Una sfida iniziata 30 anni fa. Quando l’Oltrepò era considerata ancora una zona da vini rossi e bianchi frizzanti, da acquistare magari sfusi.
Ma quella della famiglia Zonin è un’altra storia. La sfida è iniziata con la “Tenuta il Bosco” di Zenevedro, con i primi 30 ettari di vigneto acquistati proprio nel 1987. Ora si parla di una realtà da 152 ettari, dove la volontà è quella di puntare sulle positive specificità del territorio e in particolare sul Pinot Nero.
E’ proprio
Francesco Zonin, vice presidente esecutivo dell’azienda, durante un pranzo degustazione al ristorante del
Mudec a Milano, che ha voluto spiegare questa volontà della famiglia Zonin di accettare la sfida dell’Oltrepò Pavese, zona spesso sottovalutata. «E’ una terra importante – spiega
Francesco Zonin – molto grande e dalla storia contrastata. Ma con due specificità: qui si producono vini bianchi e rossi frizzanti, che in Italia abbiamo un po’ declassato. La seconda caratteristica è la maggiore diffusione del
Pinot Nero, presente qui da 150 anni. Questa è l’unica zona in Italia dove il
Pinot Nero è predominante per la realizzazione degli spumanti. Un vitigno che, in fase di spumantizzazione con il metodo classico, permette di arrivare ad affinamenti molto lunghi e ottenere prodotti molto eleganti».
Il risultato di questa massima attenzione per la spumantistica si traduce, per Zonin, in una parola sola: Oltrenero. Si tratta della linea di bollicine metodo classico che, come dice già il nome stesso, vuole esaltare sia l’Oltrepò Pavese, sia il Pinot Nero.

L'Oltrenero Cruasé abbinato ai Gamberi mezzi fritti
Durante la degustazione, gli
Oltrenero hanno seguito un percorso di sensazioni, in abbinamento ai piatti del ristorante di
Enrico Bartolini: “misterioso”, “suadente” e “deciso”. E una descrizione dei vini è arrivata proprio dal direttore tecnico
Stefano Ferrante: «Abbiamo voluto definire il nostro
Oltrenero Cruasé come misterioso, perché crediamo che effettivamente in questo rosé ci sia sempre qualcosa da scoprire. Abbiamo sempre il
Pinot Nero che in questo caso ci offre sensazioni più di rosa, di fragola, di mandarino… Che magari non ci si attende. Poi l’
Oltrenero Brut, che diventa “suadente”, che significa attraente e convincente. Il lungo affinamento, oltre 30 mesi sui lieviti, lo rende meno spigoloso, e così è meno difficile approcciarsi a questo vino».
Infine il “deciso”, il Brut Nature, vino che è stato realizzato per la prima volta con l’annata 2010 e del quale è stata presentata l’annata 2011. «La parola “deciso” – continua Ferrante – descrive bene la maturità di questo vino. Un prodotto di personalità, del territorio e del vitigno. Credo che in questi anni abbiamo imparato a conoscere questa fantastica zona. L’annata 2010 è stata più fresca e piovosa, mentre il 2011 ha avuto un forte caldo dal 16 agosto a metà settembre, che ha favorito la maturità dell’uva».

Oltrenero Brut Nature 2011 con Pollo, cavolfiore e fegatini
Tutti vini di altissimo livello: il
Brut Nature 2010 stupisce per la freschezza, l’acidità, ben supportata da una buona struttura, con un bouquet che varia dal floreale fino a piccole note speziate. Il 2011 è più rotondo, data anche l’annata più calda, ma mai stanco e stancante. Un vino piacevole e diretto, con note di frutta bianca matura e dolce che si amalgamano a una sfumatura leggera di crosta di pane e sentori più pungenti.
E conclude Francesco Zonin: «In Oltrepò la nostra sfida era quella di poter cercare un’identità, ed esaltare anche quella eleganza che è tipica italiana».