09-03-2022
Roberta Merolli e Giovanni Solofra a Identità Golose Milano. Sono rispettivamente pastry chef e chef del Tre Olivi al Savoy Beach Hotel di Paestum, in Cilento
"Costruire nuove memorie" era il tema di Identità Milano 2019. Mi ha sorpreso piacevolmente ritrovare questo concetto nelle parole di Giovanni Solofra e Roberta Merolli (re e regina Mida del Cilento, clamorosi due stelle - a zero, prima - per l'ultima Michelin nel loro Tre Olivi a Paestum), mentre chiacchieravamo amabilmente a fine servizio, ieri sera. Erano ospiti a Identità Golose Milano e lo saranno ancora stasera, si prenota qui se trovate ancora un tavolo libero. Se non lo trovate, mal per voi: cena d'altissimo livello, una delle migliori in assoluto e di sempre, a memoria di chi scrive, al primo hub internazionale della gastronomia.
E allora, "costruire nuove memorie". Il riferimento salta fuori quando chiediamo ai due radici ed evoluzione della loro cucina. Prima risposta: antropofagia, una battuta s'intende. Fuor di metafora? «È come se offrissimo da mangiare archetipi, memorie, geolocalizzazioni. È quasi un'opera di marketing territoriale. Cosa si vuole da una cena? Ricordarsi dove si è stati». Si parte dall'identità culturale - «Non possiamo che proporre una cucina mediterranea, perché è nata dove siamo noi, tra Salerno e Cilento. E inoltre perché ci piace» - poi c'è il passo in più, quello decisivo: «Tradire una memoria per costruirne una nuova». Tradire e tradizione in fondo hanno lo stesso etimo, dal latino tradĕre, "consegnare", poi tradire ha assunto significato negativo in base alla tradizione (di nuovo!) evangelica, nella quale Gesù è "consegnato", e cioè "tradito", da Giuda.
E allora come Solofra e Merolli "tradiscono" la tradizione e ne costruiscono una nuova? «Lo si può fare dedicandosi alla ricerca, per diventare anche una specchio di contemporaneità: memorie personali e/o condivise da un territorio intero vengono riviste in chiave più intima, oppure si prende spunto dal quotidiano». Con due punti fermi. Il primo lo sottolinea Solofra: «La nostra cucina si identifica nell'esperienza del commensale al tavolo. Lavoriamo pensando al cliente, più che plasmando qualcosa che piaccia solo a noi». Il secondo elemento lo aggiungo io: c'è un plus clamoroso, quasi sfacciato, ed è quello di una grandissima raffinatezza, quasi clamorosa rispetto a una tradizione campana che a volte veleggia avendo come stella polare la pura golosità. «Ma essere mediterranei non è solo golosità». Appunto.
Cena eccezionale, vi dicevamo. Ecco i nostri appunti.
Tre olive
Prospettiva San Salvatore
Danza delle Menadi
Pane murato
Lat(t)e future
Racconti, storie e immagini dal primo Hub Internazionale della Gastronomia, in via Romagnosi 3 a Milano
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
I pani in degustazione ai Tre Olivi, ristorante di alta qualità italiana del Savoy Beach Hotel a Paestum