14-03-2021
Vi raccontiamo Usiglian del Vescovo, storica cantina toscana, attraverso tre suoi vini: Il Ginestraio, un Igt Toscana Bianco; Il Barbiglione, Terre di pisa Doc; e Il Milleesettantotto, Costa Toscana Igt
Parlare di Usiglian del Vescovo significa innanzitutto affondare le mani nella storia, anzi in una storia incredibile: la prima vendemmia è datata 1083, ossia 938 anni fa, praticamente un pianeta diverso. Fu allora il vescovo di Lucca a voler piantare i primi vigneti su queste dolci colline della Valdera, all'interno del Comune di Palaia (Pisa): il suo obiettivo era produrre il vino necessario per officiare la messa. Aveva avuto in dono questi territori da Matilde di Canossa, appena cinque anni prima, nel 1078 (Milleesettantotto, un Costa Toscana IGT, e Milleeottantatré, un IGT Toscana Rosso, sono appunto due dei vini proposti dalla produzione aziendale, a celebrare queste date); si chiamavano "Usiglian di Palaia", il cambio di denominazione è intuitivo, e secoli addietro, erano considerati un luogo sacro, dedicato al dio Giano, divinità agreste con due facce in unica immagine: simbolo di morte e rinascita, la rappresentazione dei cicli naturali in cui convivono inizio e fine.
È, insomma, un posto fortemente evocativo: oggi il connubio tra natura incontaminata, memoria storica e moderne tecniche fornite dalla ricerca scientifica in campo agronomico consente alla proprietà di orientarsi verso un’agricoltura di tipo sostenibile che tuteli il territorio e sia in grado di puntare a un prodotto di alta qualità, che abbia impresso tutto il carattere e l’energia del terroir in cui nasce.
La cantina
La conformazione del terreno
Sempre nel campo dei bianchi, cui l'azienda pare ovviamente ben vocata, per gli elementi che abbiamo raccontato sopra, ecco il Milleesettantotto già citato, annata 2017: sempre un blend di uve chardonnay e viognier, ma il "passo successivo", per dirla così. Milleesettantotto è un’edizione limitata con bottiglie numerate, una "chicca" aziendale: si ottiene dalla pressatura soffice dei grappoli interi; dopo una breve macerazione delle bucce, le uve vengono sottoposte a una decantazione naturale di una notte. Il vino si presenta di colore giallo pallido con una sfumatura di verde; ha un bouquet complesso e leggero. Mantiene, insomma, la freschezza del suo cugino minore, ma lo sopravanza in aromaticità e persistenza notevoli, candidandosi a riposare in cantina per sorprendere nel tempo.
Francesco Lomi
Cernita
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Gennaro Schiano, titolare di Cantine del Mare a Monte di Procida (Napoli)
Il nostro viaggio enoico, calice dopo calice, camminando nella cantina di Località San Cassiano
Da sinistra: Alberto, Teresio e Alessandro Schiavi