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Giustino B. di Ruggeri, quando il Prosecco di Valdobbiadene può invecchiare e migliorare
Anche il Prosecco può invecchiare. Probabilmente non sarà mai come un Barolo o un Brunello di Montalcino, ma bisogna sfatare il mito che questo spumante debba essere bevuto solo ed esclusivamente il prima possibile, dopo la sua commercializzazione. Ovviamente dipende dal Prosecco.
La Cantina Ruggeri a Valdobbiadene ha sempre creduto nel Prosecco, nella Glera. E per questo ha saputo anche rischiare, per fare un vino che non fosse “uno tra i tanti”, ma che potesse esprimersi anche dopo qualche anno di affinamento.
In una foto di qualche anno fa, Giustino Bisol, seduto, e dietro il figlio Paolo al centro e i nipoti Isabella e Giustino
Ormai la qualità è un fattore imprescindibile per ogni produttore, ma magari non era esattamente così nel 1950, quando Bisol fondò insieme al cugino la Cantina Ruggeri. E subito punto sullo spumante di alto livello, che soprattutto fosse rispettoso del vitigno, la Glera, e del territorio di Valdobbiadene.
La speciale cassetta con la verticale di Giustino B.
In questo momento, per esempio, c’è in vendita la verticale composta dalle annate 2020, 2019 e 2018. Non si tratta, quindi, di un esperimento “per pochi intimi”, solo per osservare l’evoluzione del vino: ma è la volontà della Ruggeri di condividere il concetto che, se realizzato con i giusti canoni, anche il Prosecco può invecchiare. E migliorare.
Isabella e Paolo Bisol in vigna
L’annata 2017 è stata particolarmente calda, e al naso escono quindi dei piacevoli sentori di frutta tropicale, ma ancora un piacevole floreale. Non è per nulla un vino stanco, anche se ovviamente la bollicina è meno presente rispetto a un Prosecco più recente. In bocca è piacevole e pieno.
Infine c’è la 2020 che, a un anno dalla vendemmia, si esprime ora nella sua esuberanza. Ed è la dimostrazione, anche in questo caso, che è un Prosecco da invecchiamento, con delle piacevolissime potenzialità per quanto riguarda la longevità.
Sempre per quanto riguarda il tema della longevità, che in realtà caratterizza tutta la produzione di Ruggeri, si potrebbe fare un discorso a parte sul Vecchie Viti e sul Cinqueanni, che rimane sui lieviti ben 48 mesi ed esce dopo 5 anni dalla vendemmia. Prodotti unici che dimostrano la capacità della famiglia Bisol di guardare avanti.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Aline Pereira Ghammachi, abbadessa del monastero cistercense dei santi Gervasio e Protasio di San Giacomo di Veglia (Treviso) e Sarah dei Tos, imprenditrice e fondatrice di La Vigna di Sarah
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