27-01-2017

L'eleganza del San Leonardo

L'omonima cantina trentina sa valorizzare con stile e personalità un taglio bordolese. E non solo quello

La famiglia Guerrieri Gonzaga, titolare a Borghett

La famiglia Guerrieri Gonzaga, titolare a Borghetto all’Adige in Vallagarina (o val Lagarina, Trento) della Tenuta San Leonardo. Negli anni Sessanta, il marchese Guerrieri Gonzaga decise d’impiantare Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Carmenère e i risultati oggi si vedono nel bicchiere

Se i secoli definiscono la storia di Tenuta San Leonardo, l’attualità più recente esalta il suo nome con un vino che esprime bene la filosofia della famiglia Guerrieri Gonzaga. Oggi il San Leonardo è un mito dell'enologia nostrana, un esempio equilibrato di valorizzazione tutta italiana del taglio bordolese.

Siamo in Vallagarina o val Lagarina, quell’ultimo tratto di terra distesa tra i monti della valle percorsa dal fiume Adige, estremo sud del Trentino. Qui, negli anni Sessanta, il marchese Guerrieri Gonzaga decise d’impiantare Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Carmenère nella tenuta di famiglia. I cambiamenti in vigna furono radicali: alla pergola furono affiancati il guyot e il cordone speronato mentre accanto al Carmenère e al Merlot furono introdotti nuovi vitigni, primo tra tutti il Cabernet Sauvignon. Una data significativa fu la vendemmia del 1982, il cosiddetto anno zero, quella che produsse il San Leonardo che apprezziamo oggi. Un lavoro di selezione di barrique e assemblaggi.

Spiega il marchese: «I nostri vini sono espressione diretta del territorio, che avviene attraverso la ricerca dei particolari e della qualità, una meticolosa cura dei vigneti e pazienti pratiche in cantina». Sono vini che nascono con lo spirito dell’eleganza generato dalle fermentazioni spontanee, senza lieviti selezionati, in tini di cemento con un invecchiamento in botti in rovere, un legno pregiato che precede il successivo lungo affinamento in bottiglia.

La tenuta trentina

La tenuta trentina

L’eleganza del San Leonardo, sintesi perfetta tra Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot, dopo 25 anni rivela un rosso di grande rotondità e persistenza aromatica, al naso e all’assaggio. I frutti rossi si stemperano con note balsamiche e cioccolato oltre a tabacco, pepe e sfumature di peperone. Il 2011 è la conferma di un grande rosso italiano, una perfezione stilistica che eleva il taglio bordolese. È anche importante segnalare il Carmenère in purezza con l’etichetta omonima, Villa Gresti di San Leonardo (taglio Merlot- Carmenère) e Terre di San Leonardo (Merlot-Cabernet Sauvignon e Carmenère).

Grandi vini rossi, e non solo, visto che in val di Cembra, a un’altitudine di 700 metri, sono stati piantati vigneti di Riesling ormai ventennali, protagonisti insieme al Sauvignon Blanc delle etichette Riesling e Vette. Tutti nettari che spiccano per la raffinatezza, massima espressione del quel terroir, e l’immediata riconoscibilità dello stile. E proprio il San Leonardo, millesimo dopo millesimo, conferma lo spirito di questa cantina a conduzione familiare, patrimonio di un’Italia di cui andare fieri.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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