08-01-2022
Il Coccio nel Coccio è il Piatto del 2022 di Roberto Di Pinto del ristorante Sine, a Milano
Dall'estremo Nord al profondo Sud, abbiamo chiesto agli chef di tutto il Bel Paese una proposta inedita da svelarci, direttamente dalle cucine dei loro ristoranti. Conosceremo quindi "il Piatto del 2022"... che sia il simbolo di questo nuovo anno.
Il Coccio nel Coccio nasce nel 2015, quando ancora lavoravo all’Hotel Bulgari, come piatto-special da proporre fuori menu ai clienti più affezionati. Decisi di introdurlo al Sine dopo qualche mese dall’apertura, ma complice la pandemia e le chiusure a singhiozzo, non è mai riuscito ad avere una sua continuità all’interno del menu. Per questo, desidero che il piatto della ripartenza sia proprio il Coccio.
Un piatto che, nella sua essenza, è rimasto quello pensato nel 2015, ma che oggi si è arricchito di preparazioni più tecniche e di un gusto centrato. L’idea primordiale nasce durante gli anni delle superiori. Da sempre sono appassionato di storia antica, in particolare quella greca e romana, e la ricetta prende proprio spunto proprio da una ricetta dell’antica Roma (alcuni pensano che questa ricetta risalga al tempo degli Etruschi): il pollo cotto in creta.
Il pollo veniva cotto in uno scrigno di argilla e poi finito di cuocere in forni rudimentali e sotterranei. L’idea di utilizzare questa tecnica era rimasta ferma nel corso degli anni e, nel mentre, durante le varie esperienze lavorative, iniziai a conoscere altre tecniche più o meno classiche. Tra le tante quella del pesce al sale. In particolare, all’Excelsior di Napoli lo realizzavamo riprendendo la ricetta di le loup en croute di Paul Bocuse, aggiungendo al sale delle erbe.
E proprio pensando a questo tipo di lavorazione ho pensato di decorare il pesce in modo artistico, come dettato da questa tecnica utilizzando però, l’argilla e poi cuocendola nel forno. Unendo la mia storia culinaria alla tradizione della storia antica, e poi alla mia napoletanità nasce il Coccio nel coccio. Il coccio, o meglio O’ Cuoccio, è il nome della gallinella di mare in dialetto napoletano, che viene cotta nel coccio, ovvero nell’argilla.
IL COCCIO NEL COCCIO Ricetta per 4 persone Ingredienti 2 gallinelle da 800 gr ciascuna 2 limoni 2 spicchi d aglio 40 ml vino bianco 2 mazzetti di finocchietto selvatico 2 mazzetti di basilico 2 mazzetti di timo limone 2 kg di argilla grigia morbida Foglie di vite 3/4 Succo di pompelmo (poche gocce) Spago da cucina Verdure di stagione (baby carote, rapanelli, barbabietole, rapette) Sirk
Roberto Di Pinto è lo chef del ristorante Sine, a Milano
Procedimento
Sfilettare le gallinelle e deliscarle completamente. Con le lische e le teste ricavare un fumetto bianco, molto ridotto.
Con un matterello stendere l’argilla (con uno spessore di circa 2-3 mm) e ricavarne due fogli da 40 cm per 20 per ciascuna gallinella.
Marinare per circa 6-7 min i filetti di gallinella con il succo di limone, il vino bianco, qualche foglia di basilico, timo limone e finocchietto selvatico. Quindi, prendere i filetti dalla marinatura e adagiarli sulle foglie di vite aperte a cui abbiamo aggiunto delle fettine di limone sottili, il timo, il finocchietto e il basilico.
Chiudere con dello spago. Adagiare il cartoccio di foglie di vite sulla prima sfoglia di argilla stesa. Appoggiare sopra la seconda e dare la foma del pesce con le mani. Ripetere l'azione per la seconda gallinella.
Decorare con l‘aiuto di un coltellino fino. Decorare con spray alimentare oro e infornare a 220° per 18 minuti. Far riposare e servire rompendo con un martelletto la crosta ed estraendo il cartoccio di foglie di vite. Schiudere il cartoccio di foglie di vite e servire il contenuto nel piatto.
Per la maionese di gallinella Montare il fumetto ridotto con olio di semi di girasole e olio evo in pari quantità, aggiungere qualche goccia di pompelmo.
Per le verdurine al sirk Mondare le verdure di stagione, tipo carotine baby, rapette colorate, barbabietole, rapanelli. Sbollentarle per qualche minuto in acqua leggermente salata, Saltare con olio evo e sfumare con del Sirk.
di
Napoletano doc, sogna sin da bambino di diventare uno chef. Inizia a lavorare ancora ragazzino e gira il mondo per conoscere le cucine dei più importanti ristoranti di lusso e apprendere le migliori tecniche, fino a quando decide di fermarsi a Milano. Dopo l’esperienza di Chef all’Hotel Bulgari, decide di aprire Sine.
Assaggio tricolore di burri di bufala, straordinari, al nuovo L'Orangerie del relais Le Due Matote, nelle Langhe, chef Roberto Di Pinto e Luca La Peccerella. I burri sono rispettivamente al basilico, al fieno affumicato (clamoroso) e al pomodoro. Foto Tanio Liotta
Al centro lo chef Roberto Di Pinto, del ristorante Sine, a Milano, assieme alla brigata di Identità Golose Milano: la sua cucina, in abbinamento ai vini Consorzio Tutela Lugana Doc, è stata protagonista dell'ultimo appuntamento del ciclo di cene Vini e Chef della Lombardia. Per prenotare il prossimo appuntamento, consultare il sito dell'Hub. Foto a cura di Marialuisa Iannuzzi
Per un nuovo appuntamento di Vini e Chef della Lombardia, un'iniziativa in collaborazione con Ascovilo - l’Associazione Consorzi Tutela Vini Lombardi, lo chef Roberto Di Pinto del ristorante Sine, Milano, sarà protagonista assieme ai vini del Consorzio Tutela Lugana Doc all'Hub di Via Romagnosi nella serata di martedì 25 ottobre. Per info e prenotazioni, consultare il sito dell'Hub