Non un angolo di Giappone a Milano e in Italia, bensì un luogo in cui soffermarsi ad assaggiare l’anima e il gusto più profondo e sincero del sake. Una prima eccellente per la Milano Sake Challenge, sulla scia dell’esperienza londinese, che ha conquistato tutti, dagli appassionati ai curiosi, passando per i designer: perché il gusto si esprime anche attraverso l’arte che avvolge le bottiglie.
Al Tenoha di Milano è sfilato un modo convincente per entrare a passi rispettosi in questo mondo e uscirne più consapevoli con la Sake Sommelier Association Italia. Un lato accattivante della sfida tra quasi 270 etichette suddivise in 6 tipi, era proprio la “doppia partita”.
Primo round con i giudici tra sommelier professionisti e giornalisti, che hanno condiviso per l’intera giornata una degustazione alla cieca. Una giuria, composta da 8 persone, esplorava i sentieri di olfatto e gusto del sake: una cinquantina per gruppo. Segno particolare, l’incontro tra il Paese d’origine e quello ospite: infatti, bisognava premiare il sake in grado di dialogare più intensamente con il gusto italiano. Alle etichette ritenute particolarmente pregiate bisognava assegnare le medaglie di platino. E non si è rivelato facile, proprio per la ricchezza di proposte ed esperienze.


Siamo stati coinvolti nel “match” sul
junmaj ginjo e si è rivelato veramente appassionante come momento di degustazione e anche di crescita personale e culturale. Dal profilo aromatico a quello gustativo, passando per l’abbinamento con il cibo: una scelta, quest’ultima, che è partita dal Giappone per abbracciare tutti i piatti del pianeta nelle esplorazioni dei giurati. A conferma del carattere così particolare, eppure universale del sake che invita al viaggio i sensi e la mente.
Un esempio è il concetto di umami, così giapponese nelle sue origini da spingere a varcare ogni confine del mondo. Un “sesto gusto” (tecnicamente, quinto), messo a fuoco dagli esperti nipponici già all’inizio del secolo scorso: tecnicamente, si identifica con “saporito”, si ricollega ai prodotti più altamente proteici (dalla carne al formaggio) e completa le categorie occidentali di dolce e amaro, salato, aspro.
Un’altra sfida veniva invece affrontata dal punto di vista visivo, attraverso l’etichetta. Quindi l’apertura al pubblico, che ha inondato il Tenoha, desideroso di tuffarsi in quest’esperienza e viaggiare dentro le storie e le peculiarità dei sake. I più apprezzati hanno ottenuto la medaglia platino di “Miglior Sake per il Palato Italiano” nelle otto categorie. L’elenco completo, medaglie gold e silver incluse, si trova
cliccando qui.