05-05-2022
Tre annate di Vorberg in degustazione: il Pinot Bianco di Kellerei Terlan migliora negli anni
Quello di Cantina Terlano è un incredibile viaggio nel mondo del Pinot Bianco. E su una cosa il direttore commerciale Klaus Gasser e il kellermeister Rudi Kofler non hanno molti dubbi: «È probabilmente la varietà più importante per noi, che è anche alla base del Terlaner I».
Per comprendere la qualità elevata del Pinot Bianco realizzato da Terlano, bisogna un po’ addentrarsi nelle caratteristiche dell’area, sulle montagne dell’Alto Adige: «Ci sono molte particolarità di terroir e climatiche – spiega Gasser – Abbiamo un terreno a base di roccia vulcanica, non molto ricco e il silicio domina per il 60% nella composizione del vigneto. La nostra realtà è legata da sempre a questo tipo di terreno: i vigneti, in queste condizioni, hanno rese basse e le uve portano ad avere vini che hanno un grande potenziale di evoluzione».
Rudi Kofler, kellermeister di Terlano
«È una varietà non facile – prosegue l’enologo, da oltre 20 anni in azienda – Perché è molto produttiva e il grappolo è abbastanza grande, e può dare problemi di sanità. Da noi, invece, è più piccola e spargola, mentre i vigneti hanno un’esposizione a sud e sud-ovest con tante ore di sole, che aiutano la maturazione. Così abbiamo un’espressione di Pinot Bianco di altissima qualità. E soprattutto con una finezza e una delicatezza che si esprimono ancora di più nel tempo. Possiamo definirla un’eleganza attraverso gli anni».
Il vigneto Vorberg
Per comprendere il potenziale del Pinot Bianco, il focus ha riguardato la Riserva Vorberg, il vino della Linea Selection che prende il nome dall’omonimo vigneto. Si tratta di un’area di circa 20 ettari tra i 450 e i 900 metri di altitudine. Piccole parcelle vengono utilizzate per il Rarity e il Terlaner I, mentre per la Riserva vengono “scartate” le aree più alte e più basse del vigneto. Un vigneto che è per l’85% a Pinot Bianco, con piccole parcelle a Sauvignon Blanc e Chardonnay.
L'ingresso della cantina
Una mini verticale di Vorberg ci ha permesso di comprendere il potenziale di questo vino. L’annata 2019 ha avuto una vendemmia abbastanza tardiva, finita a metà ottobre: il prodotto finale risulta avere una ottima struttura, ma anche una piacevole tensione e freschezza. Detto questo, è ancora molto giovane: come detto, il Pinot Bianco di Terlano ha bisogno di tempo per potersi aprire ed esprimersi al meglio.
Il direttore commerciale Klaus Gasser e il kellermeister Rudi Kofler durante la degustazione
Il 2011 rappresenta la maturità, data anche da un’annata più calda. Mantiene sempre la freschezza, ma c’è una maggiore ricchezza, con frutta matura, abbastanza calda, e note anche di spezia dolce. Vini profondi e complessi.
Il Rarity continua il suo lungo affinamento in cantina
«In questo momento – sottolinea Rudi Kofler – abbiamo altre 16 annate in affinamento sui lieviti, nelle vasche d’acciaio». E che diventeranno i Rarity del futuro. Non c’è una “formula matematica” esatta: ogni Rarity ha una vita a sé, una sua storia, come l’annata 1991 che uscì dopo 25 anni di permanenza sui lieviti.
Il Rarity 2009, realizzato con Pinot Bianco in purezza, appena presentato
E per questa volta il viaggio alla scoperta del Pinot Bianco si conclude così. Ma ogni bottiglia aperta è una scoperta nuova, un’emozione che si rinnova.
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di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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