28-11-2024
Il quattro mani promosso da Yuntaku ha riunito tutto il team di Condividere e Tokuyoshi in una cena all'insegna del pairing tra cucina e mixology.
Yuntaku: un amaro ispirato a Okinawa Ispirato all’isola di Okinawa, l’amaro Yuntaku trae ispirazione dalla tradizione mediterranea dei digestivi e racconta la cultura giapponese. Ideato da Benedetta Santinelli e Simone Rachetta, la base vede al centro il goya (bitter melon, ortaggio di Okinawa) assieme a spezie e fiori (galanga, pepe del Sichuan, zenzero, tè jasmine, amarena, ibisco e cardamomo verde). Ha un gusto amaricante, equilibrato, di buona ricchezza e concentrazione, con una sensazione di tensione ben percepita nell’assaggio liscio o on the rocks. La sensazione viene accelerata e fusa con sapori più speziati se mixato nei drink curati da Iacopo Bernardini di Condividere a Torino, in occasione della tappa finale lo scorso settembre del tour di Yuntaku con chef Yoji Tokuyoshi del Bentoteca a Milano, ambassador di questo prodotto. Il feeling e il tempo di assaggio con la temperatura dei drink hanno svelato la duttilità del prodotto in cucina. «Non abbiamo un percorso dedicato esclusivamente ai drink, ma un prodotto di questo tipo lo abbiamo testato e inserito come offerta tra i drink di benvenuto» ha dichiarato Federico Zanasi, chef del Condividere. Yuntaku Fizz, un pre-dinner fresco e vincente con kombucha di ibisco e metodo classico. Un prodotto esperienziale, che grazie a una attitudine unica riesce a creare spazio a gusti intensi e progressivi, come quelli dei piatti del duo Zanasi e Tokuyoshi.
Benedetta Santinelli e Simone Rachetta sono in founder di Yuntaku, un progetto nato dalla passione per il Giappone e la miscelazione.
L'evento: un menu ispirato e contaminato Sorridendo, complici, ammettono che la loro conoscenza e il rispetto reciproco, consolidati nel tempo, hanno permesso di mettere a punto un menù in poche battute, al telefono. Qualche chiamata per finalizzare quello che si potrebbe definire uno scambio di mentalità per una notte, un ritrovarsi nel piatto, un appuntamento in cui lasciarsi ispirare e contaminare. Alterità. Il risultato è un successo preannunciato: un menù di costruzione in cui si crea spazio per altri sapori. Accade con il Sashimi di calamaro alla piemontese e nell’Anguilla con riso, salsa miso e kumquat abbinati al drink, già in carta, Goya con Yuntaku, sake, zenzero, yuzu e idromele in spuma. Tra gli abbinamenti più riusciti c'è la Guancia brasata con yuzu kosho accanto al Japanese Negroni per un omaggio a grandi classici seppur rivisitati. Condividere, che ha come messaggio di fondo il tempo riservato all’altro, ha previsto un abbinamento con Yuntaku corale: liscio e miscelato. Curiosi e centrati, in entrambi i casi, a dimostrazione di come accostamenti di questo tipo siano forse sempre esistiti in altre aree del mondo. Sta a noi farli nostri. Esplorarli.
Federico Zanasi e Yoji Tokuyoshi firmano la cena oltre che raccontarsi in una bella amicizia, che li lega da diversi anni.
E in aiuto arriva proprio la storia della concezione del prodotto: Benedetta e Simone, ammaliati da un viaggio nel Mar Cinese Orientale prima del covid, sono inciampati nel goya e, oltre ad apprenderne le proprietà benefiche per il corpo, attraverso l’assaggio del suo estratto hanno fatto di questa loro ricerca un progetto di vita. Da qualche seme dell’ortaggio, in Italia, durante la pandemia, hanno trasformato questa base amaricante in un liquore. Come in tutte le storie, i protagonisti hanno degli amici: la specialista in mixology Eleonora De Santis, l’erborista Riccardo Tuttolomondo e la Distilleria Paolucci di Sora (Frosinone). Con loro, il tradizionale, prima che popolare, goya diventa ingrediente di base alcolica. Il Giappone e dunque chef Yoji Tokuyoshi lo hanno accolto con entusiasmo. Chiamato ora alla prova del tempo e del riscontro col pubblico finale, Yuntaku ha dalla sua parte storia, qualità e caratteristiche per essere benvoluto.
ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.
di
laureata in Economia e valorizzazione del turismo, mette in pratica gli insegnamenti per dare luce al territorio attraverso ricette e vini. Dinamica e curiosa, è la ricerca delle "Identità golose" a spingerla a viaggiare, sempre
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