14-03-2010

New York golosa

New York

In vista di Pasqua, il consiglio per i ghiottoni è uno solo: attovagliatevi a New York. Perché lì oggi c'è lo stesso bollore creativo di Parigi un secolo fa. E se là gli illuminati impugnavano pennelli e tavolozze, qua la tempera è il sugo che cola dai mestoli. O da wok e casseruole impronunciabili: il solo fatto che esista una stamberga di cucina giamaicana vegana ad Harlem (Strictly Roots, +1.212.8648699, sulla vibrante 125ª) o che dall'upper east side ammicchi l'unico persiano stellato del pianeta terra (Shalezeh, +1.212.2880012, shalezeh.com) spiega che a Manhattan e dintorni la varietà di stili di cucina dal mondo è senza paragoni. Anche rispetto a Tokyo, Parigi e Londra, le uniche metropoli che per numero di stelle Michelin surclassano la Grande Mela (che comunque ne conta 71).

Eppure il vero turista gourmet non va in giro col pallottoliere francese in tasca, ma si fa rimorchiare dall'istinto e dagli aromi che escono dalle botteghe come i fumi dai tombini sulle avenue. Il caso più sensazionale di cucina globale contemporanea si chiama Momofuku, momofuku.com, la "pesca felice" di David Chang. Nella crisi strisciante, il coreano-americano più famoso del gastro-mondo apre un'insegna dietro l'altra: la penultima è il Ko, 12 soli coperti tra prima e undicesima praticamente imprenotabili e l'ultima è il Má pêche del Chambers Hotel, +1.212.9745656, chambershotel.com, cucina franco-vietnamita che furoreggia nei bánh mì, le baguette di Ho Chi Minh con lemongrass, menta o radici daikon. Al Ssäm Bar, invece, sulla Seconda vicino a Union Square, +1.212.2543500, sakè, birre artigianali e vini rossi anche freddi scortano il kimchi, verdura o frutta fermentata con spezie, piatto simbolo di Corea. Alle pareti, gigantografie di John McEnroe e in sottofondo musica psichedelica fine Sessanta.

A proposito di soundtrack, non poteva che rimbalzare Young Americans di David Bowie tra le mura del WD-50, +1.212.4772900, wd-50.com, nel lower east: in un locale che ridisegna le radici americane con la meglio tecnica europea, giovane e smart è la cucina ma soprattutto poco più che teenager sono molti dei clienti che, se l'insegna fosse in Italia, a tavola siederebbero solo teste bianche, tipo platea alla Scala. Il cuoco Wylie Dufresne gioca a nascondino: chiedi le scrambled eggs e quelle si camuffano dentro a un raviolo, scorgi la patata fritta accanto al salmerino ma niente da fare, è yucca. E poi ai dolci c'è Alex Stupak, pastry-celebrity di 28 anni con la mania per il cioccolato, osannato per i suoi menu degustazione dolci da 3 o 5 portate.

Capitolo Giappone: ai 400 dollari a cranio del tristellato Masa, +1.212.8239800, masanyc.com, alle porte di Central Park, preferiamo i 100 di Soto più giù a Washington Square, +1.212.4143088. E non solo noi: per Ferran Adr è il miglior ristorante nipponico extra-Giappone. Sotohiro Kosugi sembra un compassato chirurgo in camice bianco, ma esprime nel piatto una fervida ossessione per i ricci di mare: spartani con perfetta riduzione di soia o esagerati con coulis di avocado, caviale ed erba cipollina in salsa ponzu al sesamo. Buttate però la carta e chiedete il percorso Omakase, un tuffo in picchiata dal monte Fuji fino a galleggiare accanto a trote di mare, gamberi in dashi e aragoste del Maine che non smetteresti mai.

E la carne? La battaglia delle steakhouse schiera un nuovo indirizzo a Brooklyn, metrò Carroll street, davanti alla chiesa in cui si sposò Al Capone: si chiama Prime Meats, +1.718.4520327, frankspm.com e mette sul piatto costate rib-eye per 2 o 3 persone da sballo. La diarchia di Peter Luger a Williamsburg, +1.718.3877400, peterluger.com, e Minetta al Greenwich, +1.212.4753850, minettatavernny.com, potrebbe essere giunta al capolinea.


Zanattamente buono

Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo

Gabriele Zanatta

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Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt

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