21-11-2021

La ricetta degli onigiri e altre storie golose e incantate tratte dai film di Hayao Miyazaki

Nei capolavori del maestro giapponese il cibo ha un grande spazio, i personaggi mangiano di gusto. È uscito un testo che è un piccolo compendio delle preparazioni

I film del maestro Hayao Miyazaki sono meravigliose fiabe moderne, piccoli capolavori d'animazione che raccontano un Giappone fantastico quasi fosse un trampolino di lancio per spazi infiniti. Come è stato scritto, "magia, immaginazione, fantasia sono gli elementi che esplodono dai suoi film". Ma anche il cibo ha sempre un grande spazio, vengono seguiti i personaggi durante la preparazione dei piatti, molto attenta e amorevole e poi si vedono i protagonisti nel momento in cui mangiano, di gran gusto.

D'altra parte gastronomia e cinema sono due mondi capaci di offrire esperienze sensoriali uniche e indescrivibili. Chi ha compreso a pieno questa filosofia è proprio Miyazaki, e non solo in quello che è considerato il suo capolavoro, La città incantata. Viene l’acquolina in bocca di fronte alla pancetta sfrigolante de Il Castello Errante di Howl oppure alla torta Siberia di Si alza il vento.

Proprio da queste considerazioni è nato La cucina incantata, libro edito da Trenta Editore (gli autori sono Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua. Pagine 144, prezzo di copertina 14,00 euro acquistandolo qui) che è un piccolo compendio delle ricette tratte dai film del grande regista in tre stuzzicanti varianti. Buone e belle: le pietanze che appaiono nelle opere di Miyazaki sono sempre esteticamente molto invitanti e allo spettatore non solo viene l'appetito, ma sente anche il desiderio di avvicinarsi a quel tipo di cucina giapponese.

Da La cucina incantata proponiamo un passo, quello dedicato agli onigiri che appaiono ne La città incantata. Buona lettura.

Fotogramma da Il Castello Errante di Howl...

Fotogramma da Il Castello Errante di Howl...

...e questo invece è tratto da La città incantata

...e questo invece è tratto da La città incantata

 

 

Ne La città incantata le varie pietanze non sono soltan­to un colorato e goloso elemento scenografico di cui a trat­ti ci sembra quasi di sentirne il profumo, quanto un mez­zo attraverso cui i personaggi creano una connessione sentimentale, si rassicurano. Quando Chihiro è al tavolo con i suoi compagni, infatti, alterna i discorsi al piacere di sgranocchiare biscotti e altre leccornie. Un piacere che però non deve mai trasformarsi in ingordigia, salvo pa­garne le conseguenze (così come, appunto, capita ai suoi genitori). Il peccato di gola, la voracità, indicano perciò l’eccesso per alcuni personaggi, ma anche il tentativo di colmare un vuoto interiore. Il personaggio di Senza Volto, spirito di un fiume inquinato, viene ingozzato fino a non poterne più, tanto che a un certo punto inizia a divorare qualsiasi cosa, dalle vettovaglie agli umani, ingrossando le proprie acque fino a straripare e a travolgere ogni cosa. La condanna di Miyazaki verso il consumismo è dunque chiarissima: l’uomo potrà salvarsi soltanto se metterà un freno al proprio egoismo, solo se tornerà a un uso consa­pevole delle risorse offerte dalla natura.

L’aspetto gastronomico del lungometraggio ha dunque un valore di equilibrio, ma anche d’identità. Quando il corpo di Chihiro inizierà pian piano a scomparire poiché appartenente a una dimensione altra rispetto a quella della città in cui si trova, sarà proprio il cibo donatole da Haku a salvarla. Il cibo le consente cioè di appartenere alla magia di quella città, le dà una cittadinanza (benché pre­caria), permettendole di proseguire nella sua avventura. Ma quali sono queste ghiottonerie presenti nel film? Per esempio gli anpan, panini dolci farciti di una gustosa mar­mellata di fagioli rossi detta anko, che Chihiro condivide con Rin, la ragazza che la segue durante il suo impiego presso le terme di Yubaba. Oppure gli onigiri, polpette di riso dalla forma piramidale avvolte alla base da un piccolo strato di alga nori e farcite con vari ingredienti, come sal­mone, tonno, funghi shiitake e umeboshi. Per non parlare del tea party, con tanto di biscotti e dolcetti, organizzato da Yubaba, e dei tanti coloratissimi banchetti che il film ci riserva più volte.

 

Chihiro e gli onigiri

Chihiro e gli onigiri

ONIGIRI da "La città incantata"
Ingredienti per 4 persone
300 g di riso
360 ml di acqua
30 ml di aceto di riso
1 cucchiaino di zucchero
sale
alga nori in fogli
semi di sesamo

Procedimento
Mettete il riso in una ciotola capiente piena d’acqua, la­vatelo delicatamente con un movimento circolare e scar­tate l’acqua. Ripetete per circa 3-4 volte, poi scolate in un colino. In una pentola con coperchio mettete il riso e 360 ml di acqua e lasciatelo a bagno per 20-30 minuti prima di cuocerlo. Chiudete il coperchio e portate a ebollizione a fuoco medio. Una volta che l’acqua bolle, abbassate la fiamma e continuate la cottura con il coperchio per 12-13 minuti. Spegnete e lasciate riposare per 10 minuti.

Travasate il riso in una ciotola, unite l’aceto di riso, il sale e lo zucchero. Con una piccola quantità di sale cosparso sulle mani, modellate il riso in piccole palline o triangoli larghi circa 8 cm; create un piccolo pozzetto al centro e aggiungetevi la farcitura che preferite tipo pollo o funghi shiitake. Modellate il riso con le mani intorno per coprire completamente il ripieno. Utilizzando un foglio di alga nori, avvolgete la palla di riso e decoratela con alcuni semi di sesamo.


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