Giuseppe Carino
Fagottino di pasta fresca ai frutti di mare
Dall'Italia Retrobottega a Roma, una tavola con l’ingrediente al centro
Alcuni esemplari di sake giudicati al Milano Sake Challenge, evento tenutosi nei giorni scorsi al Tenoha di Milano
Non un angolo di Giappone a Milano e in Italia, bensì un luogo in cui soffermarsi ad assaggiare l’anima e il gusto più profondo e sincero del sake. Una prima eccellente per la Milano Sake Challenge, sulla scia dell’esperienza londinese, che ha conquistato tutti, dagli appassionati ai curiosi, passando per i designer: perché il gusto si esprime anche attraverso l’arte che avvolge le bottiglie. Al Tenoha di Milano è sfilato un modo convincente per entrare a passi rispettosi in questo mondo e uscirne più consapevoli con la Sake Sommelier Association Italia. Un lato accattivante della sfida tra quasi 270 etichette suddivise in 6 tipi, era proprio la “doppia partita”. Primo round con i giudici tra sommelier professionisti e giornalisti, che hanno condiviso per l’intera giornata una degustazione alla cieca. Una giuria, composta da 8 persone, esplorava i sentieri di olfatto e gusto del sake: una cinquantina per gruppo. Segno particolare, l’incontro tra il Paese d’origine e quello ospite: infatti, bisognava premiare il sake in grado di dialogare più intensamente con il gusto italiano. Alle etichette ritenute particolarmente pregiate bisognava assegnare le medaglie di platino. E non si è rivelato facile, proprio per la ricchezza di proposte ed esperienze.
responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo