16-08-2022
Sfatiamo un tabù: il rosso va benissimo anche d’estate. E non parliamo di colori per vestiti e costumi, di moda, ma di vino. In molti, con le temperature elevate, davanti a un bicchiere di vino rosso hanno una certa resistenza, una sorta di rigetto, pensando che sia pesante e che faccia venire ancora più caldo. Poi però rischia di bere qualche vino bianco ghiacciato, senza accorgersi in un primo momento dei 14 o 14,5% di alcol di quel determinato prodotto.
Abbandoniamo gli stereotipi, quindi, e affrontiamo questa caldissima estate anche bevendo un buon calice di vino rosso in compagnia, perché avere a fianco le persone più care rimane sempre il miglior abbinamento possibile.
La linea Puntay è la gamma alta, prodotta solo con uve di quei particolari vigneti - spesso i più alti - che si distinguono per qualità superiore e che sono destinate a diventare vini riserva. Nello specifico, le uve per la produzione di questa Schiava provengono dal Lago di Caldaro, da vigne a 300 metri; un luogo caldo, ma che grazie all’altitudine preserva la freschezza del frutto. Il vino fermenta in cemento e poi affina per 5 mesi in legno e anfora, mantenendo una piacevole succosità. Un sorso beverino, che insieme alla ciliegia porta un delicato aroma di mandorla, e che va a braccetto – non occorre dirlo – con lo speck dell’Alto Adige e con i salumi in generale, ma che potrete utilizzare anche con formaggi a pasta molle o piatti a base di funghi.
Amelia De Francesco
L’annata 2017 è stata caratterizzata da una violenta grandinata: sono quindi state prodotte poche bottiglie ma, come sottolineato dal marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga, di grande qualità. In questo millesimo, uscito in primavera sul mercato, troviamo già in grande equilibrio, note fruttate che si amalgamano gentilmente con un floreale molto fresco e un tocco di speziatura: il tutto senza invadenza. In bocca ha struttura, ma anche grande bevibilità: ottimo ora, probabilmente gli anni gli conferiranno una maturità e una complessità ancora maggiore. Ma noi abbiamo pazienza.
Da vigne terrazzate incastonate come una pietra rara nel versante retico, completamente esposto a Sud e mitigato dai venti freschi del Nord, nasce questo vino straordinario: dal bellissimo colore rosso rubino brillante, profumi delicati e avvolgenti, sapido e succoso al sorso. È leggero, fresco, con un bellissimo spigolo acido e tannini delicatissimi che lo permettono di abbinare facilmente a dei pesci d’acqua dolce.
Salvo Ognibene
Sfidando caldo e cattivi pensieri, ci affidiamo quindi al “Pinò Rosso del Diavolo Allegro 2017 – Pinot Nero Sebino Igp”. Cento per cento Pinot Nero: prima avviene la macerazione prefermentativa a basse temperature (4-5°C), seguita dalla vinificazione in rosso con vasche in acciaio dalle temperature costantemente controllate. Le bucce vengono rimescolate con delicatezza e infine ecco l’affinamento in botti di acciaio, con una parte in piccoli contenitori di legno per un tempo non inferiore ai 12 mesi. Un vino – 14 gradi, biologico – che comunica subito agli occhi una sana allegria con il suo rosso rubino e la rafforza con intriganti aromi di piccoli frutti rossi e spezie. Ma presto mette in chiaro il proprio carattere deciso, offrendo equilibrio e complessità interessanti.
Marilena Lualdi
Nel caso del Tacchetto Bardolino sono ben presenti le note speziate e di marasca cosi come la freschezza delle uve Corvina e Merlot. Un vino realizzato senza l’affinamento in botte per lasciare ben distinte le caratteristiche originali della materia prima. In estate torride, come quella di questo 2022, la prassi di rinfrescare il vino rosso diventa un’esigenza. E allora servite con piacere il Tacchetto a 15 gradi, e volendo anche a qualcuno meno, bevetelo in abbinamenti, anche non canonici, per un rosso come pesce di mare - al forno o meglio ancora cotto alla griglia - paste e risi freddi, insalatone irrobustite da pollo e coniglio.
Maurizio Trezzi
Marta Venica, cresciuta accanto alle vigne dell'azienda di famiglia, Venica & Venica, con grinta e determinazione - dopo studi ed esperienze che l’hanno portata a vivere realtà internazionali - ha messo a punto il suo disegno di vino, frutto anche dell’amore e della compartecipazione del suo compagno Mitja Sirk, sommelier di La Subida di Cormons. Pochissime bottiglie prodotte, appena mille e solo due vendemmie realizzate per questo rosso, ma la consapevole certezza di quello che attraverso questo vino si vuole comunicare. Le viti sono a Dolegna e hanno tra i 50 e i 60 anni, prodotto con una prevalenza di Merlot e in percentuali minori Refosco e qualche pianta di Franconia; l’uva viene vendemmiata a grappolo intero e solo un terzo della fermentazione avviene in tonneau e il resto in acciaio. Una carezza estiva che ti fa immergere in quella dimensione rilassata che sa di more, ciliegie, fragola a cui si uniscono intriganti note di mirto e di pepe bianco.
