11-01-2022
Alain Ducasse, a destra, con Xavier Alberti, presidente di les Collectionneurs, e Carole Pourchet, direttrice generale
L’edizione francese di Forbes gli ha di recente dedicato la copertina del numero speciale con un focus su lusso, filantropia ed economia verde. «L’inaffondabile Alain Ducasse», si legge a proposito degli Awards du Luxe 2021, «lo chef è sicuramente uno dei nomi più famosi al mondo. Più che un cognome, è diventato un marchio che firma una quantità incredibile di indirizzi». Personalità di rilievo della scena gastronomica contemporanea, imprenditore e chef di successo, Monsieur Ducasse è l’unico ad aver ottenuto tre stelle Michelin in tre Paesi diversi, ad oggi è lo chef ‘più stellato’ del mondo con 19 stelle nei suoi 30 ristoranti distribuiti in nove Paesi e tre continenti diversi: Francia, Monaco, Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Thailandia, Cina, Singapore e Qatar.
È regista, scenografo e sceneggiatore di uno spettacolo che negli anni si è arricchito e rinnovato di continuo, dando ritmo e vita ad un nuovo concetto di cucina e di ristorazione che ha lasciato il segno, in primis nei nostri grandi chef, notoriamente suoi discepoli, da Massimo Bottura a Carlo Cracco, da Davide Oldani ad Andrea Berton, per citarne alcuni. «Più che un cuoco mi considero un direttore artistico, con il desiderio di fare sempre cose nuove». E condividerle, che sia con giovani talenti o chef di fama consolidata. Senza dimenticare l’importanza che ha per lui la formazione: la rinomata scuola di cucina, l’Ecole Ducasse, fondata nel 1999, sostenuta oggi da Sommet Education, ha aperto un campus all’avanguardia a Meudon-La-Forêt progettato dallo studio Arte Champentier.
Qual è il segreto del suo successo Monsieur Ducasse? «Credere ogni giorno in quello che si fa, fermamente. Il pensiero prende forma, quotidianamente, siamo noi artefici del nostro destino». Essere uniti, per Ducasse, in questo momento, il più difficile, è fondamentale, per questo condividere valori e obiettivi come succede nella community è la leva che permetterà di costruire il futuro. Superato il periodo più duro, ora per Ducasse è tempo di guardare avanti. Ecco allora l’importanza per il grande chef di «coltivare le differenze, arricchirsi delle esperienze altrui», facendo del viaggio un punto di forza e di ripartenza. «Stiamo uscendo dalla crisi causata dal Covid-19: i viaggiatori sono pronti a tornare nelle nostre ‘case’, a condividere esperienze e momenti di convivialità».
Xavier Alberti
Carole Pourchet
Antica Corte Pallavicina
Stelle sul Po
November Porc ‘Le Grand Table’
Chris Oberhammer
Alcuni degli chef partecipanti al Dolomiti Gourmet Festival
Si riparte, dunque, lo sguardo al domani, la strada tracciata, senza dimenticare la lezione che ci ha lasciato ciò che abbiamo vissuto, perché secondo Ducasse l’epidemia ha evidenziato i nostri punti deboli, come il fatto che «L’Europa dipende dai viaggiatori internazionali, senza i quali l’economia del nostro settore è a rischio. Ma presto torneranno, stanno tornando, più numerosi e con più ‘appetito’ di prima, perché il Vecchio Continente è una destinazione straordinaria, e Paesi come Francia e Italia sono tra i più ambiti». Difficile non avere fiducia nelle sue parole, in lui, basta conoscere la sua storia o semplicemente guardare il suo presente: Ducasse resta un esempio insuperato. Niente di improvvisato, s’intende, perché il successo comporta fatica, passione, sacrificio, dedizione, ambizione, ma anche la profonda umanità che ha sempre dimostrato, rappresentando, come nel caso de les Collectionneurs, un prezioso riferimento per tutti nei momenti più bui.
Se all’inizio della sua carriera è stato importante formarsi al fianco di mostri sacri della nouvelle cuisine come Michel Guérard e Gaston Lenôtre; e poi Roger Vergé e Alain Chapel, a fare la differenza è stata la sua determinazione, che l’hanno visto chef alla Terrasse di Juan-les-Pins e poi da allora non si contano le inaugurazioni. Passando dal monegasco Louis XV al parigino Plaza Athénée, per volare a New York, Tokyo, Kyoto o Doha. Chiuso il Plaza dopo vent’anni, oggi la collaborazione di Ducasse con il gruppo Dorchester prosegue a Londra, con il tristellato Alain Ducasse at the Dorchester e a Parigi, con il bistellato Le Meurice. Ma Ducasse non si è mai fermato. Sempre nella Ville Lumière ha inaugurato di recente anche il pop up ADMO, nato in collaborazione con Albert Adrià, Romain Meder e Jessica Préalpato, magnificamente ubicato all’ultimo piano del Musée du Quai Branly-Jacques Chirac, proprio sotto la Torre Eiffel, che propone solo fino al 3 marzo 2022 un’alta cucina declinata in un menu sperimentale con radici in Francia e Spagna.
I protagonisti di ADMO
«Consapevoli della scarsità di risorse del pianeta, torniamo a prenderci cura della terra, degli uomini e delle donne che coltivano, pescano, raccolgono», ha dichiarato Ducasse. Rispetto e attenzione, solidarietà e inclusione, sostenibilità e condivisione, dedizione e coesione. L’ospitalità è un mondo. L’arte dell’accoglienza ne è la chiave d’accesso privilegiata.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Giornalista specializzata in Hôtellerie e Travel, è consulente di Identità Golose, vice direttore di Hotel and Travel e condirettore di The CUBE Magazine, collabora con AD Architectural Digest Italia. Autrice di libri e guide editi da WhiteStar e Marco Polo
Da sinistra, Claudio Ceroni, presidente di MAGENTAbureau e co-fondatore di Identità Golose assieme a Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose (in quarta posizione sempre da sinistra), il presidente di Teritoria Xavier Alberti, il direttore generale Carole Pourchet, Alain Ducasse, brand president di Teritoria e, a destra, Maddalena Fossati, direttrice de La Cucina Italiana che ha moderato l'incontro. Foto di Brambilla/Serrani
In giacca bianca, con la loro brigata, gli chef ospiti Caterina Ceraudo (Dattilo) e Arcangelo Tinari (Villa Maiella), e dietro di loro Edoardo Traverso: i tre sono stati protagonisti di una cena speciale a Identità Golose Milano, al termine dell'evento di presentazione di Teritoria, rinnovata community di albergatori e ristoratori indipendenti, che comprende la stessa Identità Golose Milano, oltre che Dattilo e Villa Maiella, e che è presieduta da Alain Ducasse
Lo chef più stellato del mondo firma Alain Ducasse al Al Romeo Roma. La show kitchen del ristorante gourmet diventerà opera d’arte totale con l’inserimento delle opere scultoree a firma di Zaha Hadid