a Castelnuovo Berardenga (Siena). Il primo dopo Gualtiero Marchesi a riportare le tre stelle Michelin a Milano. Enrico Bartolini, in pochi anni, è diventato un protagonista assoluto della cucina italiana: lo ha fatto con una grande calma, una pacatezza dei modi e dei toni che gli ha immediatamente riconosciuto anche Paolo Marchi sedendosi di fronte a lui per un'intervista, intima e approfondita, di cui oggi vi proponiamo solo un piccolo estratto, e che potrete vedere e ascoltare per intero sulla piattaforma di Identità on the road 2020.
«E' vero che sono calmo - ha ribattuto sorridento Bartolini - a volte è una calma apparente, in questo periodo non è semplice stare calmi, però credo faccia parte di un percorso di crescita, di evoluzione. Di esperienza e anche di errori: è proprio la calma che permette di metterli a fuoco, di analizzarli, per comprendere come andare avanti nel modo migliore».
«Quando avevi 16 anni ti saresti accontentato di aprire un'osteria di paese o avevi già chiari e definiti di fronte a te degli obiettivi più ambiziosi?», ha chiesto Marchi al suo ospite. «Ogni giovanotto ha dei sogni - ha risposto Bartolini - i sogni di oggi forse sono un po' cambiati, perché internet ha ovviamente ampliato gli orizzonti di tutti, ha velocizzato il diffondersi della cultura, ma forse ha anche reso più pigre alcune persone. Io sognavo di fare bene la pasta fresca con i porcini e ho iniziato proprio a farla lì in Toscana. Mentre frequentavo la scuola alberghiera non mi mancavano le occasioni di pensare anche ad altro, ma la disciplina delle persone che avevo intorno a me, mi portava a fare bene il mio lavoro in quell'albergo di Montecatini da cui sono partito. Poi, quando ero in quinta superiore, sono stato premiato con una borsa di studio per andare a Londra».
Quando ti sei davvero innamorato di questo lavoro? Quando sono arrivato a Parigi, nel 1999. Fino a quel momento le mie informazioni sulla cucina italiana e internazionale si limitavano a quello che trovavo su certi libri, sulle riviste come Gran Gourmet, nelle raccolte di ricette di Gualtiero Marchesi o di Vissani. Ero un sognatore, un adolescente che raccoglieva idee senza avere l'accesso a Google come oggi. Quindi quando sono andato a Parigi invece mi sono trovato in mezzo a quel tipo di ristorazione, al fine dining, ero in una grande città, con tanti indirizzi di grande livello. Tutti i soldini che guadagnavo li spendevo in quei ristoranti, investendo sul piacere, ma anche sull'esperienza che facevo sedendomi a quelle tavole. E' stato grazie a quell'esperienza che mi sono accorto che in Italia stava crescendo, esplodendo, una scena gastronomica, come abbiamo visto negli anni a venire.
PER VEDERE L'INTERA INTERVISTA, ISCRIVITI A IDENTITÀ ON THE ROAD CLICCANDO QUI. Per info iscrizioni@identitagolose.it o il numero di telefono +390248011841, interno 2215
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Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
La suggestiva immagine di Furore Grand Hotel illuminato dalle luci della sera
A sinistra, Enrico Bartolini che firmerà la proposta del ristorante gastronomico di Palazzo Utini, locanda di lusso a Noceto in provincia di Parma; a destra, Roberto Monopoli, pugliese di Bari, ne sarà il resident chef. La struttura aprirà ufficialmente al pubblico il prossimo 8 maggio. Tutte le foto sono a cura di Marialuisa Iannuzzi