18-06-2021
La titolare Giuliana Viberti con l'enologo Oscar Arrivabene nelle vigne della Domenico Clerico di Monforte
Sono ormai 4 anni che Domenico Clerico non c’è più, ma la sua eredità e il suo spirito entusiasta continuano a vivere nella cantina di Monforte.
E lo sa bene Oscar Arrivabene, enologo e direttore dell’azienda che è ora passata in mano alla moglie di Domenico, Giuliana Viberti. «Vogliamo mantenere la stessa mentalità di Domenico – racconta Arrivabene – Le nostre porte sono sempre aperte».
Domenico Clerico è scomparso 4 anni fa
La cantina a Monforte
Un passo in avanti: ecco il Langhe Nebbiolo Capisme. «Deve essere un vino rappresentativo del territorio e approcciabile – sottolinea Arrivabene – Nasce nel 2009 da una vigna giovane. L’intenzione di Domenico era quella di fare il miglior Langhe Nebbiolo possibile, non di fare un altro Barolo, che già ne aveva tanti. Per questo ha voluto delle rese di 70 quintali ettari, senza eccessive concentrazioni, con l’intenzione di mantenere viva la parte fruttata. Vinificazione e affinamento sono in acciaio. Per Domenico Clerico, che era considerato un “modernista”, si trattava di un cambio di passo».
Il Capisme è un Nebbiolo di grande personalità
E così voleva farsi capire non con le parole, ma con il vino: Capisme, appunto. Il risultato rispecchia la volontà di Domenico Clerico: l’immediatezza, ma anche l’eleganza del Nebbiolo escono subito, senza fronzoli, con una bevibilità assoluta e con l’assaggio che spinge subito a versarsene un altro bicchiere.
Un'altra bella immagine di Oscar Arrivabene e Giuliana Viberti, questa volta in cantina
E poi ci fu il passaggio epocale. «Domenico, come detto, era considerato un “modernista” – ricorda Arrivabene – per il suo uso delle barriques. Ma nel 2014 aveva deciso che bisognava tornare a cercare l’eleganza, e ci fu la sterzata, con la diminuzione progressiva del legno». Un’indicazione che lasciò in eredità, perché purtroppo Domenico Clerico si spense nell’estate di quello stesso anno.
Le vigne dell'azienda
Andando invece al Barolo Cru Ciabot Mentin, dalla vigna Ginestra, in questo caso la ricerca è di un vino che abbia le carte in regola di un lungo affinamento. Anche in questo caso c’è un passo indietro rispetto al passato: 8 mesi in barriques e poi botte grande per il resto dell’affinamento.
Il Ciabot Mentin, uno dei Cru di Barolo della cantina Domenico Clerico
«Il principale insegnamento che ci ha lasciato Domenico Clerico è quello di non dare mai nulla per scontato – conclude Arrivabene – perché quello che hai fatto prima non è sempre giusto. E mi disse: “Abbiamo esagerato con le barriques. Se si sbaglia, si chiede scusa e si può tornare indietro”». Un insegnamento, non solo per chi sta portando avanti ora la sua azienda, ma che dovrebbe essere esteso anche a molti altri produttori. Un passo indietro è possibile.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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