05-02-2020

Yoji Tokuyoshi 2, il ritorno

Dopo la chiusura per lavori, lo chef nipponico a Milano riapre il suo ristorante rinnovato e ampliato. La nostra anteprima

Yoji Tokuyoshi e brigata. Il ristorante del giappo

Yoji Tokuyoshi e brigata. Il ristorante del giapponese ex sous chef di Massimo Bottura riapre a Milano, rinnovato, il 10 febbraio

«Avrei voluto un ristorante così anche cinque anni fa, quando ho aperto nel 2015. Ma erano finiti i soldi della buonuscita...». Il nuovo Tokuyoshi (inteso come ristorante) di Tokuyoshi (inteso come chef, Yoji insomma, peraltro raggiante) ha esordito ieri sera, in una sorta di anteprima ad afflusso limitato - apertura al pubblico il 10 febbraio - «perché, giuro, fino a due ore fa qui dentro c'erano ancora gli operai. Guarda» e indica due macchie di vernice non ancora eliminate, in un angolo remoto. Poco male. E poco male anche se il menu proposto non è stato quello che prenderà avvio tra un po', con i piatti 2020, «non ho neanche avuto il tempo di provarli», anche se molto di interessante è emerso, quasi una nuova tendenza che ci è parso di cogliere, nel solco dello stile dello chef, cucina italiana contaminata.

Lo chef

Lo chef

Ma la prima novità, insomma, è il locale, ridisegnato dallo studio di architettura milanese Progetto e Paesaggio. Si è allargato, inglobando le due vetrine con relativi interni dello spazio a fianco, sulla sinistra rispetto all'ingresso. Così si entra, ci si trova di fronte il bancone, un po' ridimensionato a confronto col precedente, con sei coperti per desinare vista chef. Sulla destra la sala del ristorante, con qualche coperto in più, «35, massimo 45», comodissime sedie di design anni '50 - rare - disegnate da Ico Parisi, divanetti alle pareti e un tavolo sociale di palissandro finto-grezzo da otto.

Al lato opposto la saletta-salotto all'esordio, con poltrone e tavolini bassi per godersi il dopocena in tranquillità e comfort. Qui domina il colore blu, «rappresenta il mare», ma ci sono quadri colorati, «ossia i pesci tropicali». Simbologia che innerva tutto il locale: la sala principale è verde in varie tonalità, «richiama il bosco, coi cuscini ai divanetti che sono come foglie», pannelli di rame riciclato che rimandano ai tronchi di un albero, elementi di pietra valtellinese. Il bagno invece è rosso fuoco: il vulcano». Immaginazione a parte, il ristorante è accogliente ed elegante, con la parte nuova che dà aria e prospettiva all'insieme.

La nuova saletta

La nuova saletta

Yoji annuncia novità anche a pranzo, «menu con tortellini (assaggiati anche ieri sera, deliziosi, ndr), cotoletta alla milanese versione tonkatsu, insalata di puntarelle, purè di patate, zuppa...», si parte ai primi di marzo, 35 euro forfait. Da provare, come l'offerta gastronomica della sera. Che è puro Tokuyoshi come l'abbiamo conosciuto in questi anni, di base. Ma ci è sembrato di scorgere in verità una tendenza accentuata, un percorso di ricerca assai stimolante. Lo avevamo raccontato così, parlando però di Matteo Baronetto, ossia un altro chef dal quale ci è parso di scorgere qualcosa di simile:

Il genio è nell'accostamento semplice - e appunto intuitivo - di elementi. E qui sta il gioco, scorciatoia con la quale Baronetto si propone di destrutturare l'ampollosità dell'haute cuisine in straordinari ghiribizzi d'immediata fruizione, ma anche di raffinatezza senza pari. Sono idee, vogliamo dire, quasi di minimalismo ostentato...

La sala a fine cena

La sala a fine cena

Ossia: una semplicità apparente che s'innerva d'intuizioni brillanti nel puro accostamento di elementi aromatici che cercano una simbiosi, magari richiamati per similitudine: calamaro-lardo (ok, lo si vede in giro sempre più spesso); prosciutto crudo-carpaccio di tonno rosso; oppure cavolfiore-granchio; soprattutto ricci di mare-pompelmo, ad abbracciare gli spaghetti. Riuscitissimo quest'ultimo, godurioso.

Per il resto, si vedrà. Tokuyoshi scalpita, si prospettano tempi divertenti.

La nostra cena, nelle foto di Tanio Liotta.

L'ormai classica finta pizza capricciosa di Tokuyoshi, la chiamava Pizza Anna. La base è ispirata al senbei, sorta di cracker giapponese di riso soffiato, in più lo chef aggiunge un po' di farina gialla. Sopra salsa di pomodoro, parmigiano, mortadella, mozzarella, carciofi fritti, origano, funghi...

