22-10-2025
I Risoni di Bluh Furore, tra terra e mare
Un primo piatto che parla di tradizione, ma anche di una creatività assai intelligente: quella di Vincenzo Russo, talento della squadra di Enrico Bartolini al Furore Grand Hotel, nell’omonima località in provincia di Salerno, in Costiera Amalfitana
I Risoni o Veli di mare: una grande rilettura della pasta maritata (foto archivio Bluh Furore)
Il Furore Grand Hotel sorge nell’omonima località in provincia di Salerno, in Costiera Amalfitana, e nasce da un'idea della famiglia Irollo de Lutiis. Si raggiunge con pazienza, tra strade ricche di tornanti, paesini pieni di vita (tra cui Agerola, famosa per il Fiordilatte) e terrazze che guardano il mare. Proprio su una di queste è stato aperto il ristorante Bluh Furore, con la regia di Enrico Bartolini e la mano, in loco, dell’executive chef Vincenzo Russo, che viene proprio da questa terra. Oggi trentenne, il nostro cuoco ha alle spalle un lungo passato con Antonino Cannavacciuolo, che si rintraccia nelle proprie creazioni, con qualche riferimento, ma senza perdere in personalità. La summa del sapere di chef Russo espolde decisamente nei Risoni, il telaio di una trama e un ordito rispettivamente vegetali e marini. Il piatto si ispira alla Minestra maritata e alla Pizza di scarole, preparazioni che scorrono nel DNA di ogni buon campano. Da questi due ricordi, nasce un primo intelligente, goloso, ma soprattutto con ogni singolo elemento al proprio posto, perfettamente distinguibile. Sul fondo del piatto troviamo una salsa al nero di seppia, una salsa ai ricci di mare, dei ricci di mare crudi, una salsa di lattuga di mare, alghe e spaghetti di mare fritti, cozze, vongole e cannolicchi, impreziositi da una crema all’aglio dolce (Cannavacciuolo docet). Al di sopra, vengono serviti, direttamente al tavolo, i risoni (una pasta spesso etichettata come di seconda scelta, ma con grandi capacità di adattamento e di elaborazione), mantecati in crema di scarole, patate affumicate e provola affumicata, con dei garusoli di mare glassati al fondo di vitello come ultimo elemento. Chiudendo gli occhi e assaporando il primo boccone, si vive una geolocalizzazione interiore, capendo qual è il potere della Campania e proprio di Furore: unire terra e mare con una ricetta, resa realtà dalla mente e dai gesti di Vincenzo Russo, perfetto interprete delle ricchezze di “casa sua”.
P.s.: da non perdere anche la panificazione (pagnotta di grano arso, taralli, schiacciate alla cipolla), il Wellington di cipolla e il dessert Si alza il vento.
piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella (buona) tavola come creatrice di legami, generatrice di ottimi ricordi e di emozioni vive. Instagram lucafarina88