Giuseppe Carino
Fagottino di pasta fresca ai frutti di mare
Dall'Italia Retrobottega a Roma, una tavola con l’ingrediente al centro
Il settore della ristorazione è evidentemente uno dei più colpiti dalla pandemia Covid-19 e nessuno può spiegare meglio l’effetto della crisi come coloro che l’hanno vissuta in prima linea. Lo rivela l’inchiesta a cura di Fine Dining Lovers condotta su un campione di oltre 10.500 soggetti intervistati in tutto il mondo per capire come sono cambiati i comportamenti relativi al cibo e al piacere di frequentare i ristoranti.
L’indagine “Coronavirus e Ristorazione” condotta su scala globale durante il mese di maggio da Fine Dining Lovers, magazine on line e piattaforma gastronomica promossa da S.Pellegrino e Acqua Panna, rivela i risultati del sondaggio che ha convolto 7917 consumatori e 2700 professionisti della ristorazione.
«I risultati dell’inchiesta mostrano il peso specifico che le misure di lockdown hanno avuto a livello globale e in che modo hanno influenzato le consuetudini del nostro campione - ha commentato Ryan King, caporedattore di FDL - L’analisi dei dati rivela come sono cambiati i comportamenti dei consumatori permettendo ai ristoratori di riflettere sui modelli di business più efficaci da adottare in tempo di crisi. Siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione dei professionisti elementi e analisi che possano essere di ispirazione per l’intero settore».
Ryan King con Massimo Bottura
Un quarto dei consumatori coinvolti nel sondaggio dichiara di avere utilizzato servizi di delivery durante il lockdown. Il 33% in Italia (stessa percentuale Usa) dichiara di avere utilizzato il servizio delivery più spesso che in precedenza. I più refrattari al delivery, ma anche al take away, sono i francesi. Il 60% del pubblico intervistato afferma di avere migliorato la propria abilità in cucina: in particolare il 40% sostiene di aver imparato o migliorato tecniche legate alla panificazione e al mondo dei lievitati, il 39% ha imparato nuove tecniche seguendo i consigli dei grandi chef mentre il 33% degli intervistati dimostra maggiore consapevolezza rispetto allo spreco alimentare.
Il tema della sicurezza è cruciale per favorire il ritorno del pubblico al ristorante. Il 69% dei consumatori esprime maggiore fiducia nelle misure precauzionali messe in atto dai ristoratori anziché nei protocolli definiti dalle istituzioni. Solo il 10% dichiara, in questa fase, di avere fiducia nei media in tema di ritrovata normalità e ritorno alle consuetudini fra cui tornare a frequentare i ristoranti; il 20% degli intervistati concorda sul fatto che forme di incentivo, tra cui i voucher, possano essere elementi che incoraggiano il pubblico a tornare al ristorante.
È evidente che, quando si parla di fine dining, la capacità di saper ricreare un’esperienza che non possa essere in alcun modo vissuta a casa, unica grazie al perfetto equilibrio fra atmosfera e condivisione, all’interno di un ambiente sicuro, è oggi più che mai il mix ideale intorno al quale lavorare per favorire la ripresa del settore e riconquistare la fiducia del pubblico.
I risultati completi dell'inchiesta a questi link: i foodies e i ristoratori
A cura della redazione di Identità Golose
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