L'ormai classica finta pizza capricciosa di Tokuyoshi, la chiamava Pizza Anna. La base è ispirata al senbei, sorta di cracker giapponese di riso soffiato, in più lo chef aggiunge un po' di farina gialla. Sopra salsa di pomodoro, parmigiano, mortadella, mozzarella, carciofi fritti, origano, funghi...

Sashimi bianco all'italiana: ossia calamaro, lardo, pecorino grattugiato, scorza di limone, rafano e olio evo

Sashimi bianco all'italiana: ossia calamaro, lardo, pecorino grattugiato, scorza di limone, rafano e olio evo

Sashimi rosso all'italiana: prosciutto di Parma e tonno marinato in una «salsa segreta», come ci spiegano. S'accompagna con un brodo di capperi di Noto

Sashimi rosso all'italiana: prosciutto di Parma e tonno marinato in una «salsa segreta», come ci spiegano. S'accompagna con un brodo di capperi di Noto

Ottima la Tartelletta con crema di cavlfiore, cavolfiore fritto e granchio. Il sapore della brassica oleracea e quello del crostaceo decapodo si fondono alla perfezione

Ottima la Tartelletta con crema di cavlfiore, cavolfiore fritto e granchio. Il sapore della brassica oleracea e quello del crostaceo decapodo si fondono alla perfezione

Spaghetto mantecato al beurre blanc (con spezie e scalogno), ricci di mare e pompelmo. Anche qui una fusione interessantissima e golosa tra aromi. In accompagnamento un brodo di patate arrosto, a sua volte notevole

Spaghetto mantecato al beurre blanc (con spezie e scalogno), ricci di mare e pompelmo. Anche qui una fusione interessantissima e golosa tra aromi. In accompagnamento un brodo di patate arrosto, a sua volte notevole

Il piatto della serata: Anguilla glassata con l'aceto balsamico, verza, salsa di carpione, verdure in polvere. L'anguilla è cotta alla giapponese, grigliata su carbone. La verza è cotta intera a 250° per due ore, fino quasi a carbonizzarne le parti esterne, in modo che quelle interne rimangano croccanti ma assumano una lieve affumicatura. In accompagnamento, un brodo di scarti di verdura

Il piatto della serata: Anguilla glassata con l'aceto balsamico, verza, salsa di carpione, verdure in polvere. L'anguilla è cotta alla giapponese, grigliata su carbone. La verza è cotta intera a 250° per due ore, fino quasi a carbonizzarne le parti esterne, in modo che quelle interne rimangano croccanti ma assumano una lieve affumicatura. In accompagnamento, un brodo di scarti di verdura

Alti livelli anche per il Germano reale, olio al prezzemolo, fondo del germano, succo di barbabietola fermentata, radicchio caramellato (quest'ultimo, meraviglioso di suo, un dolce-amaro perfetto). Il tutto con brodo di lenticchie

Alti livelli anche per il Germano reale, olio al prezzemolo, fondo del germano, succo di barbabietola fermentata, radicchio caramellato (quest'ultimo, meraviglioso di suo, un dolce-amaro perfetto). Il tutto con brodo di lenticchie

Il poker di piatti eccellenti si chiude con questi Tortellini ripieni in brodo e tartufo nero. Gli elementi del brodo sono gli stessi del ripieno: mortadella, prosciutto di Parma, lonza di maiale, parmigiano 36 mesi

Il poker di piatti eccellenti si chiude con questi Tortellini ripieni in brodo e tartufo nero. Gli elementi del brodo sono gli stessi del ripieno: mortadella, prosciutto di Parma, lonza di maiale, parmigiano 36 mesi

Sasso: esterno di burro di cacao, interno di kumquat, a pulire il palato

Sasso: esterno di burro di cacao, interno di kumquat, a pulire il palato

Cemento e terra, un classico di Tokuyoshi, in veste parzialmente nuove: meringa, crumble di cacao salato, gelato di topinambur, finocchietto marino, tartufo nero

Cemento e terra, un classico di Tokuyoshi, in veste parzialmente nuove: meringa, crumble di cacao salato, gelato di topinambur, finocchietto marino, tartufo nero

Qui sopra uno dei quattro petit fours, che in genere non citiamo: Macaron alle mele e mandorle, Torta Barozzi, qui sopra Finte noci di pasta frolla con crema di caramello salato (molto belle)...

Qui sopra uno dei quattro petit fours, che in genere non citiamo: Macaron alle mele e mandorle, Torta Barozzi, qui sopra Finte noci di pasta frolla con crema di caramello salato (molto belle)...

...e infine il motivo della citazione, queste Gelée al limone. Tante gelèe al termine delle cene, nei ristoranti importanti. Ma queste sono straordinarie

...e infine il motivo della citazione, queste Gelée al limone. Tante gelèe al termine delle cene, nei ristoranti importanti. Ma queste sono straordinarie


Carlo Mangio

Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo?
La meta è comunque golosa, per Carlo Passera

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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