04-04-2020
Gennaro Oliviero al lavoro nella cucina del suo ristorante, Toca, a Helsinki
Si chiama Gennaro Oliviero, ed è italiano. Le sue origini campane sono evidenti dal nome, ma la sua famiglia vive a Modena. La famiglia in cui è nato, con cui è cresciuto: perché la sua nuova famiglia, quella iniziata con la sua compagna Elina Valoranta, è ad Helsinki, in Finlandia. E' un cuoco e un imprenditore, che da sei anni guida un ristorante chiamato Toca, che propone una cucina con radici italiane, ma anche con il desiderio di proporre piatti originali, personali, ricercati. Gennaro Oliviero ha contattato la redazione di Identità Golose in questi giorni, raccontandoci che ci segue con continuità (e noi lo ringraziamo) e che voleva proporci il suo punto di vista, evidentemente influenzato dal contesto in cui vive e lavora, sulla pandemia in corso.
«Vivendo in Finlandia - ci ha raccontato - e avendo invece la famiglia in Italia, sto osservando questa situazione in due modi diversi, ascoltando e vedendo cose differenti. Da una parte vivo la preoccupazione per la mamma e i miei parenti che sono in Italia, dall’altra c’è il mio punto di vista da imprenditore della ristorazione qui a Helsinki, un imprenditore che sta cercando di capire come orientarsi in questo momento».
Come descriveresti la situazione che state vivendo in questo momento in Finlandia? Qui l'epidemia non ha ancora raggiunto numeri molto alti. Ciò nonostante proprio pochi giorni fa il Governo ha deciso di isolare completamente la regione più popolata del paese, quella di Helsinki, che si chiama Uusimaa. Ci sono blocchi stradali e controlli ovunque: non si può né entrare né uscire, nemmeno per comprovate questioni di lavoro. E annunciano che sarà così per due mesi, fino alla fine di maggio. In questa zona, chiaramente, sono stati chiusi anche i ristoranti, per cui per due mesi non potremo servire nessuno. E' stato istituito un fondo per i dipendenti che sono stati lasciati a casa per via della chiusura, dando loro la possibilità di richiedere un sostegno per affrontare le difficoltà economiche, tra cui ad esempio pagare l'affitto della casa in cui si vive. Io ho potuto chiedere la cassa integrazione per i miei dipendenti.
Oliviero, a sinistra, in cucina con uno dei cuochi della sua brigata
Quindi non stai lavorando affatto? Ai ristoranti, così come è successo in Italia, è stato concesso di fare servizio di delivery. Noi però non possiamo permetterci di farlo in maniera strutturata, con la nostra idea di cucina, con menu che magari comprendono dieci portate: non sarebbe possibile. Però abbiamo deciso di metterci alla prova in questo senso, e per farlo siamo ripartiti dalle nostre radici italiane: proponiamo piatti della tradizione, lasagne, arancini, pasta al forno...
Gli arancini che Toca sta preparando per il suo delivery in queste settimane di lockdown
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare