12-09-2013

La mia Roma 2

Da La Fucina a Tastevin, la seconda onda di consigli capitolini di Cristina Bowerman

La Fucina di via Lunati 25/31, telefono +39.06.559

La Fucina di via Lunati 25/31, telefono +39.06.5593368, "Per i puristi più che una pizzeria è una focacceria", scrive Cristina Bowerman, "ma chiamatela come volete ma andateci e godetevi la serata"

(segue dalla prima parte)

Una pizzeria che frequento molto e con piacere è La Fucina. Credo che poche volte un locale abbia generato tante discussioni sulla necessità di trovare un termine che lo definisca. Per i puristi più che una pizzeria è una focacceria (nel senso che gli ingredienti vengono messi a freddo su una base che può essere definita una focaccia). Qualcuno, con piglio didascalico, si è spinto a definirla un posto in cui vengono messe delle materie prima di qualità su un disco di acqua e farina lievitato. Quel giorno ho pensato che se qualcuno con fare puntiglioso definisse i miei Ravioli di parmigiano, che non hanno proprio la forma dei ravioli, «due dischetti di uova e farina atti a contenere una crema di parmigiano che in loro assenza tenderebbe a spargersi nel piatto», a me non importerebbe nulla. Perché privare le persone della gioia di cavillare, per cui chiamatela come volete ma a La Fucina andateci e godetevi la serata.

Osteria Fernanda, via Ettore Rolli 1, +39.06.5894333

Osteria Fernanda, via Ettore Rolli 1, +39.06.5894333

Avete presente i ragazzotti romani, quelli che sembrano usciti da un film di Pasolini? Viso spigoloso ma sincero, naso importante, addome prominente. Fino a 30 anni fa avrebbero fatto i pugili, sul ring alla festa de noantri. Il presentatore avrebbe iniziato a urlare «All’angolo blu con i colori della Palestra Audace Er Lesca de Portaportese, all’angolo rosso a difendere i colori della Palestra Indomita Er Faina de Piazzale Dunant…» il pubblico avrebbe urlato, le madri si sarebbero insultate rinfacciandosi le reciproche mansioni di intrattenitrici della scena notturna romana. I ragazzi si sarebbero chiamati Spartaco e Nando.

Ora dopo 30 anni ‘sti ragazzi se so stancati de menasse. I visi sono sempre gli stessi ma ora magari si chiamano Davide e Roberto. E magari oggi sono bravi cuochi e i loro posti, Osteria Fernanda e Osteria di Monteverde sono due divertenti realtà della scena romana. Non so se abbiano inventato un nuovo modo di fare ristorazione, non so se l’abbia mai fatto nessuno negli ultimi 100 anni, penso semplicemente che siano due ristoranti al passo coi tempi dove tradizione romana e innovazione trovano un felice connubio.

Un altro posto che amo frequentare a pranzo è il Tastevin (via Menotti 16, +39.06.3208056). Seminascosto in Prati sfrutta le capacità culinarie di Paolo. L’ambiente è informale e vi può capitare di incontrare dal dirigente d’azienda in un pranzo di lavoro al giovane studente in pausa pranzo. Il più mimetizzato possibile potreste riuscire a scorgere Daniele, il proprietario. Ha sempre la faccia da «scusate sono nuovo e al primo giorno» e gli viene talmente bene che anche tornando per 10 volte e riconoscendolo, vi rimarrà sempre il dubbio che forse le volte prima non fosse proprio lui. Invece fidatevi e fatevi consigliare, nonostante tutto è bravo e preparato. Accidenti, ho quasi finito le battute.

Salotto Culinario, via Tuscolana 1197/1201, +39.06.72633173

Salotto Culinario, via Tuscolana 1197/1201, +39.06.72633173

Spero che nessuno si sia offeso se non l’ho nominato e soprattutto se l’ho nominato, vorrei parlare del Salotto Culinario, di Pipero e di Arcangelo (via G.G. Belli 59/61, +39.06.3210992), del gelato della Fata Morgana e della Bottega Liberati, di Pomarius e di Er Cimotto, di Settembrini e di Open Baladin… Facciamo una cosa Paolo: scrivo anche l’articolo dell’anno prossimo e se invece lo farà un altro, mi raccomando chiunque tu sia, non ti scordare di parlare di me.

(2. fine)


Storie di cuochi

Uomini che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista

a cura di

Cristina Bowerman

Cuoca laureata in Legge e in Arti Culinarie, parla tre lingue e continua a studiare e fare stage. Oltre 15 anni all’estero, nel 2006 apre Glass Hostaria. È primo presidente dell'associazione Ambasciatori del Gusto

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