01-04-2015
Stefano Cerveni e la compagna Sara, futura moglie ad agosto, brindano alla presentazione della Terrazza Triennale (info@terrazzatriennale.org), il nuovo ristorante che poggia sul tetto del Palazzo dell'Arte
“Osteria con vista” la chiamano. Ma siamo seri, è molto di più. Per chi invidia certe terrazze romane e apprezza l’Unico Milano per il panorama a 360° sulla città (poi c’è pure la cucina di Felice Lo Basso: brunch di domenica scorsa, si sta bene e anche solo la deliziosa Spalla di agnello avvolta nello speck merita il viaggio, per noi è stata tra le migliori di sempre) il nuovo ristorante Terrazza Triennale è una scoperta, una meraviglia. Qualcosa che non ti aspetti, almeno così: vista che rapisce, davanti il verde del parco Sempione, sopra un azzurro inaspettatamente azzurro, complice la radiosa giornata («Quel cielo di Lombardia, così bello quand'è bello, così splendido, così in pace”), tra le due fasce di colore lo skyline di Porta Nuova, ossia la Milano del futuro, e un po' più a sinistra il Castello Sforzesco, un'occhiata anche alla Storia. Tutto l’insieme porta qualcuno a paragoni con Central Park a New York e qualcun altro a replicare: «Ma questo è persino meglio». I soliti meneghini bauscia.
«La nostra sfida sarà di portare qui tanta gente anche d’inverno» sorride contento Stefano Gaiofatto, reduce dai mesi esaltanti con Paolo Lopriore a Como e ora impegnato in questa nuova avventura, sarà il maître mentre alla cantina penserà Nicola Bonera, l'executive chef sarà Fabrizio Ferrari, Carlo Pierato il supervisor della sala e Luis Hidalgo il bartender.
Lo chef all'opera
«Io qui mi trovo proprio bene» ci aveva allora raccontato Cerveni riferendoci alla sua nuova (vabbé, di 4 anni…) sede del suo storico Le Due Colombe, un fascinoso casolare in pietra circondato dalla natura nel medioevale Borgonato di Corte Franca (Bs). Ma al bello pare essersi abbonato, e allora eccolo anche qui, a guidare la nuova insegna ambrosiana, la futura moglie Sara al suo fianco – nozze previste ad agosto, auguri. Dovranno dividersi tra i due indirizzi, cuoco e consorte. Una sfida che non li spaventa, perché il posto merita lo sforzo, eppoi quando la stanchezza assale basta buttare uno sguardo attorno per rasserenarsi.
Quando la Triennale di Milano fu inaugurata nel 1933, l'ideatore Giovanni Muzio volle che gli invitati mangiassero in terrazza. Da allora non è stato più possibile farlo. Ieri l'anteprima di una nuova stagione di pasti con vista ha avuto come protagonisti molti dei piatti classici di Cerveni, dalla Patata viola, gambero rosso e Franciacorta che è un po' il suo signature dish, all'Insalata di pollo bio con sarde essiccate di Monte Isola, gelatina di salsa verde e popcorn di pollo, fino allo squisito Risotto mantecato al Grana Padano, limone candito e polvere di caviale Calvisius. Quando sarà a regime, la Terrazza Triennale offrirà «ospitalità, schiettezza e cucina italiana - spiega lo chef - Prevedo di recuperare e sviluppare tutte le eccellenze italiane. Voglio raccontare la storia di un oste, stellato sì, ma sempre un oste». I prezzi medi previsti sono di 30 euro a pranzo e 50-70 alla sera. Ci saranno aperitivi e brunch. Ma per ora, godiamoci la vista.
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera