06-09-2024

Pommery e Milano, affinità elettive

Madame Louise Pommery fu l'artefice del primo champagne brut della storia: in una degustazione alla Terrazza Gallia, alcune delle produzioni più affascinanti della maison

Ci sono mondi che pensiamo di conoscere da sempre: per la loro reputazione, il loro valore, la loro storia. Eppure possono sorprenderci e stimolare la nostra curiosità: guai ad abituarsi, è il doppio, piacevole monito lanciato sulla Terrazza Gallia dell'Hotel Gallia di Milano, con Bubbles with a View.

Un viaggio accattivante in modo particolare è quello condiviso da due brand così diversi, eppure affiatatissimi: Pommery e Milano. Sì, il marchio iconico di champagne e la metropoli così internazionale eppure deliziosamente connessa alle tracce del suo fiero passato. Un’abbondanza che a volte rischia di far perdere troppi tasselli o di dare per scontate pagine intriganti. Il viaggio proposto in ogni caso è affascinante per il tema, come per i timonieri. Ci sono Paolo Porfidio, Head Sommelier di Terrazza Gallia, nominato l’anno scorso Cavaliere dello Champagne, e Danilo Dagradi, fondatore di Milano da Vedere. Accanto a loro l’area manager 1 di Vranken Pommery Italia Manuel Papa. Le bollicine sono state accompagnate dai finger food proposti dai fratelli Antonio e Vincenzo Lebano, Executive Chef di Terrazza Gallia.

Il terreno è appunto di quelli dove si vince facile, tuttavia ci si rende conto di quanto occorra assaporare anche in termini di informazioni e procedere spalancando occhi, olfatto e palato nel lungo cammino, per esplorarlo veramente e cogliere pienamente l’eccellenza dei prodotti.

Paolo Porfidio e Danilo Dagradi

Paolo Porfidio e Danilo Dagradi

Pommery viene fondata a Reims nel 1836. Un domaine che si stende su 50 ettari e conquista con 18 chilometri di cantine nelle antiche cave di gesso gallo-romane. C’è una vera e propria cattedrale sotterranea, fino a 30 metri, a caratterizzare un progetto realizzato tra il 1868 e il 1878: una profondità evocativa di quanto si possa scoprire, ancora, se ci si lascia condurre da una sana curiosità. Quando Porfidio e Dagradi ci iniziano a guidare nelle esplorazioni, si sente per prima cosa il grido di Madame Louise Pommery, «C’est Brutal!». Centocinquant’anni fa, è lei a produrre il primo Champagne Brut della storia, operando una vera e propria rivoluzione sullo stile di produzione, ma anche sull'approccio dei consumatori. Dal 2002, la Maison Pommery è parte del Gruppo Vranken-Pommery Monopole, il secondo produttore mondiale di champagne. Con Champagne Apanage 1874 Brut, entriamo in quella decisione della signora che, incline alla cultura inglese, chiese di ridurre la percentuale zuccherina.

L’abbinamento a questo champagne – partendo dalle note evocate nella mente con “Il ragazzo della via Gluck” – è la Stazione Centrale, quella che tutti pensiamo di conoscere, ma attraversandola di fretta per salire su un treno chi si accorge pienamente della sua abbondanza di particolari e di storia? Non sappiamo, ad esempio, del “Bagno del Re”, quello spazio riservato al sovrano che prevede anche un passaggio segreto per tempestiva fuga in caso di pericolo. Seguiamo questa traiettoria misteriosa, vivendo la croccantezza e l’aromaticità, in parte tropicale, di questo champagne, mentre tutt’intorno l’edificio meta di tanti viaggiatori e i palazzi cominciano a brillare di luci.

Sfogliamo la storia con Champagne Apanage Rosé Brut, una leggera dominanza di Chardonnay sul Pinot Noir, un’eleganza che vibra dal perlage alle note di pane e piccoli frutti. Fino al palato giunge quell’armonia iniziata sottovoce con l’incanto delle bollicine ed è un altro invito sussurrato a voltare lo sguardo e cercare ciò che ci può essere sfuggito, ancora.

Attorno a quest’area e non solo, perché a Milano, è tanto. Affiorano anche nomi che uniscono la storia alla letteratura, come quello di Ludovico Settala – medico nominato nei Promessi Sposi nel tragico incedere della peste – o si torna ancora più indietro, al nome originario della metropoli: Mediolanum. A proposito di nomi, sarà anche il “nostro” Duomo, ma alziamo gli occhi e ricordiamoci che la cattedrale è dedicata Santa Maria Nascente.

Così si serve il terzo champagne, Champagne Grand Cru Royal 2009 Brut, ambasciatore autorevole del tempo. Proveniente dai grandi cru (e da un’estate che ha trasformato le apparenti difficoltà in valore aggiunto), si presenta con il suo potenziale di invecchiamento che è quasi uno specchio simbolico della sua paziente attesa nelle infinite gallerie di Pommery. Così l’eleganza qui si accompagna alla maturità, le note di fico a quelle floreali che al palato si uniscono alla mandorla.

Sono il tempo e questo suo magnifico interprete a ribadire il concetto di queste serate in terrazza: il fascino di farsi solleticare dalle domande, altrettanto irresistibili bollicine. Di guardare indietro, mentre il futuro brilla delle luci di Milano.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Marilena Lualdi

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Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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