05-01-2019
«La nuova sala è un inchino alle Tofane, le nostre montagne. Quelle che saranno protagoniste dei Campionati Mondiali di Sci Alpino nel 2021», racconta con illuminata lungimiranza Massimo Alverà, ampezzano doc e patron della pasticceria che nella bella Cortina porta il suo cognome. Una sala speciale quella voluta da Massimo. Un po’ perché si tratta di un locale - di 60 metri quadrati per 45 posti a sedere - tutto dedicato alla degustazione.
Colazione, pranzo o merenda che sia. E poi perché prima di essere uno spazio interno era una terrazza esterna. Ora completamente chiusa da vetrate. «Da qui si può ammirare il cinquanta per cento di tutto il panorama di Cortina», precisa Massimo. Che ha studiato la new tasting room in modo intelligente. Ossia quale naturale prosieguo della raffinata pasticceria. Senza alcuna idiosincrasia col resto di un’insegna in grado di comunicare storicità e perenne mutamento.
Allo stand Petra durante l'ultima edizione del Congresso di Identità Golose
Per capirci, la Sacher c’è. Ma è più soave. Preparata con confettura di albicocche fatta in casa, cioccolato e glassa a base di Guanaja Valrhona e con un blend di farine Petra 3 e Petra 1. Perché Alverà, oltre a far parte dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani è pure un Petra Selected Partner, il prestigioso circuito targato Molino Quaglia che mette in rete il meglio dell’arte bianca nazionale (e non solo). E c’è anche la Foresta Nera. «A lei sono particolarmente affezionato», confessa Massimo. Che la prepara in triplice versione: torta, monoporzione e mignon. Complici mousse al mascarpone (rigorosamente locale), gelée all’amarena, biscuit al cacao realizzato con Petra 3 e crema al cioccolato al latte Jivara.
Sono invece i fiori di sambuco, essiccati e lasciati in infusione nel burro liquido, a caratterizzare il neonato Dolce Cortina, dedicato alla Perla delle Dolomiti. «È un bauletto, con lievito madre e farina Panettone, pensato per la colazione e per dare quotidianità alla tradizione», spiega Alverà. Che cattura i profumi ampezzani in una bontà semplice e vaporosa.
«Fu allora che la cittadina divenne una rinomata meta turistica invernale. Sino a quel momento era rimasta solo richiamo estivo per i reali belgi, tedeschi e svedesi», racconta il maestro pasticcere. Che nei primi anni Novanta prende le redini dell’insegna di famiglia e cambia. Virando verso un’offerta più legata al territorio e permeata da un appeal francese. E gli éclair lo confermano. Unitamente all’utilizzo del beurre d’Ardenne.
Linzer Nostalgia (Foto Enrica Guariento)
Due cult? Quello che elegge cremoso al caramello, biscuit alla farina di nocciole, gelée di pera e cannella e mousse di ricotta di malga; nonché quello con frolla alle mandorle, ganache al Caraïbe e caramello salato. E per feste? Il panettone alle pere candite e cioccolato fondente Equatoriale, nonché un tronchetto natalizio agrumato e “sentimentale”, come ama specificare Alverà. Che riassume i ricordi d’infanzia in un biscuit a base di Petra 9, vaniglia, mandarino e arachidi salate.
Anticipazioni, personaggi e insegne del lato sweet del pianeta gola
a cura di
Lombarda, una laurea in lettere e un inizio nel giornalismo di cronaca. Poi, cambio di direzione, verso i viaggi, il cibo e il vino. Ora guida Fuori Magazine, il nuovo progetto editoriale di Petra-Molino Quaglia
Riccardo ed Enzo De Prà, figlio e padre, chef del Dolada di Pieve d’Alpago (Belluno), protagonisti del Cortina Summer Party (foto Bandion)
La Crostatina ai lamponi (con cremoso al mascarpone e vaniglia e cremoso ai lamponi selvatici) di Massimo Alverà. È stata una delle bontà che attendevano atleti & fortunati al Tofana Lounge, spazio di 1.500 metri quadrati allestito all’arrivo della discesa libera