10-08-2015

Le birre le ha portate Massimo

Ieri al Refettorio Ambrosiano cena di raccolta fondi con Bottura e quattro super-chef latinoamericani

Gli chef della cena di ieri sera, al Refettorio Am

Gli chef della cena di ieri sera, al Refettorio Ambrosiano. Bottura al microfono con, da sinistra, Enrique Olvera, Carlos García, Rodolfo Guzmán e Matias Perdomo

«Ho comprato le birreeeee», arriva Massimo Bottura più adrenalinico che mai, quasi spiritato. «Ciao Massimo, come va? Ti vedo alla grande…». «Va alla stra-grande!», risponde, e nel frattempo spiega la questione delle birre: «In un refettorio si beve acqua, ok? Ma magari qualcuno vuole una birra…».

Abbiamo scritto refettorio ma s’intende il Refettorio. Quello Ambrosiano. Un’idea dello chef modenese, che ha trascinato tanti altri col suo entusiasmo: «L’altro giorno c’era qui Alain Ducasse, si è messo a cucinare, a portare i piatti… Erano 30 anni che non lo faceva, mi spiego?». E’ una mensa per poveri, lo abbiamo raccontato qui e anche qui, ma per una sera si è aperta ai “ricchi”: ossia ai benefattori disposti a lasciare un’offerta in cambio di una cena fatta di avanzi di Expo, ossia quello che l’Esposizione non ha consumato ma è commestibile e di qualità.

Bottura serve i piatti

Bottura serve i piatti

Il tutto, firmato non solo da Bottura: con lui c’erano quattro chef stranieri, un concentrato del meglio che l’alta cucina può offrire in America Latina: Enrique Olvera, del Pujol di Città del Messico, al 16° posto nella 50 Best Restaurants; Rodolfo Guzmán, del Boragò di Santiago del Cile, al 5° posto nella classifica dei migliori ristoranti dell’America Latina; Carlos García, del ristorante Alto di Caracas, al 28° posto nella stessa classifica; e Matias Perdomo, l’uruguagio già stellato al Pont de Ferr e ora in attesa di poter aprire il suo Contraste, sempre a Milano.

Ai tavoli, tanta gente. C’era ad esempio Davide Rampello, ideatore del Padiglione Zero a Expo. C’era Luca Fantin, lo chef del Bulgari di Tokyo che sarebbe dovuto essere in viaggio per il Giappone proprio in quelle ore («Vacanze finite») ma ha rinviato il volo per non mancare alla mensa di piazzale Greco. 

Rodolfo Guzmán impegnato a terminare l'impiattamento

Rodolfo Guzmán impegnato a terminare l'impiattamento

Hanno gustato piatti come Cocco, parmigiano e lamponi e Pomodoro con il cuore, Mole dell’orto (il mole è una salsa della cucina messicana preparata con diversi peperoncini e molti altri ingredienti e spezie) e Pulmai freddo (è un piatto cileno: un tegame con molluschi, pollo e salsiccia, con il brodo servito a parte). Poi pesce o carne con agrumi, melanzane e aglio, per finire con Platano balsamico e Riso, latte, funghi e rafano.

«Pensiamo al pane avanzato…. Può raccontare tante storie, come una persona anziana che narra la sua vita – ha chiosato Bottura – E’ quello che vogliamo fare noi: prendiamo le briciole del pane avanzato e le facciamo diventare una magia».

 

Fuori Expo

Racconti, consigli e assaggi dalla città dell'Esposizione Universale 2015

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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