06-06-2021
Viaggio virtuale nelle Marche, alla scoperta del Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva
Viaggio alla scoperta del Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore in 6 assaggi. Un viaggio ancora virtuale, al momento, ma la speranza è di poterlo fare dal vivo al più presto, andando a scoprire un territorio variegato, dove i terroir differenti fanno sì di trovare espressioni di vini molto eterogenee.
L’occasione è stata data dalla degustazione organizzata dall’Istituto marchigiano di tutela vini Imt, che con 652 aziende associate per 16 denominazioni di origine o rappresenta l’89% dell’imbottigliato della zona di riferimento e la maggioranza delle esportazioni di vino marchigiane. Nato nel 1999 dalla volontà di 19 soci lungimiranti con 7 denominazioni tutelate, oggi IMT rappresenta 16 denominazioni su 20 marchigiane. Prodotto trainante e ambasciatore d’eccellenza, il Verdicchio, che nel 2018 ha festeggiato i 50 anni della Doc Castelli di Jesi. Le fascette reclamate dai produttori da settembre 2020 a fine aprile 2021 sono state 9.804.231.
Il quadro complessivo delle aree tutelate dall'Imt
Le denominazioni tutelate da Imt sono 16. Le Docg sono 4: Conero Riserva, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva. Le Doc sono 12: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, I Terreni di San Severino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, San Ginesio, Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica.
Giuliano D’Ignazi presenta il vino della Moncaro
La ricerca ha portato l’azienda a uno studio parallelo dei terreni e dei cloni (ne sono stati selezionati 20 differenti), per cercare la giusta combinazione per ottenere i migliori risultati. Il vino presentato (tutti i campioni delle 6 aziende sono Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore e per questo non ci ripeteremo) è il Verde Ca’ Ruptae 2020: un vino abbastanza complesso e sicuramente immediato, che probabilmente ha bisogno di un maggiore assestamento in bottiglia.
Ampelio Bucci con la sua Villa Bucci di Ostra Vetere ha portato nel mondo il nome del Verdicchio
In degustazione ha presentato il Bucci Classico 2019: «Che non è inferiore al Villa Bucci – precisa subito Ampelio Bucci – ma deve essere considerato come un “second wine”. L’obiettivo è di non raggiungere mai i 14 gradi alcolici, perché mi danno una sensazione di imbevibilità». Il vino viene affinato in vecchie botti grandi di Slavonia «dove non c’è più alcuna cessione dal legno, ma avviene una importante micro ossigenazione». Il risultato è di un vino estremamente elegante, con note di ginestra, di erbe selvatiche, di fiori delicati e di frutta gialla fresca. In bocca è lungo e persistente, oltre che dall’ottimo potenziale di affinamento. «Da cosa è stata determinata la crescita del Vermentino? Dai giornalisti che hanno iniziato a scriverne».
Paolo Lucchetti racconta la storia e la filosofia dell’azienda Lucchetti
E qui ci sono condizioni climatiche differenti rispetto a Bucci: «Qui abbiamo delle escursioni termiche minori, ma cerchiamo di gestire al meglio il verde». Il Vigna Vittoria 2018 è un vino dalla buona complessità, con un sorso dalla struttura ben presente sostenuta da acidità e sapidità. Forse ha bisogno ancora un po’ di affinamento per trovare un migliore equilibrio, ma è una bottiglia che sicuramente darà soddisfazioni.
Marika Socci racconta come è nata la sua azienda e lancia il Vinoxygen
Ma la differenza, questa volta, è in cantina. «Abbiamo utilizzato il Vinoxygen, un processo di vinificazione brevettato che permette di non effettuare travasi. Ci permette di vare un vino più intenso. La gradazione alta? È il risultato di quello che ci offre la vigna». Bianca 2018 è un vino d’impatto, al naso, con un attacco quasi dolce e un bouquet ampio e abbastanza “caldo”, mentre al sorso l’acidità va a contrastare il grado alcolico notevole (15%).
Lorenzo Marotti Campi della Marotti Campi ha presentato un vino macerato 5 mesi sulle bucce
Anche qui, in cantina, la produzione esce dai “canoni” del classico vino bianco: «Ho voluto fare un vino macerato 5 mesi sulle bucce. Abbiamo provato questo “gioco”, perché mi interessava la dimensione tattica del vino: non un orange wine, perché non volevo lavorare sulle ossidazioni. Questo è il primo esperimento». Il Volo d’Autunno 2019 è un vino molto interessante, dove le caratteristiche del Verdicchio non vengono surclassate dalla macerazione, che invece diventa uno strumento di amplificazione sensoriale. Lasciando comunque una grande bevibilità.
Elena Antonucci spiega la produzione dell’azienda Santa Barbara
Per concludere, servirebbe solo una cosa: assaggiare questi vini direttamente nelle Marche, affinché ogni bicchiere possa trasmettere ancora di più l’emozioni di questi luoghi così affascinanti.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Raffaele Bonivento
L’idea di Appius è una sintesi di acini selezionati provenienti dai vigneti storici del comune di Appiano che in latino fa Appius