Ha aperto da circa un mese a Milano, in modo prudente, il ristorante Gong oriental attitude. Lo firma la famiglia Liu, la stessa che ha già siglato due tra le insegne di cucina orientale più affermate della città, il nippo-creativo Iyo di Claudio Liu (primo ristorante di cucina asiatica a ottenere una stella Michelin in Italia) e il tradizionale cinese Ba asian mood, diretto dall’altro fratello Marco. Il neo-nato di corso Concordia cela invece l’elegante zampino di Giulia, la secondogenita dei tre fratelli che riconduciamo tutti al paziente e illuminato papà Xue, in Italia da diversi decenni, prima in Emilia e da tempo a Milano.

I Dim Sum
del Gong. Da destra in senso orario: Saccottino di pasta aromatizzata alle cime di rapa e ripieno di verdure; Raviolo al nero di seppia con ripieno di calamaro, guarnito con uova di salmone; Raviolo con pasta aromatizzata con pistilli di zafferano e ripieno di maiale cha shao e Raviolo alla barbabietola rossa ripieno di king crab, asparagi e tobiko
Gong è un progetto di cucina piuttosto ambizioso perché, per la prima volta, cerca di avvicinare due tradizioni che a Oriente e a Occidente ci siamo sempre guardati bene dall'accostare (se non in maniera impropria nelle insegne
cheap e furbette), quella cinese e quella giapponese. Eppure i due paesi divisi dal mare del Giappone «Parlano una lingua simile», specifica
Giulia, «Perfino gli ideogrammi, anche se sono scritti e si pronunciano in modo differente, hanno molte attinenze di significato. Non ci siamo mai posti il problema di un confine da tracciare nel gusto e i limiti geografici non ci interessano».
Il cibo, si sa, abbatte gli steccati geopolitici e questo è quello che accade da Gong, dove in cabina di regia affiorano le radici sino-ma anche italiane di Giulia, in cucina quelle giap di chef Keisuke Koga da Fukuoka e in sala quelle del connazionale Mototsugu Hayashi da Nagoya-shi, vero pezzo da 90 del mazzo: ha lavorato per ben 6 anni al Pescatore di Canneto sull’Oglio, all’ombra del grande Antonio Santini, ha fatto l’apertura del Trussardi alla Scala nella golden age di Berton e si è guadagnato il titolo di sommelier dell’anno dalla Guida ai ristoranti dell’Espresso, anno 2010. Per la prima volta “Moto” abbinerà vini italiani a piatti orientali concepiti con materie prime tricolori, una sfida ardita.

Il locale è punteggiato di grandi gong in onice. Il progetto architettonico, firmato da Nisi Magnoni e Davide Galletta, prevede superfici aperte, soffitti molto alti, citazioni neogotiche e mobilia anche balinese
Ok, ma quali piatti? «Piatti della terza via», specifica
Giulia, «figli di un’identità distinta da quelle dell’
Iyo e del
Ba. Un percorso in parte ispirato al
Kai Mayfair (ristorante cinese con stella di Londra,
ndr)». Cioè entrée che intersecano mondi distanti (
Tartare di gamberi rossi di Mazzara con salsa di mango;
Caprese con avocado, pomodoro ramato e tofu con salsa al sesamo bianco),
Dim Sum non convenzionali (
vedi foto sopra) e secondi piatti più in linea con la tradizione (
Merluzzo nero dell'Alaska al miso grigliato, il tipico gindara e una filologica
Anatra alla pechinese), grandi classici e per questo per ora i piatti più riusciti.
Gong – oriental attitude
corso Concordia, 8
Milano
+39.02.76023873
Giorno di chiusura: lunedì
Prezzo medio: 50 euro