Fosca Tortorelli
Una bottiglia che è frutto dell’armonia tra la tecnologia sofisticata della cantina e la storia antica dell’Abbazia, dove viene prodotta, quindi connubio di innovazione e sperimentazione, da un lato, e tecniche di produzione vinicola tramandate da secoli, dall’altro. Una Doc che viene coltivata tra Bolzano ed Appiano e affinata in inox nella vecchia cantina del Convento. Le carni sono il primo e semplice abbinamento, ma si trasforma in un vino più divertente abbinandolo a degli stuzzichini, perfetti per un aperitivo estivo, e si esprime molto bene anche con il pesce.
Stefania Oggioni
Una curiosità: Beba è il soprannome della nonna di Paola, Elena Testerini, che aveva 99 anni quando è stata portata a termine la prima vinificazione di questo vino. La vigna, con all’interno Sangiovese, Canaiolo Nero, Colorino, Aleatico e Ciliegiolo, ha oltre 80 anni di vita e si trova nella Val Tiberina. Le uve del Beba99 annata 2019 sono state trasformate dal kellermeister di Kaltern, Andrea Moser, nella cantina di De Vescovi Ulzbach nella zona del Teroldego a Mezzacorona, in provincia di Trento. Un vino giovane per natura, fresco, di buona beva ma anche con una notevole verticalità. Ma attenzione a sottovalutarlo: ha nelle corde un grande potenziale di affinamento. E le prossime annate? Un segreto, al momento. Ma di certo non mancherà l’entusiasmo.
Colle Rotondella rappresenta il paradigma del Piedirosso dei Campi Flegrei: profuma di geranio, iris e ribes, con soffusi richiami di cenere e delicati ricordi iodati e salmastri, che si ritrovano nel sorso succoso, leggiadro e salino. Un inno al terroir e al vitigno, che dà il meglio di sé servito leggermente fresco.
Adele Granieri
È la scommessa enoica che Federico Graziani ha costruito in Contrada Feudo di Mezzo, frazione Passopisciaro. L’insieme di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Alicante e Francisi crea un vino identitario, conviviale, versatile che vi consigliamo di degustare qualsiasi possa essere il millesimo: siamo di fronte ad un vino che esprime un capolavoro assoluto di questa terra. Frutti rossi, note agrumate, sintesi olfattiva e gustativa di quella macchia mediterranea sapida ed elegante.
Cinzia Benzi
Il vino, senza mai essere filtrato, affina poi 14 mesi in botti di rovere di Slavonia e due ulteriori mesi in bottiglia. Da stappare rigorosamente a 16°C, questo frappato rappresenta l’essenza della filosofia produttiva di Arianna Occhipinti: rosso rubino non troppo serrato, al naso si svela con elegante susseguirsi di sentori, dalla rosa rossa ai lamponi, dal sottobosco al tabacco. In bocca è fresco e succoso con una piacevole vena sapida, gustoso e pieno, si completa di un tannino fine e vellutato, quasi scolpito. È un’etichetta unica di grande fascino ed emozione, che va oltre la descrizione delle note di degustazione. È il vino dell’anima e della libertà. Lascia che l’estate ti renda libero.
Davide Visiello
L’animo creativo di questa giovane figlia d’arte continua a stupire per intuizioni convincenti di vitigni autoctoni che svelano un vino rosso dal tratto femminile, molto elegante, pur fondendo le strutture di Bovale e Monica di Sardegna. Perfetto per un aperitivo, ideale per un pranzo o una cena estiva per l’alto tasso di convivialità. Uve raccolte in diverse vendemmie la cui macerazione avviene sulle bucce con innesto di lieviti selezionati per circa 10 giorni a temperatura controllata. Terminata la macerazione, la fermentazione alcolica, la malolattica, per un breve periodo si passa dall’affinamento in serbatoi di acciaio inox per proseguire, i successivi quattro mesi, in legno. Appena cinquemila bottiglie abbigliate dalle Bandidas create dalla matita di Katia Marcia. Must have per l’estate.
CB
Uno dei grandi “segreti” della freschezza è la tecnica di vinificazione, la semi macerazione carbonica. Una tecnica per estrarre colore ma non tannino, dove la frutta è talmente definita da risultare croccante. Così è Combes aux Jacques, un Beaujolais Village dove le uve vengono prese da 3 diversi village, tra cui anche il cru Réigné. Un vino dalla freschezza invidiabile nonostante i 13 gradi, con note di lampone e marasca, leggermente candite (tipico della tecnica produttiva) e una speziatura di chiodi di garofano. In bocca una bella acidità che ben si sposa con il profilo esclusivamente fruttato. Ottimo abbinamento con un hamburger con una bella maionese al curry.
Chiara Mattiello
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Gennaro Schiano, titolare di Cantine del Mare a Monte di Procida (Napoli)
Il nostro viaggio enoico, calice dopo calice, camminando nella cantina di Località San Cassiano
Da sinistra: Alberto, Teresio e Alessandro Schiavi